Diversified Alpha Plus Fund
Diversified Alpha Plus Fund - 30 novembre 2015
9 Dicembre 2015 17:26
nostante il rialzo registrato (Msci Acwi +2,5% locale, S&P 500 +2,9%), le quotazioni azionarie globali e statunitensi non hanno superato i massimi riportati all’inizio del mese, attestandosi a livelli molto più bassi rispetto ai picchi toccati a maggio. Dobbiamo pensare che le quotazioni azionarie abbiano ormai raggiunto i massimi in questo ciclo economico?
• La crescita globale è rallentata, sebbene mantenga un ritmo tutt’altro che in linea con la recessione degli utili. Negli ultimi mesi le stime degli utili forward sono state riviste al ribasso sia negli Stati Uniti che a livello globale, nonostante l'esclusione del settore dell’energia dal calcolo.
• Cosa ancor più importante, con le misure recentemente annunciate dalla Banca centrale europea, la politica monetaria globale sta molto probabilmente attraversando la fase di maggior stimolo. Il prossimo sviluppo rilevante, da tempo annunciato dalla presidente della Federal Reserve Janet Yellen, dovrebbe essere l’aumento dei tassi a dicembre che potrebbe causare una contrazione dei multipli. Questa volta, tuttavia, la contrazione potrebbe non essere compensata da una crescita degli utili. Sarebbe quindi possibile una forte correzione del mercato nonostante non ci si trovi in una fase di ribasso del ciclo economico? Riteniamo di sì e pertanto manteniamo esposizioni direzionali ridotte.
• Il dollaro statunitense ha mantenuto intatta la sua dinamica di crescita, guadagnando l’1,2% (indice Dxy). A nostro avviso questo rialzo potrebbe risultare intrinsecamente autolimitante, poiché sostiene la crescita nelle economie le cui valute si sono deprezzate (Eurozona, Giappone), mentre l’anno prossimo la crescita statunitense potrebbe risentire di un indebolimento delle esportazioni nette.
• Gli attivi dei mercati emergenti hanno sottoperformato: i titoli azionari hanno perso lo 0,8% (Msci Em in dollari Usa), le valute si sono deprezzate dello 0,6% (JPMorgan Emci), e le materie prime sono scese dell’1% (S&P, Gsci). Sebbene molte economie abbiano registrato rallentamenti marcati o una vera e propria recessione, ancora non intravvediamo per esse segnali di una chiara stabilizzazione della crescita.
• Nella seconda metà di novembre il comparto ha guadagnato l’1,0%. Gli apporti di maggior rilievo alla performance sono giunti dalle posizioni lunghe nelle azioni dell’Eurozona rispetto a quelle statunitensi, nella corona svedese rispetto al franco svizzero e nelle obbligazioni statunitensi a 10 anni indicizzate all’inflazione. La posizione corta nelle azioni giapponesi rispetto a quelle dei mercati sviluppati ha anch’essa contribuito alla performance, così come le posizioni lunghe direzionali nelle azioni dell’Eurozona. Una posizione lunga nelle case automobilistiche cinesi e una posizione corta nei tassi tedeschi a 10 anni rispetto a quelli statunitensi hanno inciso negativamente.
• Nelle ultime due settimane di novembre, abbiamo nuovamente ridotto la nostra esposizione netta alle azioni globali dal 7% al 2%. Abbiamo chiuso le posizioni lunghe nelle azioni H cinesi e nelle banche cinesi, avendo entrambe raggiunto i livelli di stop-loss.
Consulta la gallery per maggiori informazioni legate al comparto
[tooltip-fondi codice_isin="lu0299413608"]Guarda la preview del fondo[/tooltip-fondi] o consuta la scheda completa.
ARTICOLO AD USO ESCLUSIVO DEGLI INVESTITORI PROFESSIONISTI E QUALIFICATI.
Tutti gli investimenti comportano dei rischi, tra cui la possibile perdita del capitale. Le opinioni espresse sono quelle dell’autore/autori alla data di pubblicazione del documento e possono variare in qualsiasi momento a causa di cambiamenti del mercato o delle condizioni economiche. Tutte le informazioni concernenti, i rendimenti attesi e le prospettive di mercato si basano sui risultati della ricerca, delle analisi e delle opinioni dell’autore/autori. Pertanto, talune conclusioni sono anche di natura speculativa e potrebbero quindi non realizzarsi. I rendimenti passati non sono indicativi dei risultati futuri. Tutti gli investimenti comportano rischi, tra cui la possibile perdita del capitale.
