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Mercati emergenti, la domanda di beni e servizi crea opportunità

29 Luglio 2016 10:41

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yle="color: #4b72ab;">Mentre nel mondo occidentale la domanda di beni e servizi resta l’ostacolo principale ad  una ripresa stabile, nei mercati emergenti i consumi restano sostenuti.
Il problema di questa speciale congiuntura economica è nell’eccesso di produzione e nella domanda debole.

Sarebbe necessario incentivare la domanda di beni e servizi, ma per farlo gli stati dovrebbero aumentare la leva fiscale (ovvero aumentare il deficit di bilancio) per incrementare la disponibilità netta in tasca alle famiglie.
Ma questo non è possibile, in quanto il debito pubblico dei paesi occidentali è già dal 2013 al di sopra del livello record che aveva registrato alla fine della seconda guerra mondiale.

Questo contesto però non riguarda i paesi in via di sviluppo.

“Mentre aspettiamo segnali di stabilizzazione a livello globale nelle commodity e nel settore manifatturiero, continuiamo a cercare buone opportunità nell’universo dei consumi dei mercati emergenti” sottolinea infatti Elisabeth Colleran, Gestore di portafoglio di Loomis Sayles (gruppo Natixis), che ricorda come la solida crescita che si è verificata durante gli ultimi 20 anni, abbia contribuito a spostare i consumi in alto lungo la catena del valore, stimolando non solo la domanda di beni di consumo di prima necessità e di beni durevoli, ma addirittura modificando le preferenze alimentari e le attività di svago.

“Ho notato idee d’investimento interessanti nell’universo tradizionale dei consumi compresi i settori come alimentari e bevande, e nelle attività tradizionali legate all’economia reale al dettaglio, soprattutto in Messico dove l’andamento dell’occupazione e la fiducia dei consumatori sono positivi” rivela la manager che si dichiara entusiasta anche per l’affermarsi dell’e-commerce nella maggior parte dei Paesi emergenti.

“La penetrazione della telefonia mobile sta fornendo ai consumatori un luogo da cui accedere al mercato online (consumi al dettaglio, viaggi, addirittura il settore immobiliare) e nello stesso tempo sta portando i servizi a fasce della popolazione “senza banche” (trasferimenti internazionali di denaro, pagamenti, prodotti di risparmio)” spiega Elisabeth Colleran.

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