deflazione

L'Europa a questi prezzi, è già il momento di comprare

24 Febbraio 2016 09:00

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analizza ciò che è accaduto e sta continuando ad accadere sui mercati azionari europei, si può constatare che le forti oscillazioni registrate dagli indici sono eccessive. Grazie a ciò è possibile oggi individuare società con valutazioni estremamente interessanti. È questa, in estrema sintesi, la conclusione a cui giunge Paras Anand, Responsabile azionario Europa di Fidelity International.

Il manager, che ha passato in rassegna alcuni dei fattori che destano maggiore preoccupazione (dal crollo dei prezzi dell’energia ai timori di hard landing della Cina, dal forte indebolimento della crescita economica nei mercati emergenti ad una nuova possibile crisi del settore finanziario), ritiene però che, nel contesto attuale, gli strumenti più adatti dovranno saper beneficiare delle opportunità presenti sul mercato contenendo al contempo la volatilità.

La prima riflessione di Paras Anand, relativamente alle preoccupazioni circa la deflazione è che, se è vero che il prezzo del petrolio in caduta del 75% ha determinato un trasferimento di valore dai produttori ai consumatori, si è praticamente ignorato il fatto che il crollo delle quotazioni petrolifere ha generato anche un miglioramento dell'affidabilità creditizia e del reddito netto della maggior parte dei consumatori del mondo sviluppato. In virtù di questo effetto, che dovrebbe farsi sentire nel corso dei prossimi anni, ma anche del miglioramento delle condizioni del mercato del lavoro e della crescita dei salari, il manager è ottimista rispetto all'andamento dei consumi nel mondo sviluppato.

Passando invece alle preoccupazioni circa un’eventuale recessione dell’attività manifatturiera, Paras Anand suggerisce di contestualizzarla. “Attualmente, infatti, la componente più grande e importante dell'economia europea è il terziario, che nel 2008 ha sorpassato nettamente industria ed edilizia. Non va poi dimenticato che sta ripartendo gradualmente anche la spesa per infrastrutture, tagliata drasticamente a seguito della crisi finanziaria” fa presente il manager che conclude la sua analisi sulla possibilità che si possa materializzare un'ulteriore crisi del settore bancario constatando come, a fronte di valutazioni ormai prossime ai livelli della crisi Lehman Brothers e a quelle della crisi del debito sovrano, i coefficienti di finanziamento Core Tier 1 sono quasi raddoppiati dal 2008.

“La forte correzione dei titoli di credito finanziari è largamente imputabile ai timori per la liquidità del mercato obbligazionario che si ripercuote anche sui mercati azionari, ma si tratta di una problematica che non concerne i fondamentali delle società del settore bancario, che risulta attualmente in una posizione solida” specifica il manager per il quale, osservando le prospettive del mercato azionario Europa, ritiene che il trend non favorevole ai titoli large cap e a quelli value stia per concludersi.

“In linea generale, i rendimenti degli ultimi anni non hanno favorito i segmenti large cap e value. Secondo me questo trend è in fase di esaurimento. Le attuali oscillazioni del mercato appaiono eccessive e oggi si possono trovare aziende con valutazioni estremamente interessanti” sostiene il manager secondo il quale nell’attuale contesto sono da privilegiare i fondi capaci di beneficiare delle opportunità presenti sul mercato contenendo allo stesso tempo la volatilità.

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