approccio contrarian
Idee di investimento – Azioni – 15 febbraio 2016
15 Febbraio 2016 09:13
teniamo la nostra posizione in sovrappeso moderato verso i mercati azionari e le obbligazioni ad alto rendimento. Tuttavia, dal momento che non intravediamo alcun sbocco immediato verso una risoluzione delle attuali ragioni di tensione sui mercati, ci aspettiamo che la volatilità resti piuttosto elevata nel prossimo periodo. Allo stesso tempo, ci impegniamo a seguire con attenzione l’evoluzione della crisi dei mercati e, in particolare, i rischi sistemici che potrebbero influenzare l’economia reale. In ogni caso, al momento riteniamo che gli investitori dovrebbero mantenersi freddi in questo scenario” puntualizza, nell’articolo “Perché gli investitori dovrebbero mantenersi freddi in questo scenario”, Christophe Bernard, Chief Strategist di Vontobel.
Una tesi che trova supporto nel fatto che le opportunità d’investimento esistono anche (e soprattutto) quando i mercati sono estremamente volatili. In modo particolare per i gestori attivi che cercano di minimizzare l’esposizione ad aziende, settori e paesi che sono influenzati negativamente dalla caduta del petrolio e di altre materie prime. “Ma mentre i gestori attivi aggiungeranno valore durante periodi di volatilità, gli investitori dovranno non farsi prendere dal panico” tiene a sottolineare nell’articolo “Alta volatilità, gli investitori dovranno fare la loro parte” Alessandro Aspesi, Country Head Italia di Columbia Threadneedle Investments, secondo il quale gli investitori a lungo termine dovrebbero cercare di rimanere fiduciosi. “Il calo dei prezzi del petrolio e la benzina più conveniente per i consumatori, i quali possono anche scegliere di spendere il denaro in altri settori, sono fattori positivi per l’economia. Infine, sebbene molte aziende siano state vendute indiscriminatamente in queste settimane turbolenti, queste rimangono ancora ottimi investimenti” sottolinea infatti Alessandro Aspesi.
Tuttavia, per sfruttare le occasioni che già oggi stanno emergendo sui mercati, è necessario assumere posizioni di portafoglio che potrebbero essere penalizzate nel breve termine. “La ragione per cui siamo così concentrati sulle valutazioni è dovuta al fatto che, nel lungo termine hanno dimostrato di avere un’elevata correlazione con i rendimenti degli investimenti. Quest’approccio si contrappone alla focalizzazione su fattori (quali, per esempio, la crescita del PIL), che storicamente hanno invece evidenziato legami quasi inesistenti con i rendimenti degli investimenti a lungo termine” è quanto sostiene Stephanie Butcher, gestore del Team Invesco European Equities nell’articolo “Azioni, approccio contrarian ma focalizzato sulle valutazioni”. “La natura a lungo termine del nostro stile d’investimento è un indubbio vantaggio competitivo ai nostri occhi: un numero sempre minore di partecipanti al mercato ha infatti la capacità di adottare un’ottica di lungo termine. Per esempio, per quel che riguarda il settore energetico ragioniamo veramente in un’ottica di 2-3 anni in considerazione di fattori quali profondi cambiamenti industriali, riduzioni di costi, spese in conto capitale, focalizzazione sui rendimenti e allocazione di capitale. È quasi impossibile per un investitore a breve termine acquistare ora titoli petroliferi, malgrado non siano mai stati scambiati a rapporti prezzo/valore contabile storicamente così bassi, in quanto gli andamenti settoriali sono dettati di ora in ora dagli andamenti delle quotazioni del greggio” confida Stephanie Butcher.
Restando in tema di quotazioni petrolifere, per Fidelity International, è indispensabile selezionare i settori e i singoli titoli che potranno beneficiare in misura maggiore di un prezzo del petrolio che si manterrà basso ancora per un certo periodo di tempo. Senza però trascurare come verranno utilizzati, in seguito, dai consumatori gli introiti derivanti dai ridotti prezzi dell’energia: un loro maggior impiego per la spesa potrebbe rilanciare la domanda e, di conseguenza, i mercati azionari. Come spiegato nei dettagli nell’articolo “Prezzo del petrolio, tutte le implicazioni sugli investimenti”, tra i settori avvantaggiati dal crollo del greggio, figurano l’automotive, l’agricoltura e i prodotti chimici. Il calo delle quotazioni petrolifere favorisce la domanda di veicoli a motore, in particolare di veicoli ad alti consumi come i SUV. In agricoltura, invece, il calo delle quotazioni petrolifere tende a far scendere i costi di gestione, tra cui i costi di trasporti, fertilizzanti e macchinari agricoli. Nell’ambito dei prodotti chimici, le società produttrici risparmiano nell’acquisto di materie prime, tra le quali il greggio è una delle voci principali.
