High Yield

Titoli di Stato, ora è più probabile un aumento dei rendimenti

16 Febbraio 2016 12:31

financialounge -  High Yield mercati emergenti Pictet titoli di stato USA
to più probabile un aumento dei rendimenti dei titoli sovrani piuttosto che una riduzione. Ne è convinta la Pictet Asset Management Strategy Unit (PSU), il gruppo di investimento responsabile delle linee guida di asset allocation in ambito azionario e obbligazionario, nonché in materia di valute e di commodity. Secondo la PSU, infatti, ora le valutazioni delle obbligazioni governative globali hanno quasi raggiunto i massimi. In media, al momento, un bond a 10 anni emesso dal governo di uno dei Paesi avanzati rende meno dell’1,4%, appena 15 punti base sopra il minimo storico raggiunto un anno fa.

“Le obbligazioni governative sono scambiate a circa 1,3 deviazioni standard sopra quello che il nostro modello indica come fair value. Si tratta di un valore difficile da giustificare. Non solo la Fed sta inasprendo, seppur gradualmente, la politica monetaria, ma anche l’inflazione core è in aumento. Inoltre, un ulteriore allentamento monetario da parte della BCE favorirebbe probabilmente i titoli a più lunga scadenza o le obbligazioni corporate” spiegano gli esperti della PSU che, al contrario, reputano attraenti ora i titoli high yield statunitensi: la correzione del settore, causata dal brusco calo del prezzo del petrolio, ha spinto i rispettivi rendimenti a livelli tipici dei periodi di recessione. L’extra rendimento offerto attualmente dalle obbligazioni high yield USA rispetto ai Treasury è appena al di sotto degli 800 punti base, il che implica un’impennata del tasso di default di queste obbligazioni dal 3,3% a oltre il 13% nei prossimi 12 mesi. In base alle valutazioni della PSU (che stima un incremento del 2,4% dell’economia USA nel 2016 grazie all’aumento della spesa al consumo), un tale peggioramento del profilo creditizio degli emittenti high yield sembra improbabile.

Inoltre, le obbligazioni high yield offrono una buona assicurazione qualora il rialzo dei tassi USA dovesse avvenire a un ritmo più accelerato. In passato, infatti, la duration (scadenza media dei titoli) inferiore a quella degli altri titoli a reddito fisso, ha consentito a questa asset class di registrare buone performance in caso di inasprimento della politica monetaria. Per tali ragioni la PSU rivela di aver incrementato la sovraesposizione al debito high yield statunitense. Un’altra asset class nel mirino della PSU è poi quella delle obbligazioni emergenti in valuta locale.

“In base al nostro sistema di valutazione, infatti, l’asset class risulta essere la meno onerosa. Il 2015 è stato particolarmente critico per il mercato, che ha chiuso l’anno con una flessione del 15% circa, il risultato peggiore dal lancio del primo indice dei titoli obbligazionari in valuta locale” puntualizzano i professionisti della PSU secondo i quali quest’anno dovrebbe verificarsi un’inversione di tendenza. Se, come crede la PSU, l’apprezzamento del dollaro dovesse attenuarsi nel corso del 2016, il rendimento del 7% attualmente offerto dai bond in valuta locae sarà più che sufficiente a compensare eventuali nuove flessioni delle valute emergenti.

“Stando al nostro modello, le divise dei Paesi in via di sviluppo scambiamo a quasi tre deviazioni standard sotto il fair value. Di conseguenza confermiamo il sovrappeso del debito emergente in valuta locale” sottolinea la PSU che relativamente al mercato mantiene comunque un posizionamento lungo (rialzista) sull’euro rispetto al dollaro USA.

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