High Yield

Portafogli a reddito fisso, priorità assoluta alla valutazione

12 Maggio 2016 09:53

financialounge -  High Yield mercati emergenti mercati obbligazionari Pictet settore energetico treasury USA
si tratta di decidere l’allocazione del portafoglio a reddito fisso, la valutazione supera ogni altra considerazione. Per questo, secondo la Pictet Asset Management Strategy Unit (PSU), il gruppo di investimento responsabile delle linee guida di asset allocation in ambito azionario e obbligazionario, nonché in materia di valute e di commodity, non dovrebbe sorprendere il continuo sottopeso dei titoli di Stato del mondo industrializzato.

Le ragioni sono semplici da comprendere: attualmente il 35% circa delle emissioni sovrane dell’indice JP Morgan Government Bond offre un rendimento negativo. Una situazione difficilmente conciliabile con l’alta probabilità di un rialzo dei tassi di interesse USA nel corso dell’anno e con i crescenti livelli di debito pubblico e privato in alcune aree dell’Europa.

Precisato questo, la PSU, al fine di tutelarsi da un possibile temporaneo rallentamento dell’economia USA, continua a sovrappesare i Treasury a lunghissima scadenza, che offrono rendimenti ragionevoli. Passando al credito, gli esperti reputano poco interessanti i titoli europei di categoria investment grade, le cui quotazioni includono già gli effetti del programma di acquisto di obbligazioni della BCE, mentre ritene attraente, soprattutto a breve termine, il debito high yield USA.

“Sebbene il recente rimbalzo dell’asset class ha portato gli spread (l’extra rendimento rispetto ai titoli di stato USA) da 887 punti base (8,87%) , cioè il massimo raggiunto nel 2016, a 625 (6,25%), il premio di rischio a nostro parere è ancora troppo alto. Il mercato sconta un tasso di default prospettico di poco più del 10% nei prossimi 12 mesi, contro un tasso corrente di circa il 3% e la previsione di Moody’s di poco più del 6%. Anche se alcuni segmenti del mercato high yield, in particolare gli emittenti del settore energetico pesantemente indebitati, risentono di un contesto difficile per le aziende, l’asset class dovrebbe andare bene anche in caso di modesta espansione economica” fanno sapere i professionisti della PSU secondo i quali, nel lungo periodo, i tassi di default dovrebbero salire progressivamente al 5% circa e gli episodi di insolvenza dovrebbero concentrarsi nel settore energetico.

Infine, uno sguardo al debito sovrano dei paesi emergenti denominato in dollari Usd che, secondo gli esperti della PSU, hanno aumentato la propria attrattiva alla luce del costante miglioramento delle condizioni economiche in Cina, della flessione del dollaro e del rimbalzo dei prezzi delle materie prime “Manteniamo pertanto il sovrappeso sull’asset class. Tali titoli, meno volatili rispetto alle obbligazioni equivalenti in valuta locale, ci consentono di beneficiare del miglioramento delle economie in via di sviluppo pur restando isolati dalla possibile instabilità dei mercati dei cambi”.

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