bolla speculativa
International Editor’s Picks – 06 giugno 2016
6 Giugno 2016 09:52
style="color: #4b72ab;">Il paladino del rigore abbraccia lo spendaccione Trump
Alla fine il presidente della Camera dei rappresentanti, il repubblicano Paul Ryan, ha ceduto, e ha dato il suo endorsement a Donald Trump come candidato alla presidenza. Lo riportano tutti i media americani, Ryan è la figura istituzionale più importante del partito, ma la sua decisione va oltre la sfera della politica e investe quella dell’economia. Infatti, come ha scritto il WSJ, Ryan è diventato un’icona dei repubblicani nel 2011 con il suo ambizioso progetto di bilancio federale, tutto diretto al taglio delle tasse grazie a una drastica riduzione del debito, da realizzare soprattutto con la riduzione della spesa sociale. Praticamente l’opposto del programma di Trump in materia di finanza pubblica, che prevede sì il taglio delle tasse, ma anche di aumentare la spesa, infischiandosene del debito. È difficile pensare che The Donald abbia cambiato idea per convincere Ryan, più facile pensare che Ryan abbia buttato alle ortiche il suo rigore di bilancio senza dirlo esplicitamente. Vincere le elezioni è più importante.
Oggi parla Janet, domani parla la California
E potrebbe essere una polpetta avvelenata per Hillary Clinton, che continua a concentrarsi sugli attacchi a Donald Trump – l’ultima accusa è che potrebbe far scoppiare una guerra nucleare – come se fosse già arrivata al confronto finale, ma non riesce a togliersi dai polpacci l’irriducibile Bernie Sanders, che se dovesse vincere nel Golden State farebbe un regalo veramente prezioso a The Donald. Il vantaggio di Hillary su Trump misurato dagli ultimi sondaggi, come quello di Real Clear Politics, è appena di 1,5 punti, praticamente il margine di errore statistico. L’appuntamento è al primo posto nelle agende della settimana dei media USA. Intanto oggi parla la capa della Fed Janet Yellen al World Affairs Council di Philadelphia. Dopo il dato sul lavoro di venerdì, molto sotto le attese, gli investitori saranno concentrate sul tono di voce, cauto o aggressivo? Le attese per un rialzo dei tassi a giugno sono precipitate al 2 per cento, riporta il FT, mentre quelle di una mossa al rialzo a luglio si sono dimezzate al 27,5%. C’è da dire che da qui al meeting del FOMC di luglio manca ancora un dato mensile sull’occupazione americana, che potrebbe clamorosamente ribaltare l’ultima rilevazione, fortemente influenzata dallo sciopero dei 40.000 dipendenti di Verizon.
Attenzione, sta montando la bolla dei subprime dell’auto
L’allarme lo ha lanciato nientemeno che il grande capo di JP Morgan Jamie Dimon parlando alla AllianceBernstein Strategic Decisions Conference a New York: "qualcuno è destinato a farsi male”, ha avvertito, aggiungendo subito che la sua banca non è particolarmente esposta nei finanziamenti per l’acquisto di auto. Un mercato ai massimi, sia in termini di valore assoluto del finanziamento medio, che è arrivato a $30.000, sia di rata mensile, anche qui in media, arrivata a $500. E, fattore ancora più preoccupante, secondo i dati Experian citati da CNBC, un mercato sempre più affollato di prenditori subprime, vale a dire gente che acquista auto a debito senza avere un track record creditizio impeccabile. I prezzi delle auto continuano a salire e trascinano a nuovi record sia i finanziamenti che le rati mensili. Che potrebbero diventare a un certo punto insostenibili, soprattutto da parte di chi ha una storia di cattivo pagatore. La selezione dei finanziamenti per l’auto non è così severa come quella per l’acquisto della casa, e le possibilità che stia gonfiandosi una bolla aumentano.
Alla fine il presidente della Camera dei rappresentanti, il repubblicano Paul Ryan, ha ceduto, e ha dato il suo endorsement a Donald Trump come candidato alla presidenza. Lo riportano tutti i media americani, Ryan è la figura istituzionale più importante del partito, ma la sua decisione va oltre la sfera della politica e investe quella dell’economia. Infatti, come ha scritto il WSJ, Ryan è diventato un’icona dei repubblicani nel 2011 con il suo ambizioso progetto di bilancio federale, tutto diretto al taglio delle tasse grazie a una drastica riduzione del debito, da realizzare soprattutto con la riduzione della spesa sociale. Praticamente l’opposto del programma di Trump in materia di finanza pubblica, che prevede sì il taglio delle tasse, ma anche di aumentare la spesa, infischiandosene del debito. È difficile pensare che The Donald abbia cambiato idea per convincere Ryan, più facile pensare che Ryan abbia buttato alle ortiche il suo rigore di bilancio senza dirlo esplicitamente. Vincere le elezioni è più importante.
Oggi parla Janet, domani parla la California
E potrebbe essere una polpetta avvelenata per Hillary Clinton, che continua a concentrarsi sugli attacchi a Donald Trump – l’ultima accusa è che potrebbe far scoppiare una guerra nucleare – come se fosse già arrivata al confronto finale, ma non riesce a togliersi dai polpacci l’irriducibile Bernie Sanders, che se dovesse vincere nel Golden State farebbe un regalo veramente prezioso a The Donald. Il vantaggio di Hillary su Trump misurato dagli ultimi sondaggi, come quello di Real Clear Politics, è appena di 1,5 punti, praticamente il margine di errore statistico. L’appuntamento è al primo posto nelle agende della settimana dei media USA. Intanto oggi parla la capa della Fed Janet Yellen al World Affairs Council di Philadelphia. Dopo il dato sul lavoro di venerdì, molto sotto le attese, gli investitori saranno concentrate sul tono di voce, cauto o aggressivo? Le attese per un rialzo dei tassi a giugno sono precipitate al 2 per cento, riporta il FT, mentre quelle di una mossa al rialzo a luglio si sono dimezzate al 27,5%. C’è da dire che da qui al meeting del FOMC di luglio manca ancora un dato mensile sull’occupazione americana, che potrebbe clamorosamente ribaltare l’ultima rilevazione, fortemente influenzata dallo sciopero dei 40.000 dipendenti di Verizon.
Attenzione, sta montando la bolla dei subprime dell’auto
L’allarme lo ha lanciato nientemeno che il grande capo di JP Morgan Jamie Dimon parlando alla AllianceBernstein Strategic Decisions Conference a New York: "qualcuno è destinato a farsi male”, ha avvertito, aggiungendo subito che la sua banca non è particolarmente esposta nei finanziamenti per l’acquisto di auto. Un mercato ai massimi, sia in termini di valore assoluto del finanziamento medio, che è arrivato a $30.000, sia di rata mensile, anche qui in media, arrivata a $500. E, fattore ancora più preoccupante, secondo i dati Experian citati da CNBC, un mercato sempre più affollato di prenditori subprime, vale a dire gente che acquista auto a debito senza avere un track record creditizio impeccabile. I prezzi delle auto continuano a salire e trascinano a nuovi record sia i finanziamenti che le rati mensili. Che potrebbero diventare a un certo punto insostenibili, soprattutto da parte di chi ha una storia di cattivo pagatore. La selezione dei finanziamenti per l’auto non è così severa come quella per l’acquisto della casa, e le possibilità che stia gonfiandosi una bolla aumentano.
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