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Fondi, 2015 record in Europa ma flussi concentrati su pochi prodotti

9 Febbraio 2016 09:00

financialounge -  fondi alternativi Fondi azionari Fondi bilanciati fondi comuni fondi flessibili Fondi obbligazionari Lipper
no che si è appena concluso è stato da record per l’industria europea dei fondi comuni di investimento in termini di raccolta netta ma i flussi di investimento si sono indirizzati su un numero di fondi e sicav molto limitato.

In base al report annuale pubblicato da Lipper, infatti, nel 2015 la raccolta netta europea dei fondi comuni a medio lungo termine (quelli cioè consigliati per un orizzonte temporale di almeno 12 mesi) si è attestata a 328,8 miliardi di euro ma i primi 10 fondi, in termini di influssi annuali netti, hanno calamitato 45,7 miliardi di euro, cioè il 13,9% del totale della raccolta. Tenendo conto che i fondi e i comparti di Sicav disponibili sul mercato sono oltre 20 mila, si comprende facilmente come le sottoscrizioni abbiano privilegiato un numero molto limitato di prodotti. Si tratta di un fenomeno non nuovo ma che si conferma (e tende ad amplificarsi) di anno in anno e che deve far riflettere gli asset manager attivi sul mercato.

Detto questo, è interessante notare che se, i fondi bilanciati e flessibili misti con 95,4 miliardi di euro, sono risultati la categoria più acquistata in Europa l'anno, al secondo posto si sono piazzati, un po’ a sorpresa, i fondi UCITS alternativi (89,4 miliardi) davanti agli azionari (+ 79,8 miliardi) e agli obbligazionari (+64,7 miliardi): seguono poi i prodotti immobiliari (+ 8,4 miliardi) e i fondi specializzati sulle materie prime (+1,9 miliardi).

Entrando più nello specifico delle sotto categoria, i fondi best seller sono stati quelli azionari Europa (+ 36,5 miliardi), seguiti dagli obbligazionari globali (+31,1 miliardi), dai bilanciato flessibili globali in euro (+26,1 miliardi), dagli Absolute Return (+24,5 miliardi), e dagli azionari zona euro (+22,4 miliardi). All'altra estremità, le categorie che hanno subito più disinvestimenti sono state quella degli azionari USA (-18,3 miliardi per il 2015), degli azionari Asia Pacifico ex Giappone (- 12,7 miliardi) e degli azionari paesi emergenti (-10,4 miliardi).

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