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Renminbi, fluttuazione del cambio ma senza una perdita di fiducia

24 Maggio 2016 09:39

financialounge -  cina Columbia Threadneedle Investments mercati valutari Renminbi
imo gennaio 2015 al 16 maggio scorso, il renminbi cinese ha guadagnato l’1,6% rispetto all’euro. Tuttavia, a fronte di una variazione tutto sommato modesta in un arco di tempo tanto lungo, le fluttuazioni del cambio sono state in realtà molto ampie.

Basti pesare che la divisa di Pechino ha guadagnato il 14% rispetto alla divisa unica dal primo gennaio 2015 al 19 marzo 2015, per poi ripiegare di poco meno di 9 punti percentuali nei successivi 7 mesi. Quindi di nuovo un rialzo del 7 per cento in meno di due mesi e, dal 2 dicembre dello scorso anno, un calo dell’8% fino ai giorni nostri.

Un andamento, quest’ultimo, che ha destato non poche preoccupazioni per il possibile impatto che una svalutazione del renminbi potrebbe avere sullo scacchiere internazionale delle valute. Tuttavia, come fa notare Soo Nam NG, Responsabile azionario asiatico, Asia di Columbia Threadneedle Investments, in un'ottica futura, le autorità monetarie cinesi non si dovrebbero opporre a qualche fluttuazione della valuta a condizione che questo non comporti una perdita di fiducia.

“La People's Bank of China (PBOC) è impegnata da tempo a orchestrare un graduale apprezzamento del renminbi, anche se dal 2014 ha permesso alla valuta di indebolirsi rispetto al dollaro USA in un regime di fluttuazione manovrata. Parliamo di un deprezzamento inferiore al 10% dall'inizio del 2014” spiega Soo Nam NG, secondo il quale, in termini generali, la valuta di Pechino può essere considerato una valuta forte e adeguatamente gestita.

Negli ultimi 12 mesi la PBOC ha mantenuto il tasso di cambio su livelli pressoché invariati nei confronti del dollaro USD, fino all'agosto 2015, quando ha lasciato che si indebolisse del 3%. Questa decisione ha innescato un'ondata di timori circa la capacità e la volontà di difendere il renminbi e provocato l'apertura di molte posizioni ribassiste di tipo speculativo.

“Tali timori sono stati aggravati da una nuova flessione dell'1,5% all'inizio del 2016, ma in seguito all'intervento della PBOC la divisa cinese ha riguadagnato la totalità delle perdite da inizio anno rispetto al biglietto verde. Il messaggio è chiaro: la banca centrale della Cina non intende cedere il controllo del renminbi a forze di mercato negative. Ciò lascia ben sperare, poiché adesso sappiamo che la PBOC preferisce la stabilità alla svalutazione competitiva” conclude Soo Nam NG.

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