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Idee di investimento – Azioni –13 giugno 2016
13 Giugno 2016 09:22
sotto – categorie degli investimenti alternativi se ne possono ricavare quattro che, in questo particolare contesto di mercato, meritano una particolare attenzione: una di queste è, come spiegato nell’articolo “Strategie alternative direzionali, ecco i punti di forza”, quella relativa alle strategie direzionali. Gli strumenti alternativi a maggiore direzionalità possono essere inseriti con estrema efficacia nell’allocazione azionaria di un portafoglio per sostituire, o integrare, tradizionali strategie azionarie long-only, quelle tipiche dei gestori azionari attivi e caratterizzate dal riuscire a realizzare un guadagno solo in funzione di un rialzo del mercato sottostante: se quest’ultimo scende possono solo limitare le perdite tramite una riduzione dell’esposizione e una ottimale (ma non sempre realizzabile) selezione dei titoli. Alla luce di questi fattori, le strategie alternative a maggiore direzionalità si candidano a offrire una fonte aggiuntiva di rendimento in funzione dell’andamento dei mercati ma con un rischio controllato.
I gestori azionari attivi, sia che usino strategie alternative che approcci tradizionali, devono in ogni caso saper selezionare aree geografiche, settori e titoli. Per esempio, se si guarda cosa è accaduto ad alcuni settori del listino azionario USA, si scopre che, a fronte di questa volatilità ai minimi, si cela un potenziale rischio ai massimi livelli, in particolare per i settori dei beni di consumo e delle utilitity. Nell’articolo “Azioni USA, volatilità ai minimi ma rischio ai massimi” gli addetti ai lavori, dopo aver argomentato le ragioni che hanno portato alla sopravvalutazione di questi settori, suggeriscono, con l’estate che inizia e con la propensione al rischio particolarmente bassa per le incertezze politiche negli Stati Uniti e nel Regno Unito, di prestare attenzione alle posizioni in portafoglio sia sul versante azionario USA dei settori beni di prima necessità e utilities, che sui prodotti con strategie sottostanti low volatility.
Al contrario, Carlo Benetti, Head of Market Research and Business Innovation di GAM (Italia) SGR, nell’articolo “Demografia, le solide ragioni per puntare sul settore healthcare”, racconta perché guardare con favore al settore farmaceutico e healthcare come un vero e proprio megatrend, cioè un trend di lungo termine. “Si tratta di settori che sono stati penalizzati dalla violenta correzione di gennaio, per molti investitori lo spunto per realizzare profitti. Tuttavia, i fondamentali restano intatti e, soprattutto, restano favorevoli le condizioni demografiche di lungo termine” specifica Carlo Benetti ricordando che, se nelle economie avanzate c’è una popolazione che invecchia e che può spendere la ricchezza accumulata nel passato in ricerca e cure, nelle economie emergenti c’è una popolazione giovane che può investire la ricchezza recente nella fondazione di sistemi di welfare e strutture sanitarie.
Nannette Hechler-Fayd’herbe, Head of Investment Strategy di Credit Suisse, nell’articolo “Borse, perché alleggerire l’Australia a favore di Wall Street”, espone invece la sua strategia geografica, pur preferendo mantenere una visione cauta sulle azioni globali visti i rischi politici e di evento che si delineano all’orizzonte. La sua strategia d’investimento rimane flessibile e a basso rischio, con sufficienti disponibilità liquide da destinare a future opportunità d’investimento. Nel frattempo, tuttavia, qualche aggiustamento si può fare. “Suggeriamo di prendere profitto sui titoli australiani e di ridurre le sottoesposizioni sui titoli USA. La nostra valutazione di outperform (sovrappeso perché le performance attese sono superiori a quelle medie di mercato, ndr) sui titoli australiani è stata vincente: non solo abbiamo raggiunto gli obiettivi prepostici, ma le valutazioni sono anche diventate meno interessanti. Crediamo quindi che valga la pena una presa di profitto” spiega la strategist che, agli investitori che hanno seguito la sua strategia di sovrappeso nella borsa di Sidney, consiglia ora di riallocare alcuni dei proventi realizzati in Australia a favore dei titoli USA, se largamente sottoesposti a Wall Street: la manager continua inoltre a consigliare l’Eurozona e la Svizzera agli investitori con disponibilità liquide in eccesso.
