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Mercati europei, la correzione non supererà il 25 per cento

27 Gennaio 2016 10:45

financialounge -  fondamentali Rob Jones Scott Meech UBP
ercati europei potrebbero ancora scendere, in linea con ciò che è accaduto in altre situazioni simili sperimentate nel 2011 e nel 2015 di circa il 20-25% dalla fase di picco a quella peggiore. Tuttavia, non ci aspettiamo niente di peggio, in assenza di un’ulteriore, imprevedibile crisi” fanno sapere Rob Jones e Scott Meech, Co-Head del team azionario europeo di Union Bancaire Privée (UBP), che subito dopo citano la visione del team azionario europeo della casa: “Dopo la partenza d’anno negativa, lo scenario europeo suggerisce più una correzione come quelle viste nel 2011 e nel 2015, piuttosto che il serio crollo del 2000 e del 2008”.

D’altra parte le condizioni economiche in Europa sono maggiormente di supporto e, a differenza degli USA, ci si trova in una fase di espansione monetaria. Ciò, insieme all’euro debole e a un basso prezzo del petrolio, fornisce uno stimolo ai consumatori europei (e in molti casi anche alle aziende). Inoltre, le aspettative sulla crescita dei profitti per l’Europa si sono già abbassate al +6% per il 2016. Questo rappresenta il livello più basso dal 1988. Anche i rapporti buy/sell degli analisti sono ai minimi da molti anni.

Fondamentali che, per Rob Jones e Scott Meech, dovrebbero prevalere sulle diverse ragioni che sembrerebbero essere alla radice dell’attuale correzione dei mercati: dalla crescita economica cinese più lenta degli ultimi 25 anni al primo aumento del tasso di interesse negli USA da 9 anni, dalla fine di una delle più lunghe corse al rialzo azionario negli USA ai prezzi del petrolio a livelli minimi, fino alla correzione ampia ma con una minore distinzione nei settori rispetto alle precedenti rotazioni.

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