BlackRock Investor Pulse

Idee di investimento – Azioni – 1 agosto 2016

1 Agosto 2016 09:44

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, web, consulenti finanziari. È questo il podio, in base alla percentuale degli italiani che si definiscono risparmiatori o investitori, del primo posto dove si cercano informazioni su risparmi e investimenti a lungo termine. Lo svela, nell’articolo “Informazioni su risparmi e investimento, la corsa dei siti e delle fonti online”, la quarta edizione del BlackRock Investor Pulse, il sondaggio internazionale che esamina e sintetizza il sentiment di oltre 31.000 investitori nel mondo, di età compresa tra i 25 e i 74 anni, rispetto al contesto attuale, alla loro propensione al risparmio e all’investimento in un’ottica di medio lungo termine. Molto interessante, in particolare, è il dettaglio relativo a quale tipologia di fonte online viene preferita. In testa ci sono i siti web delle banche (35%), seguiti di informazione e i media online (24%), quindi i corner finanziari di motori di ricerca online (21%), le piattaforme indipendenti di consulenza (17%), i siti web delle società di gestione (13%), i siti finanziari di consulenza indipendente (13%) e i social media e blog (12%).

In ogni caso, la vittoria della Brexit nel referendum britannico del 23 giugno ha avuto il suo effetto anche sulla fiducia degli investitori a livello globale. Come rivelato nell’articolo “Effetto Brexit, fiducia degli investitori in forte calo per il mese di luglio”, l’indice sulla fiducia degli investitori (Investor Confidence Index o ICI index) per il mese di luglio 2016 elaborato da State Street Global Exchange è stato trainato al ribasso in Europa dalla Brexit mentre in Asia la tenuta dell’economia cinese ne ha ridotto il calo.

E che l’influenza degli eventi di natura politica tenda ad aumentare lo fa presente Maria Paola Toschi, Market Strategist di J.P. Morgan Asset Managemen che, nell’articolo “Politica e mercati finanziari, quelle relazioni pericolose” segnala, come primo appuntamento in agenda, il referendum costituzionale in Italia che potrebbe risultare un test di stabilità per l’attuale coalizione. Nell’ultima parte dell’anno, invece, entreranno nel mirino degli investitori le elezioni presidenziali americane che si preannunciano un evento storico date le personalità dei due candidati.

Per chi investe, interessanti indizi spuntano dall’indagine condotta dal sito statunitense WealthManagement.com, che ha coinvolto 780 consulenti finanziari sul tema della finanza etica e che fornisce numeri dettagliati sulla finanza sostenibile (SRI) e sul suo crescente appeal nei confronti degli investitori. Se è vero che poco più di un terzo (il 35%) ha familiarità con i prodotti SRI, è di rilievo il fatto che due terzi degli intervistati (il 66%) li hanno già offerti ai loro clienti. In pratica, nell’articolo “Finanza responsabile (SRI), dai millennials una spinta decisiva” emerge che per i consulenti sarebbe imperdonabile perdere la recente esplosione di interesse nei fondi d’investimento socialmente responsabili. Si tratta di prodotti che costruiscono portafogli in base all’impatto ambientale, sociale o di governo degli investimenti sottostanti.

Intanto l’attuale contesto resta caratterizzato da rischi globali crescenti che, secondo Mark Burgess, Chief Investment Officer EMEA e Responsabile azionario globale di Columbia Threadneedle Investments non sembra certo favorevole a un andamento positivo delle azioni. Alla luce di questa convinzione Columbia Threadneedle ha deciso di riportare a livello neutrale l’esposizione azionaria dei propri portafogli di asset allocation, dopo aver privilegiato l’asset class per oltre cinque anni. “Nello specifico, abbiamo ridotto da sovraponderata a neutrale l’esposizione in Europa (Regno Unito escluso), Regno Unito e Asia (Giappone escluso). Al contrario, abbiamo incrementato da neutrale a sovrappesata l’esposizione negli Stati Uniti e nei mercati emergenti, due aree che appaiono più lontane dall’occhio del ciclone: manteniamo inoltre un modesto sovrappeso sul Giappone” rivela, nell’articolo “Borsa, questo recupero appare non supportato dai fondamentali”, Mark Burgess.

Anche Elisabeth Colleran, Gestore di portafoglio di Loomis Sayles (gruppo Natixis) guarda con interesse ai mercati emergenti. “Mentre aspettiamo segnali di stabilizzazione a livello globale nelle commodity e nel settore manifatturiero, continuiamo a cercare buone opportunità nell’universo dei consumi dei mercati emergenti” sottolinea infatti nell’articolo “Mercati emergenti, la domanda di beni e servizi crea opportunità”, Elisabeth Colleran, che ricorda come la solida crescita che si è verificata durante gli ultimi 20 anni, abbia contribuito a spostare i consumi in alto lungo la catena del valore, stimolando non solo la domanda di beni di consumo di prima necessità e di beni durevoli, ma addirittura modificando le preferenze alimentari e le attività di svago. “Ho notato idee d’investimento interessanti nell’universo tradizionale dei consumi compresi i settori come alimentari e bevande, e nelle attività tradizionali legate all’economia reale al dettaglio, soprattutto in Messico dove l’andamento dell’occupazione e la fiducia dei consumatori sono positivi” rivela la manager che si dichiara entusiasta anche per l’affermarsi dell’e-commerce nella maggior parte dei Paesi emergenti. “La penetrazione della telefonia mobile sta fornendo ai consumatori un luogo da cui accedere al mercato online (consumi al dettaglio, viaggi, addirittura il settore immobiliare) e nello stesso tempo sta portando i servizi a fasce della popolazione “senza banche” (trasferimenti internazionali di denaro, pagamenti, prodotti di risparmio)” conclude Elisabeth Colleran.

Restando nell’ambito dei mercati emergenti, l’India si conferma una delle piazze finanziarie osservate speciali. Per James Ashley, Head of International Market Strategy presso Goldman Sachs Asset Management, il listino azionario dell’India presenta diverse peculiarità che ne fanno uno dei più interessanti in ottica di investimento a medio lungo termine. Il manager, infatti, che pure non nasconde che vi siano opportunità anche sugli altri listini asiatici, ha una view più costruttiva sull’India. Una convinzione che, come argomentato nell’articolo “India, perché il mercato azionario resta ancora attraente”, trova supporto sia nella solida ripresa ciclica di cui l’India continua a beneficiare, e sia nei fattori demografici che possono, in prospettiva, garantire uno stimolo strutturale di lungo termine all’economia e sull’agenda di riforme che il governo che è in procinto di introdurre.

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