Brexit

Le sorprese che ci riserva il resto dell’anno

13 Giugno 2016 10:06

financialounge -  Brexit cina elezioni Ethenea Federal Reserve tassi di interesse USA Yves Longchamp
prese che il resto dell’anno ci riserva sono, ovviamente, difficili (se non impossibili) da prevedere. Tuttavia, sono già presenti alcune incognite che dovrebbero attirare l’attenzione degli operatori. La prima data importante in tal senso è già quella di dopodomani, 15 giugno, quando la Fed deciderà se aumentare o meno i tassi d’interesse per la seconda volta nel corso dell’attuale ciclo.

“A nostro parere ci sono le condizioni per un rialzo, dato che la disoccupazione si colloca a livelli compatibili con il pieno impiego e l’inflazione di fondo è in aumento e sufficientemente prossima al target” sostiene Yves Longchamp, CFA Head of Research ETHENEA Independent Investors (Schweiz) AG, secondo il quale la disoccupazione si colloca a livelli compatibili con il pieno impiego e l’inflazione di fondo è in aumento e sufficientemente prossima al target: per la Fed si presenta ora l’occasione di alzare i tassi, un’occasione che potrebbe non ripetersi tanto presto. Qualche giorno dopo, il 23 giugno, saranno resi noti i risultati del referendum sulla permanenza del Regno Unito nella UE e Yves Longchamp non prevede alcuna Brexit. Un altro evento europeo avrà luogo il 26 giugno, quando si terranno le elezioni generali in Spagna.

“Se l’economia europea continuerà a seguire l’attuale traiettoria e la politica non frenerà la crescita, le decisioni della BCE potrebbero cambiare registro nella seconda metà dell’anno. Se la stabilizzazione dei prezzi del greggio favorirà un’attenuazione dei timori di deflazione e se l’economia dell’Eurozona continuerà ad espandersi a un ritmo superiore alla crescita potenziale, con conseguente ulteriore calo della disoccupazione, la questione relativa alla proroga, al mantenimento o alla riduzione del QE dopo marzo 2017 diventerà cruciale. Anche se in Europa un tapering tantrum potrebbe essere prematuro (ma non impossibile), contrariamente all’opinione della maggior parte degli economisti, a nostro avviso in un tale scenario non avrebbe molto senso prolungare il QE” puntualizza Yves Longchamp. Verso fine anno (8 novembre), si materializzeranno le elezioni statunitense che vedranno contrapposti Trump e Clinton.

“All’incirca un mese dopo le elezioni statunitensi (il 14 dicembre), la Fed si riunirà per l’ultima volta quest’anno e non è da escludersi un nuovo rialzo visto che per allora l’inflazione dovrebbe aver superato il 2%” fa presente Yves Longchamp che, in tale contesto, preferisce mantenere un atteggiamento cauto e seguire con molta attenzione gli sviluppi in Cina, diversamente da quanto fatto dagli operatori che, fin dalla straordinaria svolta dei mesi scorsi, hanno tenuto gli occhi ben chiusi.

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