• La crescita globale è rallentata, sebbene mantenga un ritmo tutt’altro che in linea con la recessione degli utili. Negli ultimi mesi le stime degli utili forward sono state riviste al ribasso sia negli Stati Uniti che a livello globale, nonostante l'esclusione del settore dell’energia dal calcolo.
• Cosa ancor più importante, con le misure recentemente annunciate dalla Banca centrale europea, la politica monetaria globale sta molto probabilmente attraversando la fase di maggior stimolo. Il prossimo sviluppo rilevante, da tempo annunciato dalla presidente della Federal Reserve Janet Yellen, dovrebbe essere l’aumento dei tassi a dicembre che potrebbe causare una contrazione dei multipli. Questa volta, tuttavia, la contrazione potrebbe non essere compensata da una crescita degli utili. Sarebbe quindi possibile una forte correzione del mercato nonostante non ci si trovi in una fase di ribasso del ciclo economico? Riteniamo di sì e pertanto manteniamo esposizioni direzionali ridotte.
• Il dollaro statunitense ha mantenuto intatta la sua dinamica di crescita, guadagnando l’1,2% (indice Dxy). A nostro avviso questo rialzo potrebbe risultare intrinsecamente autolimitante, poiché sostiene la crescita nelle economie le cui valute si sono deprezzate (Eurozona, Giappone), mentre l’anno prossimo la crescita statunitense potrebbe risentire di un indebolimento delle esportazioni nette.
• Gli attivi dei mercati emergenti hanno sottoperformato: i titoli azionari hanno perso lo 0,8% (Msci Em in dollari Usa), le valute si sono deprezzate dello 0,6% (JPMorgan Emci), e le materie prime sono scese dell’1% (S&P, Gsci). Sebbene molte economie abbiano registrato rallentamenti marcati o una vera e propria recessione, ancora non intravvediamo per esse segnali di una chiara stabilizzazione della crescita.
• Nella seconda metà di novembre il comparto ha guadagnato l’1,0%. Gli apporti di maggior rilievo alla performance sono giunti dalle posizioni lunghe nelle azioni dell’Eurozona rispetto a quelle statunitensi, nella corona svedese rispetto al franco svizzero e nelle obbligazioni statunitensi a 10 anni indicizzate all’inflazione. La posizione corta nelle azioni giapponesi rispetto a quelle dei mercati sviluppati ha anch’essa contribuito alla performance, così come le posizioni lunghe direzionali nelle azioni dell’Eurozona. Una posizione lunga nelle case automobilistiche cinesi e una posizione corta nei tassi tedeschi a 10 anni rispetto a quelli statunitensi hanno inciso negativamente.
• Nelle ultime due settimane di novembre, abbiamo nuovamente ridotto la nostra esposizione netta alle azioni globali dal 7% al 2%. Abbiamo chiuso le posizioni lunghe nelle azioni H cinesi e nelle banche cinesi, avendo entrambe raggiunto i livelli di stop-loss.
Consulta la gallery per maggiori informazioni legate al comparto
[tooltip-fondi codice_isin="lu0299413608"]Guarda la preview del fondo[/tooltip-fondi] o consuta la scheda completa.
ARTICOLO AD USO ESCLUSIVO DEGLI INVESTITORI PROFESSIONISTI E QUALIFICATI.
Tutti gli investimenti comportano dei rischi, tra cui la possibile perdita del capitale. Le opinioni espresse sono quelle dell’autore/autori alla data di pubblicazione del documento e possono variare in qualsiasi momento a causa di cambiamenti del mercato o delle condizioni economiche. Tutte le informazioni concernenti, i rendimenti attesi e le prospettive di mercato si basano sui risultati della ricerca, delle analisi e delle opinioni dell’autore/autori. Pertanto, talune conclusioni sono anche di natura speculativa e potrebbero quindi non realizzarsi. I rendimenti passati non sono indicativi dei risultati futuri. Tutti gli investimenti comportano rischi, tra cui la possibile perdita del capitale.