Amundi
Obbligazioni societarie, rischio di performance penalizzate
20 Giugno 2016 10:11
conferenza stampa post riunione del 10 marzo, la BCE ha sorpreso gli investitori annunciando che avrebbe esteso il QE (quantitative easing) alle obbligazioni societarie di emittenti non finanziari (CSPP) con un rating investment grade assegnato loro da almeno una delle tre principali agenzie di rating (Moody’s, Standard & Poor’s, Fitch) ed emesse da società domiciliate nella zona Euro. Sebbene gli acquisti effettivi sul mercato da parte della BCE siano iniziati soltanto dall’8 giugno, il mercato sin dal 10 marzo ne ha risentito. Basti pensare che se dal primo gennaio al 9 marzo 2016 l’indice dei titoli di stato della zona euro aveva registrato un guadagno del +2,3% contro il +1,1% dell’indice dei corporate bond investment grade (IG) euro, dal 10 marzo al 10 giugno l’indice dei bond societari ha fatto meglio (+2,13% contro +1,9%).
Ma proprio questo exploit ha bruciato, secondo molti addetti ai lavori, quasi tutte le potenzialità del segmento corporate bond investment grade della zona euro. Al punto che, come sostengono gli esperti di Amundi, la performance dei mercati del credito potrebbe essere penalizzata da tre fattori.
In primis l’ondata di emissioni sul mercato primario in euro. Il volume delle nuove emissioni sul segmento IG da inizio anno è ora superiore a quello registrato nello stesso periodo del 2015. Un numero crescente di società europee sta annunciando emissioni: a questo flusso di emissioni si accodano le società USA che approfittano del mercato in euro per emettere nuovo debito a tassi inferiori rispetto a quello in dollari. Inoltre sta crescendo la scadenza media delle nuove emissioni.
In secondo luogo, i rendimenti risultano troppo bassi essendo scesi già di molto. In questo momento, gli emittenti non finanziari con rating IG domiciliati nella zona Euro stanno offrendo un rendimento medio dello 0,76%, in calo dello 0,54% da inizio anno. Gli investitori a caccia di rendimento e di titoli potrebbero rivolgersi in misura crescente sulle obbligazioni high yield (HY) o sui bond emessi da istituzioni finanziarie. Tuttavia, la volatilità di questi segmenti, non protetti dal programma della BCE, potrebbe essere significativa in caso di stress del mercato.
Infine, e siamo al terzo dei fattori di freno al segmento corporate bond euro IG, si delinea un peggioramento dei fondamentali.
Precisato questo, quali sono i rischi per chi detiene obbligazioni, visto che le imprese stanno sfruttando i tassi bassi per emettere debito e riacquistare le loro azioni o per realizzare fusioni e acquisizioni? Secondo gli esperti di Amundi, tale minaccia appare più marcata per gli emittenti che hanno un rating elevato o che beneficiano di una buona visibilità riguardo alla generazione dei loro cash flow. L'appetito per il credito dovrebbe continuare vista la debolezza dei tassi privi di rischio (il tasso dei bund decennali tedeschi è sceso proprio la scorsa settimana per la prima volta sotto zero). In questo contesto, il posizionamento sugli emittenti con rating BBB e sulle obbligazioni HY con rating BB sembra, per i professionisti di Amundi, la scelta più sensata.
Ma proprio questo exploit ha bruciato, secondo molti addetti ai lavori, quasi tutte le potenzialità del segmento corporate bond investment grade della zona euro. Al punto che, come sostengono gli esperti di Amundi, la performance dei mercati del credito potrebbe essere penalizzata da tre fattori.
In primis l’ondata di emissioni sul mercato primario in euro. Il volume delle nuove emissioni sul segmento IG da inizio anno è ora superiore a quello registrato nello stesso periodo del 2015. Un numero crescente di società europee sta annunciando emissioni: a questo flusso di emissioni si accodano le società USA che approfittano del mercato in euro per emettere nuovo debito a tassi inferiori rispetto a quello in dollari. Inoltre sta crescendo la scadenza media delle nuove emissioni.
In secondo luogo, i rendimenti risultano troppo bassi essendo scesi già di molto. In questo momento, gli emittenti non finanziari con rating IG domiciliati nella zona Euro stanno offrendo un rendimento medio dello 0,76%, in calo dello 0,54% da inizio anno. Gli investitori a caccia di rendimento e di titoli potrebbero rivolgersi in misura crescente sulle obbligazioni high yield (HY) o sui bond emessi da istituzioni finanziarie. Tuttavia, la volatilità di questi segmenti, non protetti dal programma della BCE, potrebbe essere significativa in caso di stress del mercato.
Infine, e siamo al terzo dei fattori di freno al segmento corporate bond euro IG, si delinea un peggioramento dei fondamentali.
Precisato questo, quali sono i rischi per chi detiene obbligazioni, visto che le imprese stanno sfruttando i tassi bassi per emettere debito e riacquistare le loro azioni o per realizzare fusioni e acquisizioni? Secondo gli esperti di Amundi, tale minaccia appare più marcata per gli emittenti che hanno un rating elevato o che beneficiano di una buona visibilità riguardo alla generazione dei loro cash flow. L'appetito per il credito dovrebbe continuare vista la debolezza dei tassi privi di rischio (il tasso dei bund decennali tedeschi è sceso proprio la scorsa settimana per la prima volta sotto zero). In questo contesto, il posizionamento sugli emittenti con rating BBB e sulle obbligazioni HY con rating BB sembra, per i professionisti di Amundi, la scelta più sensata.
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