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Idee di investimento – Obbligazioni – 09 maggio 2016

9 Maggio 2016 09:18

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are un’asset allocation strategica di medio lungo termine su tutto il portafoglio con scelte tattiche (più di breve periodo) e, soprattutto, con soluzioni liquid alternative capaci di ottimizzare il rapporto rischio / rendimento dell’investimento complessivo. È questo, in estrema sintesi, l’approccio suggerito da Andrea Sanguinetto, Responsabile distribuzione in Italia di Credit Suisse AM, per evitare che le aspettative dei risparmiatori italiani che si rivolgono al risparmio gestito non risultino eccessive. “Le famiglie italiane hanno poche alternative per risparmiare come in passato. Da un lato ci sono i titoli di stato della zona euro e le obbligazioni societarie che esprimo rendimenti sempre più ridotti. Uno scenario che ha spinto gli investitori ad assumere rischi di duration (aumento della scadenza dei titoli in portafoglio) e di merito di credito (puntando sui titoli high yield e sui subordinati bancari). Sul versante azionario, invece, le valutazioni sembrano non eccessivamente convenienti: noi di Credit Suisse riteniamo che nei prossimi mesi sia più probabile una correzione che un rialzo (di conseguenza abbiamo abbassato da neutrale a tatticamente negativo il giudizio sull’equity)” spiega, nell’articolo “Ora le aspettative dei risparmiatori non siano eccessive“, Andrea Sanguinetto, Responsabile distribuzione in Italia di Credit Suisse AM, secondo il quale, per il risparmiatore tipo buy-and-hold (il cosiddetto cassettista) è piuttosto normale essere attratto dal risparmio gestito, evitando il pericoloso fai da te in questo difficile contesto di mercato. “Ma è altrettanto importante che i consulenti finanziari e le case d’investimento spieghino bene ai clienti cosa comporta il passaggio, in termini di rischio e rendimento attesi, dai portafogli semplici fai da te ai portafogli semplici gestiti, e da questi a portafogli complessi e, infine, a quelli più evoluti” puntualizza Andrea Sanguinetto. Il suo riferimento è al fatto che il risparmiatore deve essere consapevole che, per ambire a rendimenti di una certa consistenza, occorre aumentare il profilo di rischio e l’orizzonte temporale.

Un obiettivo che può essere raggiunto ricorrendo a gestori davvero attivi. Da una ricerca condotta da Invesco sull’andamento di circa 3.000 fondi comuni azionari negli ultimi 20 anni, emerge infatti che, negli ultimi cinque cicli di mercato, oltre il 60% dei fondi ad elevata componente attiva ha registrato performance superiori ai rispettivi benchmark. Nell’articolo “Gestione attiva, più valore aggiunto e maggiore protezione nei ribassi”, si ricorda che un fondo ha una componente attiva più elevata quando:
1. detiene titoli che non sono inclusi nel benchmark;
2. esclude titoli che sono inclusi nel benchmark;
3. detiene le stesse società incluse nel benchmark, ma con ponderazioni (pesi in rapporto al totale del portafoglio) diverse.
Tornando all’intero universo studiato, è interessante notare come la gestione attiva abbia di norma generato un valore più elevato rispetto ai benchmark in termini di rendimento addizionale, di downside capture (protezione dai ribassi), e di rendimenti corretti per il rischio.

Un gestore obbligazionario che adotta una gestione sicuramente attiva è Michael Krautzberger (gestore del fondo BGF Euro Bond di BlackRock) che è stato proclamato vincitore della settima edizione dell’European Fund Manager Of The Year Awards di Morningstar come migliore Gestore dell’anno Obbligazionario Europeo. Il riconoscimento, com’è spiegato nei dettagli nell’articolo “Michael Krautzberger gestore obbligazionario Europa Morningstar 2016”, viene assegnato ai gestori che dimostrano di aver talento, capacità di produrre risultati continuativi e di allineare i loro interessi con quelli degli investitori nel lungo periodo. Michael Krautzberger, che dirige il team sul reddito fisso composto da 13 persone, compresi nove manager, che adottano un approccio collettivo, si è distinto nel sostenere e sviluppare un approccio d’investimento basato sulla implementazione di un portafoglio diversificato in termini di rischio e nel produrre extra rendimenti tramite strategie «relative value», capaci cioè di estrarre valore dal differenziale tra i diversi segmenti del mercato obbligazionario: dai titoli governativi alle cartolarizzazioni, dagli inflation-linked bond alle valute, dalle scelte di duration al posizionamento sulla curva dei rendimenti.

Christophe Bernard, Chief Strategist di Vontobel, intanto lancia un avvertimento: “Nella loro ricerca di rendimento, gli investitori potrebbero assumere rischi eccessivi se si manifesta uno scenario avverso. Per aver successo nelle condizioni attuali è importante individuare accuratamente quali titoli offrono una vera diversificazione del portafoglio” sostiene Christophe Bernard che, alla luce della modesta crescita degli utili societari e del basso rischio di recessione, reputa i mercati del credito quelli caratterizzati dal migliore profilo rischio-rendimento. “Manteniamo il nostro sovrappeso nelle attività rischiose (preferibilmente nei mercati del credito), ma abbiamo sfruttato il recente rafforzamento del mercato e la minore volatilità per comprare una protezione (parziale) dal rischio di ribasso delle borse a un prezzo vantaggioso” dichiara lo strategist nell’articolo “Per ottimizzare il portafoglio meno azioni giapponesi e più credito”.

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