Infine, per chi volesse qualche titolo su cui puntare, nell’articolo “Azioni Europa, dove trovare le migliori opportunità d’investimento“, ne potrà leggere diversi di un certo interesse quotati in Francia, in Germania, in Spagna, in Belgio e in Italia grazie alle analisi condotte da Martin Skanberg, gestore di Schroder ISF EURO Equity, e da Nicholette MacDonald-Brown, co-gestore di Schroder ISF Italian Equity.
I gestori azionari attivi, sia che usino strategie alternative che approcci tradizionali, devono in ogni caso saper selezionare aree geografiche, settori e titoli. Per esempio, se si guarda cosa è accaduto ad alcuni settori del listino azionario USA, si scopre che, a fronte di questa volatilità ai minimi, si cela un potenziale rischio ai massimi livelli, in particolare per i settori dei beni di consumo e delle utilitity. Nell’articolo “Azioni USA, volatilità ai minimi ma rischio ai massimi” gli addetti ai lavori, dopo aver argomentato le ragioni che hanno portato alla sopravvalutazione di questi settori, suggeriscono, con l’estate che inizia e con la propensione al rischio particolarmente bassa per le incertezze politiche negli Stati Uniti e nel Regno Unito, di prestare attenzione alle posizioni in portafoglio sia sul versante azionario USA dei settori beni di prima necessità e utilities, che sui prodotti con strategie sottostanti low volatility.
Al contrario, Carlo Benetti, Head of Market Research and Business Innovation di GAM (Italia) SGR, nell’articolo “Demografia, le solide ragioni per puntare sul settore healthcare”, racconta perché guardare con favore al settore farmaceutico e healthcare come un vero e proprio megatrend, cioè un trend di lungo termine. “Si tratta di settori che sono stati penalizzati dalla violenta correzione di gennaio, per molti investitori lo spunto per realizzare profitti. Tuttavia, i fondamentali restano intatti e, soprattutto, restano favorevoli le condizioni demografiche di lungo termine” specifica Carlo Benetti ricordando che, se nelle economie avanzate c’è una popolazione che invecchia e che può spendere la ricchezza accumulata nel passato in ricerca e cure, nelle economie emergenti c’è una popolazione giovane che può investire la ricchezza recente nella fondazione di sistemi di welfare e strutture sanitarie.
Nannette Hechler-Fayd’herbe, Head of Investment Strategy di Credit Suisse, nell’articolo “Borse, perché alleggerire l’Australia a favore di Wall Street”, espone invece la sua strategia geografica, pur preferendo mantenere una visione cauta sulle azioni globali visti i rischi politici e di evento che si delineano all’orizzonte. La sua strategia d’investimento rimane flessibile e a basso rischio, con sufficienti disponibilità liquide da destinare a future opportunità d’investimento. Nel frattempo, tuttavia, qualche aggiustamento si può fare. “Suggeriamo di prendere profitto sui titoli australiani e di ridurre le sottoesposizioni sui titoli USA. La nostra valutazione di outperform (sovrappeso perché le performance attese sono superiori a quelle medie di mercato, ndr) sui titoli australiani è stata vincente: non solo abbiamo raggiunto gli obiettivi prepostici, ma le valutazioni sono anche diventate meno interessanti. Crediamo quindi che valga la pena una presa di profitto” spiega la strategist che, agli investitori che hanno seguito la sua strategia di sovrappeso nella borsa di Sidney, consiglia ora di riallocare alcuni dei proventi realizzati in Australia a favore dei titoli USA, se largamente sottoesposti a Wall Street: la manager continua inoltre a consigliare l’Eurozona e la Svizzera agli investitori con disponibilità liquide in eccesso.
Infine, per chi volesse qualche titolo su cui puntare, nell’articolo “Azioni Europa, dove trovare le migliori opportunità d’investimento“, ne potrà leggere diversi di un certo interesse quotati in Francia, in Germania, in Spagna, in Belgio e in Italia grazie alle analisi condotte da Martin Skanberg, gestore di Schroder ISF EURO Equity, e da Nicholette MacDonald-Brown, co-gestore di Schroder ISF Italian Equity.
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