mercati emergenti

Valute, sempre più determinanti per le performance

In un ambiente caratterizzato da tassi di interesse ai minimi storici, le scelte valutarie consentono di aggiungere solidi extra rendimenti al portafoglio.

9 Agosto 2016 09:37

financialounge -  mercati emergenti mercati valutari Pictet
Chi vuole evitare i bund tedeschi che evidenziano un tasso di interesse negativo fino alle scadenze 2026, può affidarsi ai titoli di stato italiani o a quelli americani. Tuttavia, in entrambi i casi, deve accontentarsi di cedole annue comunque molto risicate: basti pensare che il Treasury USA a 10 anni riconosce attualmente un rendimento annuo intorno all’1,50% mentre il BTP scadenza giugno 2026 paga un tasso inferiore all’1,20%.

Alla luce di questi rendimenti, e considerando che l’investimento azionario resta comunque molto più rischioso (e, soprattutto, non sottovalutato), l’investitore che volesse incrementare la performance complessiva di portafoglio non può trascurare di sfruttare le dinamiche del mercato dei cambi.

Da inizio anno, per esempio, il real brasiliano si è apprezzato del 21,6% sull’euro, lo yen giapponese del 15,8%, il rand sudafricano del 10,4%, il rublo russo del 9,7%, il dollaro canadese del 3,4% e il dollaro australiano del 2,6%.

Per il team di gestione Emerging Markets Debt di Pictet Asset Management, le valute dei paesi emergenti, in particolare, restano ancora interessanti nonostante molte di esse abbiano registrato ottimi rialzi da inizio anno.

“Il rally delle divise emergenti potrebbe aver preso in contropiede molti investitori, ma una lettura attenta del mercato avrebbe permesso di intuire le condizioni per un rimbalzo. Il fatto che la Federeal Reserve americana si fosse fatta meno aggressiva sul fronte del rialzo dei tassi, la flessione del dollaro USA, il rialzo delle commodity e l’ampio divario tra i rendimenti dei titoli emergenti e quelli dei loro omologhi avanzati, hanno incentivato una ripresa dei flussi di investimento verso le aree in via di sviluppo. Secondo l’Istituto della finanza internazionale (IIF) nei mercati emergenti si sono registrati afflussi di acquisto sostenuti per otto settimane consecutive, il periodo più lungo da giugno 2014” spiegano gli esperti di Pictet AM, secondo i quali nei paesi in via di sviluppo la ripresa può anche proseguire oltre.

Di conseguenza, il team di Pictet AM si aspetta una nuova fase di apprezzamento dovuta a un’accelerazione della crescita trainata dai consumi, che dovrebbe coinvolgere l’intero mondo emergente.

“Il modello proprietario di Pictet indica due cose: la prima è che la probabilità di un apprezzamento significativo delle valute emergenti si attesta ancora ai massimi da tre anni e mezzo nonostante il rally del primo trimestre. La seconda è che le valute emergenti scambiano tra due e tre deviazioni standard al di sotto del fair value rispetto al dollaro” fanno sapere i professionisti di Pictet AM che sottolineano come tale dato sembra in contrasto con la situazione dei paesi in via di sviluppo che, al contrario, devono ancora fare i conti con una crescita scarsa. L’espansione dell’economia, infatti, è stata inferiore al potenziale per ben 15 trimestri consecutivi: si tratta della fase di sottoperformance più lunga dal 1991.

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