Amundi
Banche europee, anteprima EBA stress test
28 Luglio 2016 10:10
yle="color: #4b72ab;">C’è attesa per gli esiti delle prove sotto sforzo delle banche europee ma secondo Amundi, tranne casi particolari, il sistema è migliorato rispetto al passato.
Stasera, a mercati chiusi, saranno conclusi gli stress test dell’EBA (l’associazione bancaria europea) sulle banche sistemiche europee.
Sebbene le previsioni parlino di risultati generalmente positivi, non si possono escludere alcuni casi che potrebbero provocare instabilità.
È probabile, per esempio che si riesca a trovare una soluzione definitiva per le criticità di Montepaschi (MPS).
Uno scenario positivo potrebbe prevedere, per esempio, l’acquisto da parte del fondo Atlante delle sofferenze MPS ad un prezzo al di sopra di quello di mercato.
Al contrario, uno scenario negativo, sarebbe rappresentato da una ripartizione degli oneri o della creazione di un fondo di salvataggio pagato dal settore bancario.
La sensazione è che i politici in ultima analisi, preferiscano evitare di destabilizzare il mercato, ma un errore politico resta sempre possibile.
In ogni caso, come fanno notare gli esperti di Amundi, le banche europee hanno rafforzato considerevolmente il loro capitale: in media gli istituti più importanti avevano alla fine del 2015 un Tier 1equity ratio (il principale parametro relativo alla solidità finanziaria dell’istituto) del 13% rispetto al 9% del 2012 e al 7% del 2008 (fonte: BCE).
Il livello di liquidità è ancora soddisfacente nella maggior parte delle banche europee, in parte grazie al supporto della banca centrale.
Gli investitori temono che le banche siano meno in grado di generare utili in un contesto a rischio (indice elevato di crediti deteriorati nella zona Euro, rischio sistemico per via dei problemi di Deutsche Bank e problemi del mercato immobiliare britannico).
“Le banche sottocapitalizzate potrebbero incontrare nuove crescenti difficoltà nel rafforzare il capitale tramite una capitalizzazione degli utili o l’emissione di nuove azioni. La ricetta di Mario Draghi è chiara: per risolvere il problema dei crediti deteriorati nella zona Euro si potrebbe accettare, in via del tutto eccezionale, l’intervento degli Stati” concludono i professionisti di Amundi.
Stasera, a mercati chiusi, saranno conclusi gli stress test dell’EBA (l’associazione bancaria europea) sulle banche sistemiche europee.
Sebbene le previsioni parlino di risultati generalmente positivi, non si possono escludere alcuni casi che potrebbero provocare instabilità.
È probabile, per esempio che si riesca a trovare una soluzione definitiva per le criticità di Montepaschi (MPS).
Uno scenario positivo potrebbe prevedere, per esempio, l’acquisto da parte del fondo Atlante delle sofferenze MPS ad un prezzo al di sopra di quello di mercato.
Al contrario, uno scenario negativo, sarebbe rappresentato da una ripartizione degli oneri o della creazione di un fondo di salvataggio pagato dal settore bancario.
La sensazione è che i politici in ultima analisi, preferiscano evitare di destabilizzare il mercato, ma un errore politico resta sempre possibile.
In ogni caso, come fanno notare gli esperti di Amundi, le banche europee hanno rafforzato considerevolmente il loro capitale: in media gli istituti più importanti avevano alla fine del 2015 un Tier 1equity ratio (il principale parametro relativo alla solidità finanziaria dell’istituto) del 13% rispetto al 9% del 2012 e al 7% del 2008 (fonte: BCE).
Il livello di liquidità è ancora soddisfacente nella maggior parte delle banche europee, in parte grazie al supporto della banca centrale.
Gli investitori temono che le banche siano meno in grado di generare utili in un contesto a rischio (indice elevato di crediti deteriorati nella zona Euro, rischio sistemico per via dei problemi di Deutsche Bank e problemi del mercato immobiliare britannico).
“Le banche sottocapitalizzate potrebbero incontrare nuove crescenti difficoltà nel rafforzare il capitale tramite una capitalizzazione degli utili o l’emissione di nuove azioni. La ricetta di Mario Draghi è chiara: per risolvere il problema dei crediti deteriorati nella zona Euro si potrebbe accettare, in via del tutto eccezionale, l’intervento degli Stati” concludono i professionisti di Amundi.
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