absolute return
Reddito fisso, l’anno di svolta per le strategie a rendimento assoluto
16 Marzo 2016 10:21
6 potrebbe rivelarsi l’anno di svolta per le strategie a rendimento assoluto nel reddito fisso, le più complesse e negli ultimi anni fortemente penalizzate. Lo sostiene, nell’Alpha e iI Beta del 14 marzo, Carlo Benetti, Head of Market Research and Business Innovation di GAM (Italia) SGR, secondo il quale, a loro favore, giocano diversi fattori: dalla ricerca di rendimento al ritrovato interesse per i paesi emergenti, dai titoli in valuta forte e anche, debolmente, in valuta locale alle emissioni specializzate come le «Cat Bond», fino al debito mezzanino emesso da società con il massimo rating. A queste strategie nel reddito fisso si affiancano strategie azionarie neutrali alla direzionalità degli indici, tecniche long/short che prendono posizione approfittando anche dell’emotività che distingue alcune fasi di mercato.
Secondo Carlo Benetti, infatti, sebbene dalla seconda metà di febbraio i mercati abbiano ripreso tono e forma, aiutati da una certa stabilità del prezzo del petrolio e da migliori dati sul fronte dell’economia reale, poi corroborati dalle recenti ulteriori misure della BCE, non è così semplice passare in modalità risk on: il modo di dire gergale che si riferisce a momenti in cui l’umore prevalente tra gli operatori di mercato è più favorevole («on»), rispetto a quando è più avverso («off»), al rischio.
“Infatti la crescita globale resta tiepida, le prospettive degli utili limitano le performance attese della borsa americana, e quelle migliori in Europa hanno bisogno di conferme. Nuovi rischi si profilano all’orizzonte: negli Stati Uniti crescono le paghe orarie e l’indice di turn over, cioè il numero di persone che abbandonano un posto lavoro per un altro” fa notare Carlo Benetti per il quale tali dinamiche potrebbero accelerare l’inflazione costringendo la Fed ad aggiustare la reazione, un re-pricing della curva americana e un ritorno del dollaro forte avrebbero a loro volta conseguenze sugli equilibri globali. Ecco perché, secondo il manager, per il prossimo futuro, lo scenario probabile resta quello di un andamento laterale, con il possibile ripetersi di fasi di violenta volatilità.
“Il 2014 e il 2015 sono stati anni di eccezionale volatilità, decisioni ed eventi politici hanno pesantemente condizionato le variabili economiche, i tassi americani e il dollaro hanno eser-citato un’ombra pesante sulle economie emergenti, il petrolio ha sorpreso con il crollo del prezzo. Ma anche in uno scenario così cangiante e imprevedibile le soluzioni semplici ci sono, basta riconoscerle, adottando scelte allocative meno direzionali possibile e strategie libere dal tradizionale ancoraggio del benchmark” conclude Carlo Benetti.
Secondo Carlo Benetti, infatti, sebbene dalla seconda metà di febbraio i mercati abbiano ripreso tono e forma, aiutati da una certa stabilità del prezzo del petrolio e da migliori dati sul fronte dell’economia reale, poi corroborati dalle recenti ulteriori misure della BCE, non è così semplice passare in modalità risk on: il modo di dire gergale che si riferisce a momenti in cui l’umore prevalente tra gli operatori di mercato è più favorevole («on»), rispetto a quando è più avverso («off»), al rischio.
“Infatti la crescita globale resta tiepida, le prospettive degli utili limitano le performance attese della borsa americana, e quelle migliori in Europa hanno bisogno di conferme. Nuovi rischi si profilano all’orizzonte: negli Stati Uniti crescono le paghe orarie e l’indice di turn over, cioè il numero di persone che abbandonano un posto lavoro per un altro” fa notare Carlo Benetti per il quale tali dinamiche potrebbero accelerare l’inflazione costringendo la Fed ad aggiustare la reazione, un re-pricing della curva americana e un ritorno del dollaro forte avrebbero a loro volta conseguenze sugli equilibri globali. Ecco perché, secondo il manager, per il prossimo futuro, lo scenario probabile resta quello di un andamento laterale, con il possibile ripetersi di fasi di violenta volatilità.
“Il 2014 e il 2015 sono stati anni di eccezionale volatilità, decisioni ed eventi politici hanno pesantemente condizionato le variabili economiche, i tassi americani e il dollaro hanno eser-citato un’ombra pesante sulle economie emergenti, il petrolio ha sorpreso con il crollo del prezzo. Ma anche in uno scenario così cangiante e imprevedibile le soluzioni semplici ci sono, basta riconoscerle, adottando scelte allocative meno direzionali possibile e strategie libere dal tradizionale ancoraggio del benchmark” conclude Carlo Benetti.