Christopher Chu
Rialzo del dollaro USA, i mercati emergenti restano ben posizionati
27 Maggio 2016 09:43
blicazione delle minute dell’ultima riunione della commissione operativa della banca centrale statunitense (che ha riaperto la possibilità di un rialzo imminente dei tassi da parte della Fed) e le vendite di nuove case negli USA nel mese di aprile (+16,6% su base mensile). Sono i due ingredienti che hanno messo le ali al dollaro americano che ha ritoccato i massimi da marzo. Secondo molti osservatori, ora i tassi americani potrebbero registrare due rialzi entro fine anno e questo ha spinto gli acquisti sul biglietto verde. Una brillantezza ritrovata che può beneficiare anche dei fattori legati all’incertezza politica, che include l’eventualità di una Brexit. Come dire che il dollaro potrebbe riprendere a salire mettendo in difficoltà i mercati come a inizio 2016
Uno scenario che potrebbe avere ripercussioni negative in particolare sui mercati emergenti. Le economie asiatiche emergenti, tuttavia, sembrano attualmente meglio posizionate per la seconda metà dell’anno rispetto ai sei mesi precedenti, quando gli operatori di mercato erano confluiti in massa sulle opportunità legate a un dollaro più forte.
“Per prima cosa, i tassi d’interesse reali rimangono positivi, in particolare in Cina, India e nella maggior parte dei paesi facenti parte dell’ASEAN. In secondo luogo, ci sono miglioramenti evidenti nei termini di scambio poiché le più grandi economie asiatiche Emergenti continuano a mostrare un avanzo delle partite correnti. I produttori asiatici di materie prime, più esposti ai cicli economici globali, hanno visto una riduzione nel deficit delle partite correnti data la contrazione delle importazioni” spiega Christopher Chu, Fund Manager, Azionario Asia, Union Bancaire Privée (UBP) secondo il quale, tassi d’interesse reali positivi permettono alle banche centrali di mantenere politiche monetarie accomodanti a sostegno della crescita. In un’area economica con un surplus nelle partite correnti, i risparmi superano i consumi, così che la necessità di deprezzare la valuta in modo aggressivo non è essenziale per migliorare i termini di scambio.
“Tali condizioni sono importanti nell’attuale contesto di mercato, poiché il sentiment mette in dubbio sia la situazione sia la vulnerabilità che deriverebbero da un dollaro più forte. La crescita globale rimane al di sotto del trend ma, a nostro avviso, non si contrarrà per via di un dollaro più forte. I sopracitati tassi reali positivi e il surplus nelle partite correnti proteggono il valore degli asset locali, reso chiaro dall’apprezzamento delle valute asiatiche. Ciò è più evidente nei Paesi dell’ASEAN, dove le valute appartenenti alle nazioni più grandi dell’area si sono apprezzate tra il 3% e il 9% nei primi cinque mesi dell’anno” sostiene Christopher Chu per il quale, se il dollaro dovesse rafforzarsi in seguito alle crescenti attese di un rialzo dei tassi da parte della Federal Reserve o di un’instabilità politica in Europa, i tassi reali positivi e l’avanzo delle partite correnti dovrebbero far crescere l’armatura economica dei Paesi Emergenti asiatici, vista la disponibilità in termini di liquidità e il reddito da risparmi.
Uno scenario che potrebbe avere ripercussioni negative in particolare sui mercati emergenti. Le economie asiatiche emergenti, tuttavia, sembrano attualmente meglio posizionate per la seconda metà dell’anno rispetto ai sei mesi precedenti, quando gli operatori di mercato erano confluiti in massa sulle opportunità legate a un dollaro più forte.
“Per prima cosa, i tassi d’interesse reali rimangono positivi, in particolare in Cina, India e nella maggior parte dei paesi facenti parte dell’ASEAN. In secondo luogo, ci sono miglioramenti evidenti nei termini di scambio poiché le più grandi economie asiatiche Emergenti continuano a mostrare un avanzo delle partite correnti. I produttori asiatici di materie prime, più esposti ai cicli economici globali, hanno visto una riduzione nel deficit delle partite correnti data la contrazione delle importazioni” spiega Christopher Chu, Fund Manager, Azionario Asia, Union Bancaire Privée (UBP) secondo il quale, tassi d’interesse reali positivi permettono alle banche centrali di mantenere politiche monetarie accomodanti a sostegno della crescita. In un’area economica con un surplus nelle partite correnti, i risparmi superano i consumi, così che la necessità di deprezzare la valuta in modo aggressivo non è essenziale per migliorare i termini di scambio.
“Tali condizioni sono importanti nell’attuale contesto di mercato, poiché il sentiment mette in dubbio sia la situazione sia la vulnerabilità che deriverebbero da un dollaro più forte. La crescita globale rimane al di sotto del trend ma, a nostro avviso, non si contrarrà per via di un dollaro più forte. I sopracitati tassi reali positivi e il surplus nelle partite correnti proteggono il valore degli asset locali, reso chiaro dall’apprezzamento delle valute asiatiche. Ciò è più evidente nei Paesi dell’ASEAN, dove le valute appartenenti alle nazioni più grandi dell’area si sono apprezzate tra il 3% e il 9% nei primi cinque mesi dell’anno” sostiene Christopher Chu per il quale, se il dollaro dovesse rafforzarsi in seguito alle crescenti attese di un rialzo dei tassi da parte della Federal Reserve o di un’instabilità politica in Europa, i tassi reali positivi e l’avanzo delle partite correnti dovrebbero far crescere l’armatura economica dei Paesi Emergenti asiatici, vista la disponibilità in termini di liquidità e il reddito da risparmi.
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