crescita economica
Economia globale, nel 2017 rafforzamento moderato della crescita
7 Marzo 2016 10:21
nostro scenario di base per il 2016, abbiamo tagliato le stime di crescita del PIL globale al 2,4% (dal 2,6% precedente), a causa del rallentamento di Usa, Giappone e mercati emergenti. Per quanto riguarda però il prossimo anno, le nostre proiezioni sono per un rafforzamento moderato della crescita dovuto a un’attività più stabile nei Paesi emergenti” fa sapere Keith Wade, Chief Economist & Strategist, Schroders, secondo il quale i timori sui mercati finanziari sono eccessivi sebbene non manchino i rischi sullo sfondo.
A cominciare dalla deflazione (a causa dei timori di un «atterraggio brusco» della Cina), di una guerra delle valute e di una recessione degli Usa. Il rischio che ulteriori rialzi dei tassi da parte della Fed provochino default generalizzati tra gli emergenti potrebbe spingere l’economia globale in direzione deflazionistica. Potrebbero poi concretizzarsi dei rischi legati all’inflazione in caso di aumento sostanziale dei salari negli Stati Uniti o di spinta globale verso la reflazione da parte dei policy maker. Infine, un potenziale accordo tra Arabia Saudita e Russia potrebbe limitare l’offerta di petrolio, causando un balzo dell’inflazione e colpendo la crescita.
In ogni caso, le conclusioni dello strategist, sono il frutto dell’analisi delle dinamiche delle diverse aree geografiche internazionali. La Federal Reserve, per esempio, dovrebbe, secondo le previsioni di Keith Wade, alzare i tassi a giugno e a dicembre di 25 punti base, portando i Fed Funds all’1% entro la fine dell’anno. Tassi che dovrebbero attestarsi poi all’1,5% entro la fine del 2017, sebbene tale scenario sia diventato meno probabile a causa del rallentamento dell’inflazione e dei timori per l’attività economica. Per quanto riguarda invece il Regno Unito la ripresa continuerà, ma a un ritmo più moderato, a causa dell’incertezza causata dalla possibile Brexit e dalla ripresa delle misure di austerità, mentre la ripresa dell’Eurozona proseguirà, ma senza accelerare, in quanto i venti contrari e il contesto esterno continueranno a pesare sulla crescita. Infine se la crescita del Giappone è prevista ora allo 0,8% per quest’anno (1,1% la stima precedente), le economie emergenti trarranno beneficio dalla moderata crescita di quelle avanzate, ma l’inasprimento della politica monetaria statunitense peserà sull’attività economica e la debolezza delle commodity continuerà a penalizzare i grandi produttori.
A cominciare dalla deflazione (a causa dei timori di un «atterraggio brusco» della Cina), di una guerra delle valute e di una recessione degli Usa. Il rischio che ulteriori rialzi dei tassi da parte della Fed provochino default generalizzati tra gli emergenti potrebbe spingere l’economia globale in direzione deflazionistica. Potrebbero poi concretizzarsi dei rischi legati all’inflazione in caso di aumento sostanziale dei salari negli Stati Uniti o di spinta globale verso la reflazione da parte dei policy maker. Infine, un potenziale accordo tra Arabia Saudita e Russia potrebbe limitare l’offerta di petrolio, causando un balzo dell’inflazione e colpendo la crescita.
In ogni caso, le conclusioni dello strategist, sono il frutto dell’analisi delle dinamiche delle diverse aree geografiche internazionali. La Federal Reserve, per esempio, dovrebbe, secondo le previsioni di Keith Wade, alzare i tassi a giugno e a dicembre di 25 punti base, portando i Fed Funds all’1% entro la fine dell’anno. Tassi che dovrebbero attestarsi poi all’1,5% entro la fine del 2017, sebbene tale scenario sia diventato meno probabile a causa del rallentamento dell’inflazione e dei timori per l’attività economica. Per quanto riguarda invece il Regno Unito la ripresa continuerà, ma a un ritmo più moderato, a causa dell’incertezza causata dalla possibile Brexit e dalla ripresa delle misure di austerità, mentre la ripresa dell’Eurozona proseguirà, ma senza accelerare, in quanto i venti contrari e il contesto esterno continueranno a pesare sulla crescita. Infine se la crescita del Giappone è prevista ora allo 0,8% per quest’anno (1,1% la stima precedente), le economie emergenti trarranno beneficio dalla moderata crescita di quelle avanzate, ma l’inasprimento della politica monetaria statunitense peserà sull’attività economica e la debolezza delle commodity continuerà a penalizzare i grandi produttori.