Ethenea
Un mercato per niente adatto agli investitori timorosi
15 Gennaio 2016 11:11
sintesi, prevediamo grosso modo una prosecuzione del 2015: pertanto, un mercato per niente adatto agli investitori timorosi” fanno sapere Yves Longchamp, CFA, Head of Research presso ETHENEA Independent Investors (Schweiz) AG, e Guido Barthels, CIO e Portfolio Manager di ETHENEA Independent Investors S.A.
Secondo gli esperti gli aggettivi turbolento e volatile descriveranno ancora in modo appropriato il mercato dei capitali a fine 2016. I dati macroeconomici generali non fanno presagire grandi cambiamenti a livello di rendimenti. I mercati obbligazionari europei, in particolare quello dei Bund, continueranno a offrire rendimenti poco allettanti. Solo il mercato obbligazionario statunitense sembra esibire ancora un leggero potenziale, sulla base delle previsioni di ETHENEA, secondo cui la crescita degli USA proseguirà, pur avendo già raggiunto il suo apice. Gli spread creditizi su ambo le sponde dell’Atlantico non sono tanto influenzati dal valore e dall’effettivo rischio di default creditizio, ma sono piuttosto il risultato dell’offerta e della domanda in un mercato ristretto.
“Per chi va a caccia di buone occasioni, vi sono già alcune opportunità interessanti mentre i mercati azionari si limiteranno a seguire il trend del 2015, caratterizzato dall’alta volatilità” sottolineano gli esperti che preferiscono astenersi dal fare pronostici sulla possibilità che si materializzi un trend specifico per il 2016, dal momento che tale evenienza dipende da un elevato numero di variabili esogene.
“Nell’insieme, la struttura del mercato continua a svilupparsi in direzione di una minore (anziché maggiore) sicurezza a fronte di marcate distorsioni di mercato. Un rafforzamento della regolamentazione, una diminuzione degli operatori di mercato, una propensione al rischio via via più debole nonché rendimenti più bassi e quotazioni azionarie elevate potrebbero essere i segnali premonitori di una tempesta perfetta “ sostiene Guido Barthels, facendo riferimento all’evento catastrofico descritto da Sebastian Junger nel suo libro sul naufragio del peschereccio Andrea Gail. In quel caso un ciclone, una tempesta tropicale e una tempesta polare si erano dati appuntamento con un esito catastrofico, almeno per l’equipaggio del peschereccio.
“Naturalmente continueremo a essere prudenti nel rispetto del nostro principio di preservazione del capitale, per evitare di fare la fine dell’equipaggio dell’Andrea Gail nel 2016” è la promessa finale degli intenditori.
Secondo gli esperti gli aggettivi turbolento e volatile descriveranno ancora in modo appropriato il mercato dei capitali a fine 2016. I dati macroeconomici generali non fanno presagire grandi cambiamenti a livello di rendimenti. I mercati obbligazionari europei, in particolare quello dei Bund, continueranno a offrire rendimenti poco allettanti. Solo il mercato obbligazionario statunitense sembra esibire ancora un leggero potenziale, sulla base delle previsioni di ETHENEA, secondo cui la crescita degli USA proseguirà, pur avendo già raggiunto il suo apice. Gli spread creditizi su ambo le sponde dell’Atlantico non sono tanto influenzati dal valore e dall’effettivo rischio di default creditizio, ma sono piuttosto il risultato dell’offerta e della domanda in un mercato ristretto.
“Per chi va a caccia di buone occasioni, vi sono già alcune opportunità interessanti mentre i mercati azionari si limiteranno a seguire il trend del 2015, caratterizzato dall’alta volatilità” sottolineano gli esperti che preferiscono astenersi dal fare pronostici sulla possibilità che si materializzi un trend specifico per il 2016, dal momento che tale evenienza dipende da un elevato numero di variabili esogene.
“Nell’insieme, la struttura del mercato continua a svilupparsi in direzione di una minore (anziché maggiore) sicurezza a fronte di marcate distorsioni di mercato. Un rafforzamento della regolamentazione, una diminuzione degli operatori di mercato, una propensione al rischio via via più debole nonché rendimenti più bassi e quotazioni azionarie elevate potrebbero essere i segnali premonitori di una tempesta perfetta “ sostiene Guido Barthels, facendo riferimento all’evento catastrofico descritto da Sebastian Junger nel suo libro sul naufragio del peschereccio Andrea Gail. In quel caso un ciclone, una tempesta tropicale e una tempesta polare si erano dati appuntamento con un esito catastrofico, almeno per l’equipaggio del peschereccio.
“Naturalmente continueremo a essere prudenti nel rispetto del nostro principio di preservazione del capitale, per evitare di fare la fine dell’equipaggio dell’Andrea Gail nel 2016” è la promessa finale degli intenditori.