corporate bond

Debito societario, le valutazioni sono moderatamente positive

9 Marzo 2016 09:12

financialounge -  corporate bond Europa Fondi obbligazionari Goldman Sachs Asset Management High Yield Kent Wosepka settore energetico USA
n inizio d’anno turbolento sui mercati che ha influito anche sulle obbligazioni societarie (corporate bond investment grade e high yield), nella parte finale di febbraio c’è stato un recupero di cui hanno beneficiato anche le quotazioni dei bond del debito societario. La performance da inizio 2016 resta in territorio negativo in Europa e appena sopra la parità negli USA. Tradotto, abbiamo che dal primo gennaio al 1 marzo scorso, i fondi obbligazionari euro corporate bond investment grade hanno perso in media lo 0,3% mentre gli high yield Europa hanno lasciato sul terreno il -1,7%: gli high yield USA, invece, mostrano un +0,20% in euro (ma solo grazie al rimbalzo del dollaro). Dopo questi movimenti, i corporate bond europei con scadenza compresa tra 3 e 7 anni offrono un rendimento dell’1,20% all’anno mentre gli high yield Europa pagano un 5,79% e gli high yield USA un 8,74%.

Secondo Kent Wosepka, Managing Director e Global Head of Corporate Credit di Goldman Sachs Asset Management (GSAM), sebbene sia consigliato muoversi con cautela, esistono opportunità da cogliere. “Vediamo spazio per guadagni contenuti nel segmento delle obbligazioni societarie, in quanto i mercati stanno sopravvalutando il rischio di contagio e di recessione, e le valutazioni permangono interessanti” commenta il manager secondo il quale il segmento obbligazionario europeo dovrebbe beneficiare della minore esposizione al settore energetico, che rappresenta appena l’1% del mercato obbligazionario high yield, a fronte di circa il 15% dell’analogo mercato statunitense.

“Il mercato europeo è inoltre attraente poiché ancora nella fase di espansione del proprio ciclo, a differenza del mercato statunitense, il quale è nella fase conclusiva del ciclo, in un contesto di condizioni finanziarie restrittive e potenziali rischi di rallentamento della crescita economica. Sebbene questi fattori ci lascino moderatamente positivi sul credito europeo, vi sono altre considerazioni che ci impediscono di prendere una posizione più favorevole” tiene a precisare Kent Wosepka.

Su base storica, infatti, gli spread creditizi europei, escluso il settore dell’energia, sono stati altamente correlati agli spread creditizi degli Stati Uniti. Di conseguenza, fa presente il manager, la persistente debolezza dei mercati del credito statunitensi potrà causare delle ricadute sui mercati europei. “Inoltre, gli spread dei mercati creditizi europei hanno iniziato l’anno registrando livelli significativamente inferiori rispetto agli Stati Uniti: anche tenendo conto del rischio aggiuntivo, riteniamo che gli Stati Uniti offrano un compenso migliore” conclude Kent Wosepka.

Trending