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International Editor’s Picks – 16 maggio 2016

16 Maggio 2016 09:31

financialounge -  cina International Editor's Picks iran licenziamenti settore bancario USA Volkswagen
style="color: #4b72ab;">Iran, le banche europee che non si fidano degli USA
Il segretario di Stato USA John Kerry giovedì scorso ha incontrato a Londra un gruppo di grandi banche per persuaderle che fare affari con l’Iran non solo è consentito dopo la fine delle sanzioni, ma addirittura incoraggiato. Due giorni dopo il capo del legale di HSBC, Stuart Levey, scrive un intervento sul WSJ per dire che non si fida, e che la sua banca continuerà a tenersi alla larga da Teheran. Levey ricorda che esattamente 10 anni prima gli USA avevano convocato le banche europee per spiegare quale minaccia rappresentasse l’Iran. Ora chiedono il contrario, ma continuano a mantenere il divieto per le banche americane. E le autorità giudiziarie e regolatorie USA continuano a considerare l’Iran come entità un soggetto pericoloso. Levey nota che il Dipartimento di Stato non ha né poteri né influenza su queste autorità, e sente puzza di bruciato. Anche perché sulla pelle delle banche europee bruciano ancora le ustioni delle multe miliardarie inflitte dagli americani per i più svariati motivi.

VW torna sul mercato del debito, ma in Cina
La bonanza del mercato dei corporate bond europeo attira le grandi corporation americane, ma Volkswagen non si fida e preferisce la Cina per la sua prima emissione dopo lo scoppio del dieselgate. Lo riporta il FT di sabato ricordando che il produttore tedesco ha visto la sua quota di mercato in Europa scendere ai minimi da quattro anni, mentre i concorrenti vanno a gonfie vele. L’emissione non è miliardaria, sono stati collocati bond per 2 miliardi di renminbi, pari a 270 milioni di euro, con scadenza 3 anni. È il primo bond in renminbi e il ricavato andrà probabilmente ad alimentare gli accontamenti per coprire i costi dello scandalo che ammontano a ben 16,2 miliardi di euro. La strada da fare è ancora molto lunga. Perché la Cina? Perchè è il primo mercato mondiale dell’auto ma il diesel è poco diffuso. E in Cina VW vende bene: nei primi 4 mesi dell’anno ha immatricolato quasi un milione di auto con un aumento del 4,4 per cento rispetto a un anno prima.

La Baia dei licenziamenti, ma non è crisi
L’economia Americana continua a creare centinaia di migliaia di posti di lavoro al mese, ma non nella tecnologica Baia di San Francisco, dove invece fioccano i licenziamenti, secondo quanto riporta Business Insider. Nel primo trimestre del 2016 i licenziamenti nell’area dell’High Tech, secondo i dati raccolti dal San Jose Mercury News, nelle quattro contee di Santa Clara, San Mateo, Alameda, e San Francisco sono stati persi 3.135 posti high-tech contro 1.330 nello stesso periodo del 2015. E non sono solo nomi minori come SurveyMonkey, TiVo o Zenefits, ma anche Yahoo che ha contribuito con quasi 300 licenziamenti. I dati inoltre non tengono conto delle startup perché riguardano solo società con almeno 75 dipendenti. I licenziamenti non vogliono per forza dire che l’high-tech californiano stia perdendo forza, probabilmente è la rivoluzione distruttiva che avanza, crea ricchezza ma distrugge lavoro. Infatti i prezzi degli affitti restano molto alti, segno che nella Baia il denaro continua a girare. Anche perché continua ad attirare lavoratori da tutta America, pronti a sostituire quelli che escono.

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