Autogrill
Arriva il vino in lattina con la Autogrill americana
3 Maggio 2016 09:47
il vino in lattina. Ovviamente dalla West Coast americana. A partire da questa settimana HMSHost, la controllata americana dell’italiana Autogrill, lo metterà in vendita nei suoi punti di ristoro in sette aeroporti americani. In contemporanea arriverà anche sugli scaffali della Whole Foods Markets, la catena di supermercati alimentari specializzata in cibo biologico. Ne dà notizia il Seattle Times.
La marca prescelta dalla Autogrill degli aeroporti a stelle e strisce si chiama West Side Wine, un nome sicuramente ispirato dal film Sideways del 2004 che raccontava la storia di una coppia di amici alla ricerca del vino sulle colline della California, ed è disponibile nella versione bianco, un classico Chardonnay, e rosso, ancor più classico Cabernet Sauvignon. L’idea non è tanto quella di avvicinare al vino chi non lo conosce, ma di renderlo più fruibile e gestibile a chi lo conosce già, e vuole consumarlo in modo casual, senza per forza doversi portar dietro cavatappi e set di bicchieri col gambo.
Per ora il mercato è una supernicchia, qualche milione di dollari l’anno, ma il fatto che colossi come HMS o Whole Foods Markets abbiano deciso di proporlo nei propri punti vendita e di ristoro anche negli aeroporti, che quest’estate tutte le previsioni danno per congestionati, può voler dire che presto potrebbe diventare un fenomeno di massa.
La marca prescelta dalla Autogrill degli aeroporti a stelle e strisce si chiama West Side Wine, un nome sicuramente ispirato dal film Sideways del 2004 che raccontava la storia di una coppia di amici alla ricerca del vino sulle colline della California, ed è disponibile nella versione bianco, un classico Chardonnay, e rosso, ancor più classico Cabernet Sauvignon. L’idea non è tanto quella di avvicinare al vino chi non lo conosce, ma di renderlo più fruibile e gestibile a chi lo conosce già, e vuole consumarlo in modo casual, senza per forza doversi portar dietro cavatappi e set di bicchieri col gambo.
Per ora il mercato è una supernicchia, qualche milione di dollari l’anno, ma il fatto che colossi come HMS o Whole Foods Markets abbiano deciso di proporlo nei propri punti vendita e di ristoro anche negli aeroporti, che quest’estate tutte le previsioni danno per congestionati, può voler dire che presto potrebbe diventare un fenomeno di massa.
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