Nannette Hechler-Fayd’herbe, Head of Investment Strategy di Credit Suisse, dal canto suo, partendo dal presupposto che il prezzo del petrolio non è sceso per via della debolezza della domanda, ma poiché l’offerta non è stata sufficientemente contenuta e le scorte sono rimaste molto elevate, ritiene che il riequilibrio sarà probabilmente lento . Nell’articolo “Petrolio a 30 dollari, ecco le strategie di portafoglio”, la strategist prevede che i prezzi del petrolio resteranno ancora in un range di negoziazione più basso, e acquisterà i beneficiari dei bassi prezzi del petrolio, come titoli dei beni di consumo ciclici europei, del settore auto, di compagnie aeree e navi da crociera, vendendo pesantemente gli indici azionari dei mercati emergenti (ME) orientati alle esportazioni di materie prime di Sudafrica, Brasile e Perù.
Un altro settore penalizzato dal mercato nelle ultime settimane è stato quello del lusso e, secondo, Scilla Huang Sun, responsabile delle strategie azionarie sul lusso di GAM, lo è stato ingiustamente. La manager ricorda che, nell’articolo “Lusso, le trimestrali confermano la solidità del settore”, i brand del lusso vantano una buona gestione, realizzano margini e profitti di rilevanti e generano una quantità consistente di free cash flow e dividendi crescenti. Questo trend, secondo Scilla Huang Sun, dovrebbe continuare, come testimoniato dal caso di LVMH (il colosso del settore che rappresenta una sorta di benchmark del lusso a livello mondiale), che ha appena aumentato il dividendo dell’11%, con il rendimento dei dividendi dei titoli azionari del lusso che sono avanzati lentamente fino a ben sopra il 2%.
Infine, secondo Paul Doyle, Responsabile azionario per l’Europa (Regno Unito escluso) di Columbia Threadneedle, nonostante l’attuale contesto indubbiamente difficile, persistono alcun punti fermi a sostegno della tesi d’investimento nell’azionario Europa. In primis, la crescita dell’economia europea prosegue nonostante la volatilità dei mercati mentre l’impatto diretto del rallentamento dell’espansione in Cina sull’economia europea è piuttosto contenuto. Guardando l’offerta monetaria e i dati sui prestiti bancari si nota che il trend è positivo, in linea con i dati relativi alla fiducia dei consumatori. Per quest’anno la crescita del PIL europeo dovrebbe salire dall’1,5% del 2015 all’1,8% favorendo un incremento degli utili aziendali a due cifre. “Gli stock picker (chi seleziona i singoli titoli azionari) possono trarre vantaggio da questo contesto volatile” sostiene nell’articolo “Azionario Europa, una tesi d’investimento 2016 che resta valida” Paul Doyle che reputa le quotazioni dei titoli europei non in linea con i miglioramenti del contesto economico.
Una tesi che trova supporto nel fatto che le opportunità d’investimento esistono anche (e soprattutto) quando i mercati sono estremamente volatili. In modo particolare per i gestori attivi che cercano di minimizzare l’esposizione ad aziende, settori e paesi che sono influenzati negativamente dalla caduta del petrolio e di altre materie prime. “Ma mentre i gestori attivi aggiungeranno valore durante periodi di volatilità, gli investitori dovranno non farsi prendere dal panico” tiene a sottolineare nell’articolo “Alta volatilità, gli investitori dovranno fare la loro parte” Alessandro Aspesi, Country Head Italia di Columbia Threadneedle Investments, secondo il quale gli investitori a lungo termine dovrebbero cercare di rimanere fiduciosi. “Il calo dei prezzi del petrolio e la benzina più conveniente per i consumatori, i quali possono anche scegliere di spendere il denaro in altri settori, sono fattori positivi per l’economia. Infine, sebbene molte aziende siano state vendute indiscriminatamente in queste settimane turbolenti, queste rimangono ancora ottimi investimenti” sottolinea infatti Alessandro Aspesi.
Tuttavia, per sfruttare le occasioni che già oggi stanno emergendo sui mercati, è necessario assumere posizioni di portafoglio che potrebbero essere penalizzate nel breve termine. “La ragione per cui siamo così concentrati sulle valutazioni è dovuta al fatto che, nel lungo termine hanno dimostrato di avere un’elevata correlazione con i rendimenti degli investimenti. Quest’approccio si contrappone alla focalizzazione su fattori (quali, per esempio, la crescita del PIL), che storicamente hanno invece evidenziato legami quasi inesistenti con i rendimenti degli investimenti a lungo termine” è quanto sostiene Stephanie Butcher, gestore del Team Invesco European Equities nell’articolo “Azioni, approccio contrarian ma focalizzato sulle valutazioni”. “La natura a lungo termine del nostro stile d’investimento è un indubbio vantaggio competitivo ai nostri occhi: un numero sempre minore di partecipanti al mercato ha infatti la capacità di adottare un’ottica di lungo termine. Per esempio, per quel che riguarda il settore energetico ragioniamo veramente in un’ottica di 2-3 anni in considerazione di fattori quali profondi cambiamenti industriali, riduzioni di costi, spese in conto capitale, focalizzazione sui rendimenti e allocazione di capitale. È quasi impossibile per un investitore a breve termine acquistare ora titoli petroliferi, malgrado non siano mai stati scambiati a rapporti prezzo/valore contabile storicamente così bassi, in quanto gli andamenti settoriali sono dettati di ora in ora dagli andamenti delle quotazioni del greggio” confida Stephanie Butcher.
