Argentina

Debito emergente, ecco dove si annidano le sacche di valore

Simon Lue-Fong di Pictet ritiene che vi siano opportunità soprattutto nelle emissioni obbligazionarie dei paesi dell’America Latina e in quelle del Vietnam.

2 Agosto 2016 10:21

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È una delle asset class che ha regalato le migliori soddisfazioni ai sottoscrittori di fondi.
Ma non per questo, il debito emergente ha esaurito tutte le sue potenzialità.
Infatti, in media, i fondi obbligazionari paesi emergenti mostrano un rialzo dell’11% da inizio anno, ma i fondi migliori hanno toccato anche punte del +15,9% (obbligazionari paesi emergenti senza copertura del cambio), del +16,1% (obbligazionari paesi emergenti con copertura del cambio), del +16,9% (obbligazionari paesi emergenti in valuta locale) e del +13,1% (corporate bond emerging markets).
Ma se questi sono i risultati del passato ai risparmiatori interessano se e quali opportunità esistano adesso.

Un aiuto lo fornisce Simon Lue-Fong, Head of Emerging Market Debt di Pictet Am.
“Alcune aree del sud-est asiatico appaiono interessanti. Il Vietnam, ad esempio, che non figura nell'indice dei titoli di debito emergenti e ha risolto gran parte dei problemi interni relativi a credito, sistema bancario ed edilizia residenziale. È un Paese che sta sbocciando, ma che attualmente non presenta grandi volumi di titoli di debito in circolazione”.

In altre parti della regione, i titoli malesi hanno perso terreno a causa dello scandalo che ha travolto 1MDB, il fondo di investimento statale sotto indagine per corruzione: ma nel complesso, fa notare Simon Lue-Fong, i rendimenti della regione sono già modesti poiché gli investimenti sono più sicuri.
Ma per il manager l’esempio più interesante è rappresentato dall'America Latina.

“È vero che negli ultimi anni la regione è stata interessata da una serie di vicende politiche negative, ma turbolenze di questo tipo non fanno che creare opportunità di investimento” premette Simon Lue-Fong.
“In Argentina, per esempio, il governo attuale possiede adeguate competenze tecniche ed è determinato a far scendere l'inflazione dal 40% (il livello al momento del suo insediamento) al 5% entro fine 2018. Non credo ci riusciranno, ma se compiranno anche solo metà dell'opera avranno fatto progressi enormi. Sebbene neppure l'Argentina sia inserita nell'indice del debito emergente in valuta locale, all'inizio dell'anno abbiamo acquistato alcuni titoli di Stato. Ovviamente si tratta di una mossa rischiosa, ma occorre considerare che il titolo è arrivato a rendere il 38% circa. La domanda era così elevata che la valuta ha iniziato a salire costringendo le autorità a mettere un freno agli acquisti da parte degli investitori esteri”.

Per il manager, pure il Brasile, nonostante una serie di problemi, potrebbe presto avere un governo tecnico e seguire le orme dell'Argentina mentre nel Venezuela, dove la situazione sta peggiorando, potrebbe materializzarsi un miglioramento nei prossimi 18 mesi.

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