Keiko Fujimori

Il Perù al voto nel segno del rame

27 Maggio 2016 09:04

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vota solo per la Brexit o le amministrative in Italia. Il 5 giugno i peruviani sono chiamati a scegliere tra Keiko Fujimori e Pedro Pablo Kuczynski come nuovo presidente. I sondaggi danno in testa la prima sul secondo per 52,6% a 47.4%. Entrambi devono convincere i peruviani che hanno la ricetta giusta per riportare il paese sul sentiero di crescita tumultuosa conosciuto tra il 2005 e il 2015 grazie al boom delle commodity.

L’oro rosso del Perù infatti, come nel vicino Cile, si chiama rame. Il primo produttore peruviano è Southern Copper. Il 12 maggio MSCI lo ha tolto dal suo indice con la conseguenza che il paese ha perso lo status di emergente ed è scivolato nella categoria stato di frontiera, perdendo appeal per l’investitore.

Il Perù è stato in passato una bella storia di investimento, ma ora la dipendenza dal settore minerario non basta più anche perché molti investimenti sono fermi. I due candidati sono entrambi percepiti come market-friendly, mentre gli elettori e gli investitori chiedono riforme, per andare oltre il rame e diversificare un po’ l’economia.

Intanto gli investimenti in miniere sono minacciati dalle proteste degli agricoltori. La Fujimori vuol far fare la pace tra le due parti per far ripartire un investimento da 1,4 miliardi di dollari Usd da parte della Southern Copper. Kuczynski si spinge oltre e promette che se sarà eletto sbloccherà investimenti minerari per 22 miliardi di dollari.

Alla fine, anche se diversifica, il Perù del suo oro rosso non può fare a meno. Grazie al rame esportato tra il 2000 e il 2015 il PIL ha viaggiato al 5% l’anno e il reddito pro-capite è più raddoppiato. Oggi la crescita è dimezzata. E il Perù è appeso a un filo. Di rame.

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