decorrelazione

Focus su selezionate strategie alternative e titoli azionari

10 Marzo 2016 12:33

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a grande capitalizzazione di Borsa negli USA e un mix tra large cap e mid e smll cap in Europa. Una accurata selezione di strategie alternative per mitigare gli effetti delle tensioni sui mercati. Preferenza alla parte medio-lunga dei BTP e dei Bund con un’apertura di credito anche all’high yield europeo che offre un buon rapporto rischi rendimento. Sono questi, in estrema sintesi, le principali scelte di portafoglio adottate da Massimo De Palma, Head of Asset Management Institutional Mandates Italy di GAM (Italia) SGR, alla luce di quella che lui ritiene una correzione esagerata dei mercati.

“Riteniamo che l’economia globale proseguirà nella sua crescita moderata anche nell’anno in corso” fa infatti sapere il manager che ad inizio anno, pur avendo adottato un approccio conservativo sul fondo [tooltip-fondi codice_isin="LU1022124520"]Multi Asset Strategic Allocation (MuSA)[/tooltip-fondi], ammette di aver accusato nel portafoglio gli influssi derivanti dall’incremento della volatilità di mercato.

“Tuttavia, pur essendoci avvicinati al limite (VaR, value at risck, mensile del 2,6% rispetto al limite del 3%), abbiamo scelto di non tagliare ulteriormente le posizioni, ritenendo eccessivo il movimento al ribasso rispetto a quanto finora rilevabile dai dati” spiega Massimo De Palma per il quale la diversa fase di ciclo economico attraversata da Europa e USA presuppone un approccio differente nello stile di gestione.

Nell’ambito delle azioni americane, in considerazione dello stadio maggiormente avanzato del ciclo, il manager privilegia le grandi capitalizzazioni mentre in Europa preferisce affiancare alle large cap le small/mid cap, dato che il loro orientamento al mercato interno le mette al riparo dal rallentamento dei mercati emergenti. In ogni caso, lo scenario resta esposto a molteplici rischi, in alcuni casi anche di difficile monitoraggio ( ad esempio la situazione geopolitica). Per questo motivo Massimo De Palma preferisce proseguire nella selezione di strategie alternative finalizzate a migliorare il profilo della decorrelazione del portafoglio, e attraverso essa il comportamento nelle fasi di tensione.

A questo proposito nel mese di gennaio, all’interno della componente alternativa, sono state incrementate le posizioni sulla volatilità (acquisto di un nuovo certificato sul Vix) e sull’oro. Nel primo caso la scelta è proprio di aumentare il peso delle posizioni negativamente correlate con le asset class tradizionalmente rischiose; nel secondo, l’investimento guadagna tipicamente nelle fasi di ascesa dei rischi sistemici, come dimostrato anche dalle ultime settimane.

Per quanto riguarda infine le scelte in ambito obbligazionario, l’azione della BCE continuerà a tenere in territorio negativo le parti brevi delle curve e particolarmente compressi i rendimenti delle altre scadenze. “Di conseguenza, la scelta di rimanere sulla parte medio-lunga (BTP, Bund) continua a nostro avviso ad avere senso. D’altro canto, in seguito alla correzione intervenuta sui mercati del credito, troviamo interesse anche su titoli singoli della parte intermedia della curva (5-7 anni) e, sull’high yield europeo (attraverso fondi), che offre un rendimento a scadenza di circa il 5,5% a fronte di una qualità del credito migliore rispetto alla parte statunitense (più del 90% delle emissioni su rating BB e B, esposizione minima al comparto energetico)” conclude il manager.

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