high dividend
Alti dividendi, l’aristocrazia di Wall Street
1 Marzo 2016 09:05
zio anno hanno messo a segno un più 1,9% contro il meno 4,3% contabilizzato sinora dai titoli dell’indice S&P 500. Si tratta delle azioni comprese nell’indice che racchiude società che abbiano come requisito quello di aver aumentato i dividendi distribuiti agli azionisti ogni anno per almeno 20 anni. Un indice che non a caso si chiama High Yield Dividend Aristocrats Index, l’aristocrazia appunto degli alti dividendi, che nei primi due mesi dell’anno ha battuto anche il Dow Jones U.S. Dividend 100 Index, composto da titoli che pagano ricche cedole ma con criteri meno esclusivi, che ha avuto una performance negativa dello 0,8%.
Quando il mercato corre, l’investitore cerca di cavalcare i titoli che crescono perché sono sottovalutati. Ma di questi tempi il dividendo è considerato il premio più ambito. Analisti e broker sono tuttavia incerti nel prevedere che il trend possa continuare. Per ora comunque la richiesta degli investitori resta alta, la serie di rialzi dei tassi da parte della Fed viene sempre più messa in dubbio e questo aumenta l’appeal dei dividendi. Come quelli, superiori al 4% del prezzo dei titoli, pagati dall’operatore di telecomunicazioni CenturyLink, dal gruppo di real-estate Realty Income o dall’utility Public Service Enterprise Group, tutti e tre in rialzo tra il 10 e il 20 per cento da inizio anno.
Se il mercato del reddito fisso punta a tassi negativi, quale posto migliore su cui andare se non gli alti dividendi? Se lo chiede sul WSJ James Paulsen, ceo di Wells Capital Management.
Quando il mercato corre, l’investitore cerca di cavalcare i titoli che crescono perché sono sottovalutati. Ma di questi tempi il dividendo è considerato il premio più ambito. Analisti e broker sono tuttavia incerti nel prevedere che il trend possa continuare. Per ora comunque la richiesta degli investitori resta alta, la serie di rialzi dei tassi da parte della Fed viene sempre più messa in dubbio e questo aumenta l’appeal dei dividendi. Come quelli, superiori al 4% del prezzo dei titoli, pagati dall’operatore di telecomunicazioni CenturyLink, dal gruppo di real-estate Realty Income o dall’utility Public Service Enterprise Group, tutti e tre in rialzo tra il 10 e il 20 per cento da inizio anno.
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