Pictet
Settore idrico, un tema d’investimento di lungo termine
2 Marzo 2016 10:14
g>Garantire acqua e sistemi igienico-sanitari per tutti entro il 2030. È questo l’impegno assunto dalle Nazioni Unite che dovrebbe creare diverse opportunità di investimento in un momento in cui i governi liberalizzano le utility e cercano partner nel settore privato per costruire nuove infrastrutture. Il condizionale però è d’obbligo.
Secondo il parere del Comitato di Consulenza del comparto [tooltip-fondi codice_isin="LU0104885248"]Pictet-Water[/tooltip-fondi] di Pictet Asset Management, costituito da dirigenti senior del settore idrico, accademici e consulenti, tale obiettivo rischia infatti di restare sulla carta perché è presentato in modo troppo generico per consentire interventi concreti da parte delle società sia private che pubbliche. Tuttavia, sempre secondo i membri del Comitato di Consulenza di Pictet, il fatto che le Nazioni Unite riconoscano il ruolo centrale del settore privato al fianco di governi e organizzazioni internazionali è senz’altro positivo.
Inoltre, nel frattempo, lo sviluppo offrirà nuove opportunità di investimento e incoraggerà la classe politica a liberalizzare il settore idrico, eliminando, ad esempio, le normative che hanno finora escluso molti investitori, come i limiti sulle tariffe dell’acqua. Un membro del Comitato, a capo di una società di consulenza idrica, sottolinea che l’obiettivo delle Nazioni Unite attirerà capitali privati che consentiranno di implementare le tecnologie necessarie a finanziare adeguatamente le utility. Inoltre, l’impegno a garantire l’accesso all’acqua potabile ha una portata impressionante: basti pensare che il numero di persone senza acqua potabile è compreso tra 1,5 e 3 miliardi.
Dal punto di vista dell’investitore è importante sapere che si ammette finalmente di dover affrontare un problema concreto. Ma non mancheranno certo gli ostacoli, soprattutto nei paesi in via di sviluppo. Infatti, secondo un altro membro del Comitato di Consulenza, un accademico senior, l’inerzia dei governi rappresenta un grande ostacolo al raggiungimento dell’obiettivo a livello mondiale, in particolare nei paesi emergenti.
È quindi improbabile che le autorità politiche adottino misure concrete ed efficaci finché la questione dell’accesso all’acqua potabile e ad adeguati sistemi igienico-sanitari non diventerà una vera emergenza per la salute pubblica. Come dire che gli investitori del settore idrico dovranno avere molta pazienza prima di raccogliere i frutti.
Secondo il parere del Comitato di Consulenza del comparto [tooltip-fondi codice_isin="LU0104885248"]Pictet-Water[/tooltip-fondi] di Pictet Asset Management, costituito da dirigenti senior del settore idrico, accademici e consulenti, tale obiettivo rischia infatti di restare sulla carta perché è presentato in modo troppo generico per consentire interventi concreti da parte delle società sia private che pubbliche. Tuttavia, sempre secondo i membri del Comitato di Consulenza di Pictet, il fatto che le Nazioni Unite riconoscano il ruolo centrale del settore privato al fianco di governi e organizzazioni internazionali è senz’altro positivo.
Inoltre, nel frattempo, lo sviluppo offrirà nuove opportunità di investimento e incoraggerà la classe politica a liberalizzare il settore idrico, eliminando, ad esempio, le normative che hanno finora escluso molti investitori, come i limiti sulle tariffe dell’acqua. Un membro del Comitato, a capo di una società di consulenza idrica, sottolinea che l’obiettivo delle Nazioni Unite attirerà capitali privati che consentiranno di implementare le tecnologie necessarie a finanziare adeguatamente le utility. Inoltre, l’impegno a garantire l’accesso all’acqua potabile ha una portata impressionante: basti pensare che il numero di persone senza acqua potabile è compreso tra 1,5 e 3 miliardi.
Dal punto di vista dell’investitore è importante sapere che si ammette finalmente di dover affrontare un problema concreto. Ma non mancheranno certo gli ostacoli, soprattutto nei paesi in via di sviluppo. Infatti, secondo un altro membro del Comitato di Consulenza, un accademico senior, l’inerzia dei governi rappresenta un grande ostacolo al raggiungimento dell’obiettivo a livello mondiale, in particolare nei paesi emergenti.
È quindi improbabile che le autorità politiche adottino misure concrete ed efficaci finché la questione dell’accesso all’acqua potabile e ad adeguati sistemi igienico-sanitari non diventerà una vera emergenza per la salute pubblica. Come dire che gli investitori del settore idrico dovranno avere molta pazienza prima di raccogliere i frutti.