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Cina, quotazioni ad un interessante punto di ingresso

18 Febbraio 2016 09:46

financialounge -  cina GAM Michael Lai
sformazione verso un’economia basata sui servizi e meno sulle esportazioni si sta concretizzando proprio sotto i nostri occhi. Sebbene si tratti di un’economia a due velocità visto che le aree ancora interessate dalla vecchia economia restano sfidanti con situazioni di eccesso di capacità produttiva e di rallentamento della domanda strutturale. Per quanto riguarda la volatilità valutaria, la scarsa capacità del governo di Pechino nel comunicare lo spostamento da un indice legato, in pratica, esclusivamente al dollaro, a uno paniere valutario ponderato rispetto a diverse valute, e il rafforzamento favorevole del biglietto verde, hanno determinato ampie oscillazioni del fixing del renminbi.

“In tutti i casi, le valutazioni sono ancora una volta nella parte più bassa del range storico e per un investitore di lungo periodo rappresentano un interessante punto di ingresso” sottolinea Michael Lai, direttore investimenti per l’Asia di GAM, alla luce dell’avvio stentato che i mercati cinesi hanno da inizio d’anno, in linea peraltro con il sell-off (vendita sul mercato di titoli senza limitazione di quantità e di prezzo) che ha investito la maggior parte degli asset rischiosi a gennaio.

Le autorità di Pechino stanno proseguendo su una linea sottile cercando di fornire sufficiente stimolo tramite le politiche monetarie e fiscali per attutire il rallentamento della crescita, ma sono allo stesso tempo limitate dal debito e dai parametri monetari. Inoltre, su larga scala, il governo vuole continuare con le riforme strutturali per passare da una economia basata sugli investimenti e sull’export ad un modello basato sul consumo e sui servizi.

“Il governo ha cominciato a enfatizzare le riforme sul fronte dell’offerta e abbiamo sempre più notizie riguardo all’eliminazione della portata massima nei settori del cemento e dell’acciaio. Ma speriamo di vedere più interventi, più trasparenza e più realizzazioni effettive. Per questo, una politica che indebolisca significativamente il renminbi ci sembra contro intuitiva” conclude Michael Lai.

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