capitulation
Cathy Curtis: guadate al trend storico del mercato azionario
15 Febbraio 2016 09:10
articolo “Le sfide della consulenza finanziaria: una esperienza statunitense”, Cathy Curtis, una delle più influenti consulenti finanziarie statunitensi secondo CNBC, ha rivelato i segreti del personal branding (l’arte di proporre la propria attività professionale sul mercato concentrandosi non soltanto sul valore ma anche sulle modalità di promozione) e di come le donne possono affermarsi sul mercato in questa delicata professione.
In questo articolo l’esperta, partendo dalle attuali tensioni sui mercati finanziari, e dall’analisi del settore bancario oggetto di un violento sell off (vendita sul mercato di titoli senza limitazione di prezzo e di quantità) fornisce preziosi consigli ai risparmiatori sempre più disorientati.
Sembra che i mercati in Europa e Usa potrebbero essere entrati nella fase che tecnicamente si definisce capitulation, o quanto meno di profonda correzione. Come financial planner, cosa consiglia ai clienti? Cercare rifugio in porti sicuri? Cogliere l'occasione per entrare sui minimi? O limitarsi a tenere giù la testa?
"Il mio consiglio ai clienti dipende dalla loro tolleranza al rischio, dalle aspettative di rendimento e dall'orizzonte temporale. I clienti più giovani e con un buon reddito possono permettersi di sostenere più rischi, in questo caso una correzione importante può essere l'occasione di comprare o di spostarsi su asset più rischiosi. Clienti più avanti con l'età hanno meno tolleranza al rischio, sia perchè sono vicini al pensionamento o sono già in pensione e vivono di reddito fisso. In questo caso preferisco non toccare l'asset allocation in presenza di una correzione importante e aspettare che il mercato si stabilizzi per apportare eventualmente modifiche al portafoglio. E faccio del mio meglio per educare i clienti sulla natura del mercato azionario e sui suoi rischi, in modo che non si facciano prendere dal panico quando arrivano i momenti difficili".
Le banche in Europa ma anche in USA sono state particolarmente colpite a partire da inizio anno. Quale è a suo avviso il principale fattore dietro questo fenomeno?
"Credo che gli investitori temano che il rallentamento della crescita globale, il calo del prezzo del petrolio e tassi di interesse bassissimi continueranno ad impattare negativamente le istituzioni finanziarie. In particolare, gli investitori si aspettavano che la Fed avrebbe alzato i tassi diverse volte nel corso di quest'anno, ma adesso su questa prospettiva è calata l'incertezza. Quando i tassi salgono le banche ne traggono beneficio e oggi il sentiment è che la Fed non sarà aggressiva più di tanto".
Secondo lei, quale è il consiglio più importante che un financial planner può dare ai clienti quando finiscono in preda al panico in occasione di un passaggio drammatico del mercato come quello attuale?
"Di guadare al trend storico del mercato azionario. La natura delle azioni è di essere volatili, ma la volatilità non implica la direzione di lungo termine dei prezzi. Finchè viviamo in un mondo in cui l'obiettivo delle imprese e delle economie resta la crescita, l'investimento in azioni ha senso. Negli USA, le pensioni private non sono così diffuse, e la previdenza sociale non è sufficiente, per questo assumersi qualche rischio e investire in azioni e in bond costituisce l'unica alternativa. Inoltre, c'è chi ritiene che il financial advisor debba essere in grado di prevedere gli storni del mercato e tirar fuori i clienti prima che arrivino, ma in realtà sono molto pochi al mondo quelli in grado di anticipare il mercato, indipendentemente dall'esperienza che si possa avere. Così il rapporto con il cliente è anche un processo educativo, nel quale è importante trasmettere al cliente che tu advisor non sei in grado di anticipare il mercato e non sarai sempre in grado di prevedere cosa accadrà sul mercato. Il meglio che può fare un advisor è seguire le notizie economiche, le valutazioni di azioni e bond, e prendere buone decisioni tattiche su quali asset class sottopesare o sovrappesare in quel determinato momento sulla base dei prezzi. Credo che il mio lavoro sia tenere il cliente investito in asset allocation appropriate sia nelle fasi positive che in quelle negative, ed avere fiducia nella direzione a lungo termine di azioni e bond".
