Brasile, occhi puntati sulle riforme del nuovo governo

Mentre prosegue il periodo di recessione più lungo in Brasile mai registrato dagli anni trenta, cominciano a delinearsi segnali di miglioramento per l’economia del paese: per esempio, il settore privato sta recuperando ritmo, nel trimestre la crescita degli investimenti mostra un segno positivo e i consumi delle famiglie evidenziano ora un tasso di rallentamento meno impetuoso rispetto al recente passato.

In questo contesto, Craig Botham, Emerging Markets Economist di Schroders, ritiene che le prospettive per gli asset finanziari del Brasile dipendano esclusivamente dai fondamentali economici e dalla capacità del governo di Michel Temer (che ha sostituito Dilma Rousseff, decaduta dalla carica di Presidente dopo il voto del senato brasiliano, ndr) di intraprendere le riforme di cui il Paese ha necessità impellente.

Certo, fa presente, Craig Botham, buona parte del risveglio degli investimenti si spiega per l’inversione di tendenza della fiducia delle imprese che, a loro volta, è stata alimenta dalle prospettive di una rimozione di Rousseff e per le riforme che dovrebbero prendere forma sotto la presidenza Temer.

Ma, proprio alla luce di questo, i rischi restano piuttosto alti dal momento che il Presidente Temer e il suo governo sono stati implicati nello scandalo sulla corruzione che ha coinvolto il colosso energetico del paese Petrobras e che ha lambito pure la compagnia Eletrobras. Ombre che potrebbero impattare l’azione del nuovo governo indebolendone la capacità di avviare le riforme. Le quali, peraltro in diversi casi, sono già state diluite.

A questo proposito, Craig Botham suggerisce agli investitori di prestare la massima attenzione sugli sviluppi concreti delle riforme del nuovo governo per comprendere quali siano le effettive possibilità di implementarle nel paese.