Columbia Threadneedle Investments

Non è questo il momento di gettare la spugna

29 Gennaio 2016 09:23

financialounge -  Columbia Threadneedle Investments crescita economica Mark Burgess mercati azionari orizzonte temporale rendimenti volatilità
lentamento della Cina, l’avvio della normalizzazione dei tassi USA, le tensioni geopolitiche internazionali e il continuo calo del prezzo del petrolio. Ma anche la forza del dollaro, la liquidità, gli spread creditizi e le prospettive di una Brexit: sono alcune delle principali fonti di volatilità che continuano a destare grandi preoccupazioni sui mercati.

“Tuttavia non è questo il momento di gettare la spugna, come hanno suggerito alcuni catastrofisti e analisti amanti del pugilato” è il consiglio di Mark Burgess, Chief Investment Officer EMEA e Responsabile azionario globale di Columbia Threadneedle Investments, secondo il quale gli investitori devono essere consapevoli che il 2016 sarà caratterizzato da uno scenario di crescita modesta e rendimenti contenuti, con margini societari penalizzati dalla debolezza della domanda finale e dall'eccesso di capacità in diversi settori. Mark Burgess sottolinea infatti che i gestori attivi che attuano strategie di multi-asset allocation sono ben posizionati per sopportare shock a breve termine sui mercati.

“L'alta marea del QE globale che finora ha tenuto a galla tutte le barche comincerà a scendere, rendendo opportuna una differenziazione all'interno delle asset class e tra di esse. In tale contesto, l'enfasi sulle valutazioni e sui fondamentali, oppure su un approccio d'investimento tradizionale, dovrebbe rivelarsi più importante che negli ultimi anni, durante i quali i mercati sono stati sostenuti da una liquidità abbondante e crescente” fa sapere il manager che poi ricorda come gli investitori a più lungo termine sappiano che quella che può essere avvertita come una situazione di emergenza nel breve termine potrebbe non avere la stessa importanza a distanza di alcuni anni, per cui un approccio d'investimento tradizionale può essere particolarmente appropriato nell'attuale contesto volatile. Un contesto che potrebbe beneficiare di alcuni indicatori di stabilità (accettazione del rallentamento della crescita economica in Cina, stabilizzazione dei prezzi del petrolio e politica monetaria della Fed meno aggressiva di quella preventivata a fine 2015).

“In termini di valutazioni, continuiamo a preferire le azioni alle obbligazioni e per il momento prevediamo di mantenere questo posizionamento nei nostri portafogli di asset allocation, benché con minor convinzione rispetto al passato” conclude Mark Burgess la cui tesi è sostenuta dall’andamento storico sul più lungo termine, in cui le azioni continuano ad essere più interessanti rispetto alle obbligazioni.

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