Brexit

La politica resta tra i rischi per l’Europa (e non solo)

3 Maggio 2016 10:05

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i quatto mesi dell’anno sono stati caratterizzati da una fase di volatilità e di incertezza che ha condizionato i mercati. Gli indici azionari in molti paesi europei risultano ancora ben al di sotto del livello di inizio anno: Stati Uniti e Regno Uniti sono vicini alla parità, mentre si sono messi in evidenza i mercati emergenti. L’incertezza sulla tenuta della crescita delle economie sviluppate ha continuato a dominare i mercati e a condizionarne il trend.

Il prolungato periodo di debolezza degli scambi commerciali globali e di molte economie emergenti ha fatto temere un forte effetto di contagio verso le economie avanzate. “Riteniamo che i mercati abbiamo sovrastimato i rischi e che i dati macro non riflettano lo stesso livello di pessimismo” tiene tuttavia a precisare Maria Paola Toschi, Market Strategist di JP Morgan Asset Management, secondo la quale, sebbene il resto dell’anno potrebbe ancora restare condizionato dalla volatilità, esistono elementi di ottimismo. A cominciare dalla tenuta della crescita globale che potrebbe mantenere un discreto ritmo soprattutto se il petrolio dovesse continuare a mostrare segnali di stabilità alimentando un contesto meno sfidante per i paesi emergenti e quindi riducendo i rischi di contagio per i paesi sviluppati.

Certo, la strategist non nasconde che persistano elementi d’incertezza e tra questi l’imminente referendum in Regno Unito su Brexit. “Un’uscita del Regno Unito dalla Unione Europea sarebbe molto negativa e potrebbe essere letta come un nuovo messaggio di sfiducia verso il progetto di un’Europa unita in un momento in cui invece c’è bisogno di unità e di maggiore convinzione per fronteggiare le sfide globali inclusa quella dell’immigrazione” spiega Maria Paola Toschi che non dimentica nemmeno di citare il secondo importante appuntamento politico, le elezioni presidenziali americane, un evento che potrebbe anche creare incertezza e gli scenari si potranno delineare a breve.

Inoltre sono ripresi i rumors su nuove difficoltà della Grecia. La Grecia sta ancora operando nell’ambito del piano di salvataggio siglato ad agosto scorso, con l’Europa che prevedeva un pacchetto di aiuti complessivi per 86 miliardi di Euro. Di questi circa 32 sono stati erogati sotto diverse forme. Tuttavia al momento si è determinata una nuova fase di impasse nella conclusione della prima review del piano di aiuti. La coalizione di Governo sembra infatti in difficoltà a varare i provvedimenti richiesti dall’Europa per il proseguimento dell’erogazione dei fondi del piano di salvataggio. Inoltre la fragilità dell’economia mette a rischio il raggiungimento del target del 3,5% di saldo primario previsto e concordato per la fine del 2018. Il Governo Tsipras sta cercando di riportare all’attenzione dell’opinione pubblica il caso Grecia puntando sul fatto che non ci sia alcun vantaggio ad un nuovo rischio Grexit, nel momento in cui si sta presentando il rischio Brexit. Il primo ministro greco spera che le proccupazioni su Brexit possano indurre le autorità europee ad essere più flessibili nel risolvere le nuove difficoltà della Grecia e possano accontentarsi di nuove promesse di riforme future piuttosto che dell’approvazione del Parlamento di riforme immediate. La principale implicazione di questa situazione si chiama volatilità.

Cosa fare in questo contesto? Secondo la strategist, la fase di mercato si presta a raccomandare un approccio più prudente, ma a non sopravvalutare le reazioni spesso emotive dei mercati. L’incertezza sugli sviluppi di questi temi politici potrebbero continuare ad alimentare volatilità nei mercati azionari. Nonostante ciò i dati macro-economici sono incoraggianti e sembrano confermare che la fase di ripresa economica in Europa (e al di fuori) sia ancora in atto.

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