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Borse, l’importanza di scegliere il settore giusto
12 Maggio 2016 09:39
n sia stato un inizio d’anno facile per le Borse lo sanno tutti. E che non sia bastato neppure il robusto recupero dai minimi di metà marzo a riportare il saldo degli indici azionari in territorio positivo è altrettanto risaputo. Ma forse quello che non tutti hanno ben presente è l’ampia divergenza che è stata registrata dai diversi settori di Borsa.
Prendiamo l’MSCI world, il paniere dei 5.000 mila titoli rappresentativi delle principali borse mondiali che dal primo gennaio al 9 maggio scorso segna un -5,8%. Ebbene l’MSCI automotive è a -18,5%, l’MSCI banche a -15,6%, l’MSCI compagnie aeree a -15,5%, l’MSCI biotech a -11,5%, l’MSCI assicurazioni a -10,1%, l’MSCI tecnologia a -8,7% e l’MSCI beni di consumo discrezionali a -6,9%. Per contro, l’MSCI metalli e miniere ha messo a segno un rialzo del 17,6%, l’MSCI trasporti un +2,7%, l’MSCI utilities un +2%, l’MSCI energia un +1,7%, l’MSCI materiali di base un +0,7% e l’MSCI alimentari e tabacco un +0,4%.
È del tutto evidente che a un bravo gestore attivo azionario globale internazionale è bastato aumentare il peso di uno dei settori positivi a discapito dei settori che hanno registrato le peggiori performance per realizzare extra rendimenti rispetto al benchmark e viceversa. D’altra parte l’accurata selezione dei settori vale in tutti i mercati azionari anche e soprattutto i quelli meno conosciuti e meno coperti dagli analisti finanziari. Come per esempio quello cinese.
“Ad oggi, ci concentriamo sui settori dei consumi discrezionali, dell’healthcare e della tecnologia, non dimenticando come i primi due settori erano stati tra i peggiori da inizio 2016” rivela Jian Shi Cortesi, gestore del fondo Julius Baer Multistock China Evolution di GAM che poi spiega: “Si tratta di settori che, dal nostro punto di vista, continueranno a offrire buone opportunità di investimento anche grazie al perdurante trend di espansione dell’e-commerce e del mobile gaming, alla ripresa del mercato dei liquori cinesi, alla domanda crescente di auto elettriche e al percorso di crescita strutturale nel ramo delle assicurazioni, dell’istruzione e dei viaggi. E alla luce di tali considerazioni, abbiamo sfruttato il sell-off (vendita sul mercato di titoli senza limitazione di prezzo e di quantità) del primo trimestre per aggiungere in portafoglio alcuni titoli che ci sembravano molto sottovalutati”.
Il fondo[tooltip-fondi codice_isin="LU0982189804"] Julius Baer Multistock China Evolution[/tooltip-fondi] ha un’esposizione di circa il 60% su titoli quotati a Hong Kong, il 30% in ADR quotati sulla borsa statunitense e il restante 10% su società attive nei settori dei consumi e dell’healthcare sul mercato azionario di classe A in Cina, segmento laddove viene adottato un approccio estremamente selettivo. Un fattore che lascia scettico Jian Shi Cortesi riguarda invece il segmento delle materie prime.
“Nonostante l’impegno del governo a eliminare 100 milioni di tonnellate di portata di produzione di acciaio, questo rappresenta solo il 10% di riduzione nella portata complessiva durante i prossimi 5 anni. Ci chiediamo se è veramente sufficiente per andare incontro alle necessità dell’industria: dal punto di vista delle riforme, sembra che la Cina stia venendo un po’ meno alle aspettative degli investitori” sottolinea il manager.
Prendiamo l’MSCI world, il paniere dei 5.000 mila titoli rappresentativi delle principali borse mondiali che dal primo gennaio al 9 maggio scorso segna un -5,8%. Ebbene l’MSCI automotive è a -18,5%, l’MSCI banche a -15,6%, l’MSCI compagnie aeree a -15,5%, l’MSCI biotech a -11,5%, l’MSCI assicurazioni a -10,1%, l’MSCI tecnologia a -8,7% e l’MSCI beni di consumo discrezionali a -6,9%. Per contro, l’MSCI metalli e miniere ha messo a segno un rialzo del 17,6%, l’MSCI trasporti un +2,7%, l’MSCI utilities un +2%, l’MSCI energia un +1,7%, l’MSCI materiali di base un +0,7% e l’MSCI alimentari e tabacco un +0,4%.
È del tutto evidente che a un bravo gestore attivo azionario globale internazionale è bastato aumentare il peso di uno dei settori positivi a discapito dei settori che hanno registrato le peggiori performance per realizzare extra rendimenti rispetto al benchmark e viceversa. D’altra parte l’accurata selezione dei settori vale in tutti i mercati azionari anche e soprattutto i quelli meno conosciuti e meno coperti dagli analisti finanziari. Come per esempio quello cinese.
“Ad oggi, ci concentriamo sui settori dei consumi discrezionali, dell’healthcare e della tecnologia, non dimenticando come i primi due settori erano stati tra i peggiori da inizio 2016” rivela Jian Shi Cortesi, gestore del fondo Julius Baer Multistock China Evolution di GAM che poi spiega: “Si tratta di settori che, dal nostro punto di vista, continueranno a offrire buone opportunità di investimento anche grazie al perdurante trend di espansione dell’e-commerce e del mobile gaming, alla ripresa del mercato dei liquori cinesi, alla domanda crescente di auto elettriche e al percorso di crescita strutturale nel ramo delle assicurazioni, dell’istruzione e dei viaggi. E alla luce di tali considerazioni, abbiamo sfruttato il sell-off (vendita sul mercato di titoli senza limitazione di prezzo e di quantità) del primo trimestre per aggiungere in portafoglio alcuni titoli che ci sembravano molto sottovalutati”.
Il fondo[tooltip-fondi codice_isin="LU0982189804"] Julius Baer Multistock China Evolution[/tooltip-fondi] ha un’esposizione di circa il 60% su titoli quotati a Hong Kong, il 30% in ADR quotati sulla borsa statunitense e il restante 10% su società attive nei settori dei consumi e dell’healthcare sul mercato azionario di classe A in Cina, segmento laddove viene adottato un approccio estremamente selettivo. Un fattore che lascia scettico Jian Shi Cortesi riguarda invece il segmento delle materie prime.
“Nonostante l’impegno del governo a eliminare 100 milioni di tonnellate di portata di produzione di acciaio, questo rappresenta solo il 10% di riduzione nella portata complessiva durante i prossimi 5 anni. Ci chiediamo se è veramente sufficiente per andare incontro alle necessità dell’industria: dal punto di vista delle riforme, sembra che la Cina stia venendo un po’ meno alle aspettative degli investitori” sottolinea il manager.
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