Restando in tema di quotazioni petrolifere, per Fidelity International, è indispensabile selezionare i settori e i singoli titoli che potranno beneficiare in misura maggiore di un prezzo del petrolio che si manterrà basso ancora per un certo periodo di tempo. Senza però trascurare come verranno utilizzati, in seguito, dai consumatori gli introiti derivanti dai ridotti prezzi dell’energia: un loro maggior impiego per la spesa potrebbe rilanciare la domanda e, di conseguenza, i mercati azionari. Come spiegato nei dettagli nell’articolo “Prezzo del petrolio, tutte le implicazioni sugli investimenti”, tra i settori avvantaggiati dal crollo del greggio, figurano l’automotive, l’agricoltura e i prodotti chimici. Il calo delle quotazioni petrolifere favorisce la domanda di veicoli a motore, in particolare di veicoli ad alti consumi come i SUV. In agricoltura, invece, il calo delle quotazioni petrolifere tende a far scendere i costi di gestione, tra cui i costi di trasporti, fertilizzanti e macchinari agricoli. Nell’ambito dei prodotti chimici, le società produttrici risparmiano nell’acquisto di materie prime, tra le quali il greggio è una delle voci principali.
Nannette Hechler-Fayd’herbe, Head of Investment Strategy di Credit Suisse, dal canto suo, partendo dal presupposto che il prezzo del petrolio non è sceso per via della debolezza della domanda, ma poiché l’offerta non è stata sufficientemente contenuta e le scorte sono rimaste molto elevate, ritiene che il riequilibrio sarà probabilmente lento . Nell’articolo “Petrolio a 30 dollari, ecco le strategie di portafoglio”, la strategist prevede che i prezzi del petrolio resteranno ancora in un range di negoziazione più basso, e acquisterà i beneficiari dei bassi prezzi del petrolio, come titoli dei beni di consumo ciclici europei, del settore auto, di compagnie aeree e navi da crociera, vendendo pesantemente gli indici azionari dei mercati emergenti (ME) orientati alle esportazioni di materie prime di Sudafrica, Brasile e Perù.
Un altro settore penalizzato dal mercato nelle ultime settimane è stato quello del lusso e, secondo, Scilla Huang Sun, responsabile delle strategie azionarie sul lusso di GAM, lo è stato ingiustamente. La manager ricorda che, nell’articolo “Lusso, le trimestrali confermano la solidità del settore”, i brand del lusso vantano una buona gestione, realizzano margini e profitti di rilevanti e generano una quantità consistente di free cash flow e dividendi crescenti. Questo trend, secondo Scilla Huang Sun, dovrebbe continuare, come testimoniato dal caso di LVMH (il colosso del settore che rappresenta una sorta di benchmark del lusso a livello mondiale), che ha appena aumentato il dividendo dell’11%, con il rendimento dei dividendi dei titoli azionari del lusso che sono avanzati lentamente fino a ben sopra il 2%.
Infine, secondo Paul Doyle, Responsabile azionario per l’Europa (Regno Unito escluso) di Columbia Threadneedle, nonostante l’attuale contesto indubbiamente difficile, persistono alcun punti fermi a sostegno della tesi d’investimento nell’azionario Europa. In primis, la crescita dell’economia europea prosegue nonostante la volatilità dei mercati mentre l’impatto diretto del rallentamento dell’espansione in Cina sull’economia europea è piuttosto contenuto. Guardando l’offerta monetaria e i dati sui prestiti bancari si nota che il trend è positivo, in linea con i dati relativi alla fiducia dei consumatori. Per quest’anno la crescita del PIL europeo dovrebbe salire dall’1,5% del 2015 all’1,8% favorendo un incremento degli utili aziendali a due cifre. “Gli stock picker (chi seleziona i singoli titoli azionari) possono trarre vantaggio da questo contesto volatile” sostiene nell’articolo “Azionario Europa, una tesi d’investimento 2016 che resta valida” Paul Doyle che reputa le quotazioni dei titoli europei non in linea con i miglioramenti del contesto economico.
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