Antonio Bottillo
Outlook 2016: più volatilità, più prudenza, più selezione
17 Dicembre 2015 10:34
prossimo anno non contribuiranno a condizionare i mercati soltanto dinamiche di tipo macro come le politiche monetarie o la crescita economica in Cina ma anche tensioni geopolitiche ed eventi legati alla vita politica di alcuni paesi chiave come gli Stati Uniti. Nelle analisi degli investitori avranno certamente un peso anche trend di lungo periodo e tematiche legate alla sostenibilità del pianeta, come le disuguaglianze sociale o gli investimenti a basso impatto climatico” fa presente Antonio Bottillo, Executive Managing Director per l’Italia di Natixis Global Asset Management, secondo il quale è utile che tutti questi elementi siano analizzati e inseriti in una corretta costruzione del portafoglio che aiuti il risparmiatore a navigare in contesti di mercato sempre più complessi.
In quest’ottica, Natixis GAM ha coinvolto quattro esperti del gruppo per esaminare i diversi fattori che potrebbero influenzare lo scenario di investimento nel 2016. David Lafferty, CFA®, Chief Market Strategist di Natixis Global Asset Management, per esempio, ritiene che, nel 2016, prevarrà il dibattito su quanto verranno aumentati i tassi dalla Fed. Certo, ammette l’esperto, l'effetto del primo rialzo dei tassi in circa 9 anni si avvertirà sui mercati ma sarà comunque, soprattutto, una fonte di maggiore volatilità per gli asset di rischio. In ogni caso, David Lafferty consiglia agli investitori di mantenere aspettative di rendimento complessivamente contenute per i propri portafogli. I rendimenti azionari saranno positivi (circa 7% - 8%) mentre, alla luce di una prospettiva di un graduale aumento dei tassi di interesse, le obbligazioni di alta qualità faticheranno ad ottenere rendimenti positivi.
Secondo David Lafferty i settori più rischiosi del mercato obbligazionario, tra cui il credito investment-grade e high-yield, dovrebbero offrire più valore mentre le strategie non tradizionali e le tecniche di gestione alternative possono fornire rendimenti risk adjusted (cioè corretti per la volatilità) interessanti a fronte dell'aumento della dispersione degli asset e delle difficoltà dell’asset allocation tradizionale fra azioni e obbligazioni causate dall’imminente aumento dei tassi d’interesse e dal contesto di lenta crescita globale.
Infine, sempre secondo David Lafferty, dopo aver sottoperformato rispetto ai mercati sviluppati per gran parte degli ultimi tre anni, le valutazioni sui mercati emergenti cominciano ad essere nuovamente interessanti: il contesto resta incerto, ma probabilmente nel corso del 2016, i mercati emergenti dovrebbero riuscire a riacquistare parte del loro vecchio lustro.
Philippe Waechter, Chief Economist di Natixis Asset Management, dal canto suo, delinea uno scenario nel quale l'economia globale nel 2016 sarà caratterizzata da una lenta crescita trainata dai paesi sviluppati, mentre dovrebbero proseguire importanti transizioni in Cina e nei paesi emergenti. In tale contesto, i prezzi del petrolio dovrebbero rimanere bassi e non alimentare tassi di inflazione più elevati. Philippe Waechter si mostra però moderatamente positivo sulla zona euro. “Un nuovo slancio per la crescita nel 2016 dovrebbe provenire dalla zona euro. Tale miglioramento, seppur moderato, potrebbe alimentare la ripresa degli scambi internazionali. Ne trarrebbero vantaggio i paesi emergenti, per i quali l'Europa è un importante cliente. Naturalmente, vi è sempre il rischio di una crescita inferiore a quella attesa a causa dei tanti rischi politici e geopolitici internazionali”.
Sono invece tre i fattori che generano le maggiori pressioni sulla politica americana in base delle riflessioni di John Hailer, President, CEO di Natixis Global Asset Management – the Americas and Asia: crescita economica, differenze sociali, elezioni. Il manager ritiene che gli elettori si focalizzeranno su tutti e tre nell'affrontare la retorica e i dibattiti teatrali che precederanno le elezioni presidenziali statunitensi del 2016.