In questo articolo l’esperta, partendo dalle attuali tensioni sui mercati finanziari, e dall’analisi del settore bancario oggetto di un violento sell off (vendita sul mercato di titoli senza limitazione di prezzo e di quantità) fornisce preziosi consigli ai risparmiatori sempre più disorientati.
Sembra che i mercati in Europa e Usa potrebbero essere entrati nella fase che tecnicamente si definisce capitulation, o quanto meno di profonda correzione. Come financial planner, cosa consiglia ai clienti? Cercare rifugio in porti sicuri? Cogliere l'occasione per entrare sui minimi? O limitarsi a tenere giù la testa?
"Il mio consiglio ai clienti dipende dalla loro tolleranza al rischio, dalle aspettative di rendimento e dall'orizzonte temporale. I clienti più giovani e con un buon reddito possono permettersi di sostenere più rischi, in questo caso una correzione importante può essere l'occasione di comprare o di spostarsi su asset più rischiosi. Clienti più avanti con l'età hanno meno tolleranza al rischio, sia perchè sono vicini al pensionamento o sono già in pensione e vivono di reddito fisso. In questo caso preferisco non toccare l'asset allocation in presenza di una correzione importante e aspettare che il mercato si stabilizzi per apportare eventualmente modifiche al portafoglio. E faccio del mio meglio per educare i clienti sulla natura del mercato azionario e sui suoi rischi, in modo che non si facciano prendere dal panico quando arrivano i momenti difficili".
Le banche in Europa ma anche in USA sono state particolarmente colpite a partire da inizio anno. Quale è a suo avviso il principale fattore dietro questo fenomeno?
"Credo che gli investitori temano che il rallentamento della crescita globale, il calo del prezzo del petrolio e tassi di interesse bassissimi continueranno ad impattare negativamente le istituzioni finanziarie. In particolare, gli investitori si aspettavano che la Fed avrebbe alzato i tassi diverse volte nel corso di quest'anno, ma adesso su questa prospettiva è calata l'incertezza. Quando i tassi salgono le banche ne traggono beneficio e oggi il sentiment è che la Fed non sarà aggressiva più di tanto".
Secondo lei, quale è il consiglio più importante che un financial planner può dare ai clienti quando finiscono in preda al panico in occasione di un passaggio drammatico del mercato come quello attuale?
"Di guadare al trend storico del mercato azionario. La natura delle azioni è di essere volatili, ma la volatilità non implica la direzione di lungo termine dei prezzi. Finchè viviamo in un mondo in cui l'obiettivo delle imprese e delle economie resta la crescita, l'investimento in azioni ha senso. Negli USA, le pensioni private non sono così diffuse, e la previdenza sociale non è sufficiente, per questo assumersi qualche rischio e investire in azioni e in bond costituisce l'unica alternativa. Inoltre, c'è chi ritiene che il financial advisor debba essere in grado di prevedere gli storni del mercato e tirar fuori i clienti prima che arrivino, ma in realtà sono molto pochi al mondo quelli in grado di anticipare il mercato, indipendentemente dall'esperienza che si possa avere. Così il rapporto con il cliente è anche un processo educativo, nel quale è importante trasmettere al cliente che tu advisor non sei in grado di anticipare il mercato e non sarai sempre in grado di prevedere cosa accadrà sul mercato. Il meglio che può fare un advisor è seguire le notizie economiche, le valutazioni di azioni e bond, e prendere buone decisioni tattiche su quali asset class sottopesare o sovrappesare in quel determinato momento sulla base dei prezzi. Credo che il mio lavoro sia tenere il cliente investito in asset allocation appropriate sia nelle fasi positive che in quelle negative, ed avere fiducia nella direzione a lungo termine di azioni e bond".