Amundi
Borse, i settori destinati a superare lo stress test della Brexit
6 Luglio 2016 09:39
o e proprio stress test sul campo. Potrebbe essere definito così l’impatto della Brexit sui mercati e sulle differenti asset class finanziarie. Infatti, la vittoria a sorpresa della Brexit ha preso in contropiede gli investitori che alla vigila del voto si erano posizionati in maggioranza sulla permanenza del Regno Unito nella UE. L’affermazione di coloro che hanno deciso per l’uscita dall’Unione Europea ha provocato una prima violenta reazione nei primi due giorni post voto (venerdì 24 e lunedì 27 giugno) e un discreto recupero di buona parte delle perdite nei successivi martedì 28 e mercoledì 29 giugno. Da giovedì 30 giugno, però, sono tornate sul tavolo alcune preoccupazioni facendo ritornare i mercati in una nuova fase attendista. Una prima osservazione a quanto accaduto e a quello che potrebbe succedere nelle prossime settimane lo forniscono gli esperti di Amundi.
“Le obbligazioni societarie beneficiano, a differenza delle altre attività rischiose, dell’accelerazione degli acquisti della BCE in un contesto di rallentamento dell’attività del mercato primario dovuto alle incertezze riguardanti il referendum britannico” fanno sapere i professionisti di Amundi secondo i quali è probabile che i bond con caratteristiche rientranti nel programma della BCE possano essere in grado di generare una performance superiore alla media di mercato non appena la volatilità tornasse a salire.
Passando al mercato azionario, gli esperti di Amundi, pur ammettendo che lo shock attuale è più di natura politica che economica (almeno per i 27 Paesi dell'Unione Europea), non intravedono, a differenza del 2008, pericolo di liquidità per le banche. “In questo contesto non c'è motivo di farsi prendere dal panico. Tuttavia, l'indecisione potrebbe continuare a condizionare i mercati azionari europei favorendo così i mercati emergenti” suggeriscono gli specialisti di Amundi.
A livello settoriale in Europa, in questo contesto caratterizzato dalla Brexit, quelli che dovrebbero continuare a registrare performance superiori alla media di mercato sono i difensivi (salute, telecomunicazioni, alimentari, bevande e tabacco) e quelli a più alto profilo internazionale (energia, semitecnologie, tecnologie): quelli ciclici o che sono comunque esposti al Regno Unito come i titoli finanziari, quelli del settore automobilistico, i servizi ai consumatori e le vendite al dettaglio potrebbero invece soffrire ancora.
“Le obbligazioni societarie beneficiano, a differenza delle altre attività rischiose, dell’accelerazione degli acquisti della BCE in un contesto di rallentamento dell’attività del mercato primario dovuto alle incertezze riguardanti il referendum britannico” fanno sapere i professionisti di Amundi secondo i quali è probabile che i bond con caratteristiche rientranti nel programma della BCE possano essere in grado di generare una performance superiore alla media di mercato non appena la volatilità tornasse a salire.
Passando al mercato azionario, gli esperti di Amundi, pur ammettendo che lo shock attuale è più di natura politica che economica (almeno per i 27 Paesi dell'Unione Europea), non intravedono, a differenza del 2008, pericolo di liquidità per le banche. “In questo contesto non c'è motivo di farsi prendere dal panico. Tuttavia, l'indecisione potrebbe continuare a condizionare i mercati azionari europei favorendo così i mercati emergenti” suggeriscono gli specialisti di Amundi.
A livello settoriale in Europa, in questo contesto caratterizzato dalla Brexit, quelli che dovrebbero continuare a registrare performance superiori alla media di mercato sono i difensivi (salute, telecomunicazioni, alimentari, bevande e tabacco) e quelli a più alto profilo internazionale (energia, semitecnologie, tecnologie): quelli ciclici o che sono comunque esposti al Regno Unito come i titoli finanziari, quelli del settore automobilistico, i servizi ai consumatori e le vendite al dettaglio potrebbero invece soffrire ancora.
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