Brexit

Mercati emergenti, c’è spazio per un rialzo del 15% in un anno

8 Luglio 2016 09:01

financialounge -  Brexit Credit Suisse dollaro mercati emergenti redditività economica
ultato del referendum del 23 giugno che ha sancito l’uscita dalla UE da parte del Regno Unito ha fatto diminuire bruscamente la propensione al rischio degli investitori determinando un circolo vizioso di contagio dei prezzi delle attività ritenute più a rischio a livello mondiale. Gli economisti, gli analisti e i gestori i portafoglio continuano ad interrogarsi sulle prospettive a breve termine e nel medio lungo periodo della Brexit nel tentativo di comprendere l’entità della correzione dei mercati e su quali asset class puntare.

Un punto controverso che continua a far discutere è quello relativo ai mercati emergenti: per alcuni potrebbero risultare relativamente isolati dagli effetti della Brexit mentre per altri potrebbero finire per pagare le turbolenze dei mercati come molte altre asset class ritenute a rischio. Tra coloro che non intravedono particolari implicazioni sui mercati emergenti a causa della Brexit c’è Credit Suisse.

In base ad un loro studio effettuato nella settimana post Brexit, gli esperti di Credit Suisse ritengono probabile un rialzo del 15% dell’MSCI emerging markets (l’indice che riflette l’andamento di tutte le Borse dei paesi in via di sviluppo). Gli analisti della banca d’affari svizzera indicano diverse ragioni per sostenere la loro tesi in base alla quale sarebbe opportuno sovrappesare in portafoglio l’equity dei mercati emergenti.

In primis una sostanziale stabilità del dollaro americano che permetterà di non fare pressione sui mercati emergenti (il cui debito è in larga misura espresso in dollari). In secondo luogo emerge un miglioramento costante dei margini assoluti e relativi e la redditività del capitale proprio delle imprese quotate dei paesi in via di sviluppo. In terzo luogo le valute dei mercati emergenti rimangono straordinariamente a buon mercato rispetto alle medie storiche. Inoltre dalla Cina arrivano segnali di stabilizzazione del PIL , del settore immobiliare e degli utili.

Altri due aspetti, sempre secondo gli esperti di Credit Suisse potrebbe contribuire a consigliare l’investimento in questa asset class: le valutazioni relative e assolute dei mercati emergenti rispetto a quelle dei mercati sviluppati offrono un attraente punto di ingresso, mentre i fondi d’investimento globali sono ancora nettamente sottoesposti alle azioni emergenti.

Per contro, gli analisti di Credit Suisse mettono in guardia circa due potenziali pericoli: è difficile giustificare quotazioni più elevate delle attuali per i prezzi delle materie prime (di cui i paesi emergenti sono tra i principali produttori) e una eventuale svalutazione del renminbi dovrà essere gestita con estrema perizia.

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