Carlo Benetti

Mercati, i fondamentali sostengono la tesi del recupero

28 Gennaio 2016 10:36

financialounge -  Carlo Benetti Europa fondamentali GAM orizzonte temporale
molto probabile che vendere azioni in condizioni di così elevato stress sarebbe stato, e sarebbe, un errore: si contabilizzerebbe la perdita e si rinuncerebbe alla possibilità di partecipare al recupero che, stando alla lettura dei fondamentali, sembra essere nelle carte” sostiene Carlo Benetti, Head of Market Research and Business Innovation di GAM (Italia) SGR nell’Alpha e iI Beta del 25 gennaio.

Guardando al lungo termine, il manager suggerisce di attrezzare il portafoglio con strumenti estremamente diversificati, flessibili, neutrali alla direzionalità del mercato perché il mantra del 2016, come già ricordato, sarà la preservazione del capitale.

Guardando invece ai violenti movimenti del mercato di queste ultime settimane, per Carlo Benetti è opportuno tornare a ragionare sul valore del tempo tenendo a mente che le condizioni attuali propendono per un aumento dell’entropia (graduale degenerazione di un sistema verso il massimo disordine ) anche perché, nel 2015 è cambiato qualcosa di importante: i fattori che hanno sostenuto la ripresa degli ultimi sette anni, Cina, prezzi delle materie prime, paesi emergenti ed afflusso di capitali a basso costo, si sono invertiti.

“In ogni caso, le escursioni di volatilità di queste settimane ribadiscono che l’esito dello scenario dipende (ancora) dalle banche centrali” puntualizza Carlo Benetti secondo il quale, al fine di garantire sostenibilità alla crescita economica e soprattutto per rimuovere i disequilibri, sono indispensabili politiche economiche concertate (come sono state concertate quelle monetarie) e cooperazione internazionale. Per il manager ciò che non è semplice, e tantomeno si intravede, è un concerto internazionale che tenti di disinnescare i rischi geo politici e di contrastare i disequilibri globali. Nel frattempo gli investitori si trovano alle prese con l’incertezza e con decisioni di allocazione mentre si allarga il divario tra i movimenti di mercato ed i fondamentali dell’economia. “

Come già ricordato più volte, faremo i conti per un po’ di tempo con rendimenti modesti e elevata volatilità, sopportabile solo se ci si attrezza, nelle scelte allocative e soprattutto nella testa, a pensare per intervalli di tempo lunghi” sottolinea Carlo Benetti che poi conclude snocciolando alcuni punti a favore dell’Europa: “L’economia europea reagisce ad anni di doloroso aggiustamento dei conti: dopo il severo deleveraging è ripartita l’attività creditizia e si registra, finalmente, una ripresa della domanda interna nei paesi periferici come Spagna, Irlanda, Italia. Sulla base del semplice rapporto prezzi utili le azioni europee trattano leggermente a premio sulla media di lungo termine ma gli utili sono su livelli storicamente bassi. Se si considera lo stesso rapporto al netto degli effetti ciclici (lo Shiller P/E) le azioni europee sono scambiate al di sotto della mediana di lungo termine, mostrando di essere decisamente più interessanti del listino americano”.

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