BCE

Molte nubi sull’orizzonte economico

15 Febbraio 2016 10:14

financialounge -  BCE Ethenea petrolio Yves Longchamp
ndo ETHENEA ha pubblicato le proprie ultime prospettive macroeconomiche, molti rischi al ribasso si sono materializzati o sono diventati più probabili. Di conseguenza, le previsioni di ETHENEA sono cambiate e la società ha ridimensionato il proprio scenario economico per il 2016.

“Negli Stati Uniti la contrazione della produzione industriale rappresenta un grave rischio per la crescita del PIL e per il neonato ciclo di inasprimento della Fed. In Europa i dati sulla crescita sono nel complesso incoraggianti e tuttavia fragili. I deflussi di capitali dalla Cina sono un sintomo di debolezza economica e influiscono negativamente sul clima di fiducia generale. Infine, la debole crescita globale, i bassi prezzi delle materie prime e il dollaro forte costituiscono una minaccia per il sistema monetario globale. Per farla breve, sull’orizzonte economico si stagliano molte nubi” puntualizza Yves Longchamp, CFA , Head of Research, ETHENEA Independent Investors (Schweiz) AG che, relativamente all’Europa solleva due poi domande: in primo luogo, è realistico che il prezzo odierno di un barile di petrolio, il cui livello nessuno aveva previsto, possa essere un indicatore predittivo dell’inflazione tra 5 anni? E, d’altro canto, la BCE è realmente in grado di spingere i prezzi del petrolio in una direzione o nell’altra con un’espansione del quantitative easing o un ulteriore taglio dei tassi in territorio negativo, di modo che il tasso d’inflazione aumenti e le aspettative d’inflazione smettano di diminuire?

Per il manager, la risposta, in entrambi i casi, è un palese «no». Tuttavia, rileva sempre Yves Longchamp , un ulteriore allentamento monetario contribuisce senz’altro a mantenere artificialmente contenuto il valore della moneta unica, ad aiutare i governi a rinnovare il proprio debito e a finanziare riforme strutturali a condizioni convenienti, nonché a fornire credito a basso costo all’economia europea. Si tratta di fatto di una politica monetaria favorevole alla crescita e non vincolata da un’elevata inflazione.

“È probabile che durante la riunione del 10 marzo la BCE annunci una nuova riduzione dei tassi e un aumento degli acquisti di attività, a meno che non si registri un rincaro del petrolio” sostiene il manager che poi passa ad ipotizzare l’impatto dei prezzi del petrolio sull’inflazione in Europa sulla base di diversi scenari. “Se il prezzo del petrolio scendesse a 10 USD al barile e restasse a questo livello nei prossimi 12 mesi, l’inflazione nell’Eurozona quest’anno si porterebbe in territorio negativo. Se anche le quotazioni petrolifere aumentassero domani a USD 50, l’inflazione nel 2016 rimarrebbe inferiore al target del 2 % della BCE, il che suscita qualche interrogativo sull’efficacia del quantitative easing nel contrastare la lowflation” conclude Yves Longchamp.

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