Il suo collega, Jens Peers, Chief Investment Officer, Sustainable Equities di Mirova, sostiene invece che, a seguito del summit sul clima (COP21) tenutosi a Parigi all’inizio di dicembre, una delle sfide che gli investitori dovranno affrontare nel 2016 sarà quella di implementare nei portafogli le tematiche in ambito ambientale e di sostenibilità discusse nel summit e che hanno portato alla ratifica di un accordo. “I green bond, gli investimenti diretti in infrastrutture sostenibili e gli investimenti in azioni quotate rappresentano opportunità per contribuire in modo significativo alla transizione verso un modello economico a basse emissioni (low carbon) e per ridurre l’impatto in termini di emissioni (carbon footprint) dei portafogli di investimento” puntualizza infatti Jens Peers.
In quest’ottica, Natixis GAM ha coinvolto quattro esperti del gruppo per esaminare i diversi fattori che potrebbero influenzare lo scenario di investimento nel 2016. David Lafferty, CFA®, Chief Market Strategist di Natixis Global Asset Management, per esempio, ritiene che, nel 2016, prevarrà il dibattito su quanto verranno aumentati i tassi dalla Fed. Certo, ammette l’esperto, l'effetto del primo rialzo dei tassi in circa 9 anni si avvertirà sui mercati ma sarà comunque, soprattutto, una fonte di maggiore volatilità per gli asset di rischio. In ogni caso, David Lafferty consiglia agli investitori di mantenere aspettative di rendimento complessivamente contenute per i propri portafogli. I rendimenti azionari saranno positivi (circa 7% - 8%) mentre, alla luce di una prospettiva di un graduale aumento dei tassi di interesse, le obbligazioni di alta qualità faticheranno ad ottenere rendimenti positivi.
Secondo David Lafferty i settori più rischiosi del mercato obbligazionario, tra cui il credito investment-grade e high-yield, dovrebbero offrire più valore mentre le strategie non tradizionali e le tecniche di gestione alternative possono fornire rendimenti risk adjusted (cioè corretti per la volatilità) interessanti a fronte dell'aumento della dispersione degli asset e delle difficoltà dell’asset allocation tradizionale fra azioni e obbligazioni causate dall’imminente aumento dei tassi d’interesse e dal contesto di lenta crescita globale.
Infine, sempre secondo David Lafferty, dopo aver sottoperformato rispetto ai mercati sviluppati per gran parte degli ultimi tre anni, le valutazioni sui mercati emergenti cominciano ad essere nuovamente interessanti: il contesto resta incerto, ma probabilmente nel corso del 2016, i mercati emergenti dovrebbero riuscire a riacquistare parte del loro vecchio lustro.
Philippe Waechter, Chief Economist di Natixis Asset Management, dal canto suo, delinea uno scenario nel quale l'economia globale nel 2016 sarà caratterizzata da una lenta crescita trainata dai paesi sviluppati, mentre dovrebbero proseguire importanti transizioni in Cina e nei paesi emergenti. In tale contesto, i prezzi del petrolio dovrebbero rimanere bassi e non alimentare tassi di inflazione più elevati. Philippe Waechter si mostra però moderatamente positivo sulla zona euro. “Un nuovo slancio per la crescita nel 2016 dovrebbe provenire dalla zona euro. Tale miglioramento, seppur moderato, potrebbe alimentare la ripresa degli scambi internazionali. Ne trarrebbero vantaggio i paesi emergenti, per i quali l'Europa è un importante cliente. Naturalmente, vi è sempre il rischio di una crescita inferiore a quella attesa a causa dei tanti rischi politici e geopolitici internazionali”.
Sono invece tre i fattori che generano le maggiori pressioni sulla politica americana in base delle riflessioni di John Hailer, President, CEO di Natixis Global Asset Management – the Americas and Asia: crescita economica, differenze sociali, elezioni. Il manager ritiene che gli elettori si focalizzeranno su tutti e tre nell'affrontare la retorica e i dibattiti teatrali che precederanno le elezioni presidenziali statunitensi del 2016.
Il suo collega, Jens Peers, Chief Investment Officer, Sustainable Equities di Mirova, sostiene invece che, a seguito del summit sul clima (COP21) tenutosi a Parigi all’inizio di dicembre, una delle sfide che gli investitori dovranno affrontare nel 2016 sarà quella di implementare nei portafogli le tematiche in ambito ambientale e di sostenibilità discusse nel summit e che hanno portato alla ratifica di un accordo. “I green bond, gli investimenti diretti in infrastrutture sostenibili e gli investimenti in azioni quotate rappresentano opportunità per contribuire in modo significativo alla transizione verso un modello economico a basse emissioni (low carbon) e per ridurre l’impatto in termini di emissioni (carbon footprint) dei portafogli di investimento” puntualizza infatti Jens Peers.