Antonio Bottillo
Istituzionali, per il 2016 più flessibilità e strumenti alternativi
14 Dicembre 2015 11:33
studio sottolinea come gli investitori istituzionali a livello globale stiano non solo guardando con sempre maggiore interesse alle strategie non correlate e alternative, ma molti di essi prevedono di modificare nel 2016 il loro portafoglio verso queste asset class. Gli investimenti non tradizionali e tecniche di gestione alternative e non correlate possono, infatti, aiutare a diversificare le fonti di rendimento e a controllare meglio i rischi del portafoglio” commenta Antonio Bottillo, Executive Managing Director per l’Italia di Natixis Global Asset Management.
Lo studio al quale si riferisce è quello condotto da Natixis Global AM su 660 investitori istituzionali in tutto il mondo che ha permesso di evidenziare quali siano le loro aspettative sui mercati finanziari per il 2016 e le relative scelte di investimento. Tra gli elementi di maggiori rilievo emerge che le aspettative sono favorevoli al mercato azionario, visto primeggiare nel 2016 rispetto a qualsiasi altra asset class: forse anche per questo, il 42% degli investitori istituzionali ritiene di diminuire il peso del reddito fisso in portafoglio nel corso del 2016. Inoltre, mentre il 54% degli istituzionali prevede che la causa principale della volatilità di mercato nel 2016 possa essere attribuita alle politiche monetarie globali, emerge un desiderio di ricorrere agli asset non correlati e agli strumenti alternativi.
Un aspetto interessante delineato in base ai risultati del sondaggio è la relazione degli investitori istituzionali con la gestione attiva e con quella passiva. Infatti, se da un lato affiora che il 67% degli investitori ritiene che nel 2016 i fattori economici mondiali e la maggiore volatilità di mercato favoriranno la gestione attiva rispetto agli investimenti passivi, è altrettanto vero che gli istituzionali utilizzano gli investimenti gestiti attivamente per generare alfa (extra rendi memento rispetto al mercato di riferimento) e per l'esposizione verso asset non correlati, mentre fanno uso di investimenti gestiti passivamente soprattutto per le azioni e per ridurre al minimo le spese di gestione.
Infine, nel momento in cui è attesa la fase di graduale rialzo dei tassi USA da parte delle Fed americana, il 65% degli istituzionali ha intenzione di spostarsi da obbligazioni con duration (scadenza media) più lunga a quelle con duration più corta.
Lo studio al quale si riferisce è quello condotto da Natixis Global AM su 660 investitori istituzionali in tutto il mondo che ha permesso di evidenziare quali siano le loro aspettative sui mercati finanziari per il 2016 e le relative scelte di investimento. Tra gli elementi di maggiori rilievo emerge che le aspettative sono favorevoli al mercato azionario, visto primeggiare nel 2016 rispetto a qualsiasi altra asset class: forse anche per questo, il 42% degli investitori istituzionali ritiene di diminuire il peso del reddito fisso in portafoglio nel corso del 2016. Inoltre, mentre il 54% degli istituzionali prevede che la causa principale della volatilità di mercato nel 2016 possa essere attribuita alle politiche monetarie globali, emerge un desiderio di ricorrere agli asset non correlati e agli strumenti alternativi.
Un aspetto interessante delineato in base ai risultati del sondaggio è la relazione degli investitori istituzionali con la gestione attiva e con quella passiva. Infatti, se da un lato affiora che il 67% degli investitori ritiene che nel 2016 i fattori economici mondiali e la maggiore volatilità di mercato favoriranno la gestione attiva rispetto agli investimenti passivi, è altrettanto vero che gli istituzionali utilizzano gli investimenti gestiti attivamente per generare alfa (extra rendi memento rispetto al mercato di riferimento) e per l'esposizione verso asset non correlati, mentre fanno uso di investimenti gestiti passivamente soprattutto per le azioni e per ridurre al minimo le spese di gestione.
Infine, nel momento in cui è attesa la fase di graduale rialzo dei tassi USA da parte delle Fed americana, il 65% degli istituzionali ha intenzione di spostarsi da obbligazioni con duration (scadenza media) più lunga a quelle con duration più corta.