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Stati Uniti, Europa e Cina: il bicchiere sembra mezzo pieno

18 Maggio 2016 09:49

financialounge -  cina Ethenea Europa USA Yves Longchamp
aziente ha un trascorso clinico che richiede una terapia personalizzata. E questo vale anche per i tre "pazienti" più importanti sullo scacchiere internazionale: Stati Uniti, Europa e Cina. Oltretutto il loro attuale stato di salute è molto differente. La ripresa USA è avanzata e il rallentamento probabilmente riflette soltanto un ciclo in via di maturazione, sebbene le conseguenze sugli utili si facciano sentire. In Europa i fondamentali stanno migliorando, ma le incertezze politiche rimangono. In Cina, infine, si osserva un peggioramento dei fondamentali, ma la medicina cinese sembra saper operare miracoli nel breve termine.

“In questo contesto guardiamo al lato positivo delle cose approfittando degli sprazzi di buon umore del «paziente», anche se restiamo cauti poiché sappiamo che il sentiment è volubile” afferma Yves Longchamp, CFA, Head of Research da ETHENEA Independent Investors (Schweiz) AG, che poi riassume brevemente lo stato di salute dei tre singoli «pazienti».

“Se il malessere attuale degli Stati Uniti è stagionale o qualcosa di più profondo è ancora tutto da vedere, ma i dati disponibili mostrano che la salute del paziente non è migliorata ultimamente. Gli utili per azione (EPS) rettificati hanno raggiunto il punto di massimo e il dato grezzo, al lordo delle voci straordinarie (in altre parole, l’EPS prima dei ritocchi finanziari aggiuntivi) si è deteriorato: e, attualmente, non vediamo miglioramenti” constata Yves Longchamp che ritiene comunque ragionevole vedere il paziente americano di buon umore, data la ripresa vigorosa osservata sui mercati azionari a partire da metà febbraio.

Il paziente europeo, invece, sembra sulla buona strada e al momento non desta particolari preoccupazioni, nonostante il suo stato di salute resti cagionevole. “Il rischio principale rimane una recidiva che potrebbe ripresentarsi in qualsiasi momento nei prossimi mesi a scatenare la quale potrebbero essere fattori come la Brexit, la Grexit o le elezioni generali in Spagna” confida Yves Longchamp secondo il quale la Cina deve rassegnarsi ad abbandonare la speranza di un ritorno dei bei vecchi tempi e impegnarsi per diventare più autosufficiente. Se da un lato questo implica fare maggiore affidamento sui consumi privati, dall’altro vuol dire anche ridurre gli investimenti e quindi la capacità in eccesso, come ad esempio nel settore dell’industria pesante.

Oltre a gestire questo processo di riorientamento, già di per sé tutt’altro che facile, Pechino deve anche affrontare una serie di effetti collaterali dei «farmaci» assunti negli ultimi anni. Uno di questi è l’«emorragia». “Con la presa d’atto che le prospettive di crescita e le opportunità di investimento si stanno riducendo, gli investitori cercano di dirottare i propri capitali verso altri mercati, provocando deflussi. I disinvestimenti, iniziati nel 2014, sono stati poi amplificati da un adeguamento del tasso di cambio nell’estate del 2015 comunicato in modo maldestro. Sebbene per il momento il governo di Pechino sia riuscito ad arrestare l’emorragia rafforzando i controlli sui capitali, con una sorta di fasciatura a pressione, la ferita non si è ancora rimarginata” puntualizza Yves Longchamp.

La conseguenza diretta è che i bilanci delle banche cinesi si sono deteriorati con l’aumento dei prestiti in sofferenza. Fintanto che riusciranno a rinnovare i prestiti, il ciclo del credito potrà essere prolungato. A un certo punto ne dovranno tuttavia stornare una quota consistente per scongiurare il rischio di diventare banche zombie, come accaduto in Giappone. In sostanza, il paziente cinese manifesta debolezza non appena interrompe le iniezioni di liquidità. Per quanto sia chiaro che non possa tenere lo stesso passo una volta sospesa la terapia, la Cina sembra puntare a un riorientamento basato su una privazione dal credito lenta invece che su un taglio netto.

“È un percorso certamente più gestibile per il paziente e per chiunque debba interagire con lui. Siamo tuttavia consapevoli che la ricomparsa dell’euforia alimentata dal credito, come quella che vediamo in questo momento, ha un prezzo: tirare per le lunghe i sintomi dell’astinenza e il riorientamento, rendendo il tutto ancora più difficile. Considerato che il quadro clinico non è ancora cambiato in meglio, adottiamo un atteggiamento cauto in attesa di giorni migliori, pur rallegrandoci del buon umore del malato” conclude Yves Longchamp.

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