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Petrolio, verso un equilibrio tra domanda e offerta
25 Marzo 2016 08:02
giugno 2014 al 21 marzo scorso il prezzo del petrolio Brent è crollato del 65%. Tuttavia, sebbene la tendenza sia stata chiaramente al ribasso, non sono mancati fasi di rimbalzo. Per esempio, dal 23 gennaio al 15 maggio dello scorso anno le quotazioni sono salite da 46,08 a 64,38 dollari il barile (+39,7%). Stesso discorso dal 21 agosto al 9 ottobre 2015 (+20%) e dal minimo di quest’anno del 20 gennaio (25,75 dollari) ad oggi (+48%).
Proprio quest’ultimo rimbalzo sta alimentando la discussione sul fatto che si possa trattare di una vera e propria inversione di tendenza oppure se finirà con essere archiviato come l’ennesimo tentativo non andato a buon fine.
“I prezzi del petrolio e i titoli azionari energetici hanno corso nelle ultime settimane. Il rimbalzo è arrivato prima di quanto previsto dato che il rapporto tra domanda e offerta resta sfidante nel breve termine per via della bassa domanda da parte delle raffinerie. Tuttavia ci stiamo avvicinando al punto di flessione, con il rally parzialmente guidato da una significativa riduzione nella produzione di petrolio statunitense. Questo sviluppo sarà anche il catalizzatore principale per il ribilanciamento del mercato petrolifero che, secondo noi, si realizzerà quest’anno” sostiene Roberto Cominotto, gestore del fondo JB Energy Fund.
Guardando alla dinamica globale della domanda e dell’offerta, l’anno è cominciato con una sovrapproduzione di 1,5 milioni di barili al giorno e vediamo tre fattori principali che influenzeranno questa dinamica nel corso dell’anno: gli Stati Uniti, l’Iran e la domanda globale.
“Per quanto riguarda gli Stati Uniti, ci aspettiamo che la produzione diminuisca di 0,9 milioni di barili al giorno, mentre in Iran la produzione dovrebbe crescere di 0,7 milioni. Allo stesso tempo, la domanda globale dovrebbe crescere di circa 1 milione di barili al giorno. Questa stima è molto inferiore rispetto alla crescita della domanda registrata nel 2015, ma in linea con il trend di crescita dell’ultimo decennio. Altri fattori si bilanceranno a vicenda, risultando in una domanda e un’offerta pressoché bilanciate entro la fine del 2016. Considerando che questo trend dovrebbe continuare anche nel 2017, ciò porterà a una condizione di sottoproduzione” sottolinea Roberto Cominotto.
Proprio quest’ultimo rimbalzo sta alimentando la discussione sul fatto che si possa trattare di una vera e propria inversione di tendenza oppure se finirà con essere archiviato come l’ennesimo tentativo non andato a buon fine.
“I prezzi del petrolio e i titoli azionari energetici hanno corso nelle ultime settimane. Il rimbalzo è arrivato prima di quanto previsto dato che il rapporto tra domanda e offerta resta sfidante nel breve termine per via della bassa domanda da parte delle raffinerie. Tuttavia ci stiamo avvicinando al punto di flessione, con il rally parzialmente guidato da una significativa riduzione nella produzione di petrolio statunitense. Questo sviluppo sarà anche il catalizzatore principale per il ribilanciamento del mercato petrolifero che, secondo noi, si realizzerà quest’anno” sostiene Roberto Cominotto, gestore del fondo JB Energy Fund.
Guardando alla dinamica globale della domanda e dell’offerta, l’anno è cominciato con una sovrapproduzione di 1,5 milioni di barili al giorno e vediamo tre fattori principali che influenzeranno questa dinamica nel corso dell’anno: gli Stati Uniti, l’Iran e la domanda globale.
“Per quanto riguarda gli Stati Uniti, ci aspettiamo che la produzione diminuisca di 0,9 milioni di barili al giorno, mentre in Iran la produzione dovrebbe crescere di 0,7 milioni. Allo stesso tempo, la domanda globale dovrebbe crescere di circa 1 milione di barili al giorno. Questa stima è molto inferiore rispetto alla crescita della domanda registrata nel 2015, ma in linea con il trend di crescita dell’ultimo decennio. Altri fattori si bilanceranno a vicenda, risultando in una domanda e un’offerta pressoché bilanciate entro la fine del 2016. Considerando che questo trend dovrebbe continuare anche nel 2017, ciò porterà a una condizione di sottoproduzione” sottolinea Roberto Cominotto.
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