Carlo Benetti

Investimenti, l’ambiente ideale per la gestione attiva

11 Dicembre 2015 10:40

financialounge -  Carlo Benetti GAM gestione attiva Julian Howard mercati azionari mercati obbligazionari
sono segni evidenti di avversione al rischio, le Borse restano la meta preferita ed insieme necessitata per le enormi quantità di risparmio alla disperata ricerca di quella remunerazione che i titoli governativi non offrono da tempo. Inoltre le politiche monetarie accomodanti costituiranno ulteriore sostegno ai listini ma, in una prospettiva di più lungo termine, è lecito dubitare che le performance stellari messe a segno negli ultimi anni dai mercati possano proseguire senza soluzione di continuità.

“In un ambiente di ritorni modesti e di pronunciata volatilità si può anche pensare a ridurre tatticamente, gradualmente, il rischio dei portafogli magari pensando anche ad aumentare le deleghe di secondo livello” suggerisce Carlo Benetti, Head of Market Research and Business Innovation di GAM (Italia) SGR, nell’Alpha e il Beta del 7 dicembre, che, inoltre, tiene a sottolineare come i mercati abbiano imboccato una certa lateralità, cioè mostrino un allargamento dei differenziali di performance tra i listini azionari e, al loro interno, maggiore dispersione settoriale. È un ambiente nel quale la gestione attiva esprime il proprio valore. “I consumi di base, gli industriali, l’energia e le utility hanno sofferto mentre sono andati molto meglio l’healthcare, le auto, la tecnologia. Il gestore attivo può anche utilizzare, se li conosce, gli strumenti della finanza comportamentale e approfittare di mercati che alternano fasi di ottimismo con fasi di pessimismo, innescate da segnali di crescita forte e quindi inasprimento delle politiche monetarie, o da crescita più debole e quindi attese di risposte politiche adeguate” puntualizza Carlo Benetti che, poi ricorda cosa ha affermato .

Julian Howard di GAM: “I gestori esperti riconoscono l’ampiezza dei movimenti degli indici e cercano di sfruttare con vantaggio le condizioni di ipervenduto o di ipercomprato”. Lo stesso discorso vale per il mercato obbligazionario sul quale gravitano diversi fattori con differente impatto. Da un lato, quello tendenzialmente più favorevole ad una graduale rialzo dei tassi e quindi ad un moderato ribasso delle quotazioni, giocano la crescita economica al di sotto del potenziale, le attese di ripresa dell’inflazione e una Federal Reserve pronta al rialzo dei tassi USA. Sull’altro versante, spingono invece l’eccesso globale di risparmio, il QE che continua in Giappone ed in Europa, e i bilanci societari con troppa liquidità. Le obbligazioni ad alto rendimento continuano a offrire buoni ritorni ma il rischio è nei possibili default (fallimenti) che potrebbero scattare nel settore energetico come conseguenza dei nuovi minimi del petrolio: anche nei bond, e in particolare nel credito, è pertanto il momento della gestione attiva, di strategie long/short, delle opportunità che si possono trovare nelle emissioni subordinate di emittenti di qualità. Ai movimenti settoriali nei listini, alle occasioni nel credito si affianca la ricerca di valore anche sulle valute, tenendo opportunamente conto dei diversi livelli di tassi e di ciclo.

“In conclusione si può affermare che è indispensabile una corretta diversificazione: i portafogli multiasset sono quelli meglio predisposti alla ricerca di valore nelle diverse classi di attivo, e alla individuazione di fonti di rendimenti diversificati per rischio” conclude Carlo Benetti.

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