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Factor investing, per navigare in mercati agitati e a basso rendimento

Tra i più noti fattori di investimento figurano: la dimensione (size) dei titoli, il valore (value), il momentum, la bassa volatilità, la qualità e gli alti dividendi.

13 Settembre 2016 11:22

financialounge -  ETF Factor investing smart beta
Da una parte la ridotta crescita economica frena il potenziale di rendimento a medio termine delle azioni. Dall’altra, fasi di elevata volatilità minacciano di erodere il valore dei portafogli. Esistono approcci di investimento più sofisticati, che si propongano di cogliere una gran parte dei “premi per il rischio” (l’extra rendimento rispetto ai titoli di stato che il mercato riconosce agli investimenti (asset class) cercando di minimizzare la volatilità sui portafogli ?
È quello a cui mirano le soluzioni “Smart Beta”. Con questo termine si indicano gli indici costruiti con criteri di ponderazione diversi dalla semplice capitalizzazione di mercato come, per fare qualche esempio, l’indice S&P500 di Wall Street o il Ftsemib di Piazza Affari.

Una particolarità delle soluzioni Smart Beta, dovrebbe essere quindi la possibilità di ottenere un’esposizione maggiormente diversificata adoperando indici costruiti con approcci al rischio più equilibrati, per esempio, equiparando ciascuno dei titoli che compongono l’indice per il proprio rischio, minimizzando la volatilità o massimizzando il grado di diversificazione. In questo modo, l’indice ottenuto non tiene conto del peso specifico (capitalizzazione di Borsa) del singolo titolo quanto piuttosto l’incidenza che ha in termini di rischio o in termini di differenzazione rispetto agli altri.

Sempre tramite gli indici Smart Beta, è possibile ottenere un profilo rischio-rendimento anche migliore, per esempio inserendo in portafoglio particolari tipologie di azioni. Studi accademici hanno infatti dimostrato che azioni con alcune specifiche caratteristiche possono presentare premi per il rischio consistenti e persistenti: sono i cosiddetti “fattori di investimento”.

Tra i più noti c’è il fattore della dimensione (size), ovvero la capitalizzazione di Borsa del titolo stesso. Va detto che le azioni small cap (piccola capitalizzazione) tendono a generare rendimenti più elevati delle large cap (grande capitalizzazione) perché sono meno seguite dagli analisti finanziari e quindi meno presenti nei portafogli degli investitori (ma, per questo, sono anche più rischiose delle large cap). C’è poi il fattore “value”, cioè le azioni che presentano una bassa valutazione di Borsa rispetto ai loro fondamentali (rapporto prezzo – utili, rapporto prezzo – patrimonio netto, flussi di cassa, margini operativi ecc.), il fattore “momentum”, cioè i titoli che hanno registrato buone performance nel recente passato e che continuano a mantenere questo extra rendimento.

Inoltre tra i fattori d’investimento esistono anche i titoli che storicamente hanno evidenziato una bassa volatilità che rientrano nella categoria “low volatility”, i titoli delle aziende dagli utili stabili e dal basso grado indebitamento che rientrano nella categoria “quality” , infine, le azioni con dividendi elevati e sostenibili nel tempo che rientrano nella categoria alto dividendo (high dividend).
Sul mercato è disponibile un’ampia gamma di Etf che replicano indici Smart Beta proprio per costruire un portafoglio che consideri tutti quei fattori d’investimento di cui abbiamo parlato e chiamato: “factor investing”.

Potenzialmente questi strumenti  possono ottenere performance superiori a quelle di un indice tradizionale, poiché, oltre a catturare il generico premio per il rischio azionario, si cattura anche il premio per il rischio addizionale associato a questi fattori; alcuni di questi fattori tendono anche a ridurre la volatilità del portafoglio, in particolare i titoli “quality” e “low volatility”.

Va tuttavia considerato, come diversi studi dimostrano, che i vari fattori di investimento evidenziano performance differenti nelle varie fasi del ciclo economico (crescita, rallentamento economico, stagnazione, recessione): l’esposizione a un insieme di fattori aumenta la diversificazione e può migliorare la capacità di generare il cosiddetto alfa (l’extra rendimento rispetto al mercato) di un portafoglio, a prescindere dal ciclo economico. In ogni caso, l’esposizione ai diversi fattori può anche essere gestita in maniera dinamica, in funzione delle fasi del ciclo economico.

Come ricorda una ricerca di Amundi, durante i primi due trimestri dell'anno diversi indicatori suggerivano un possibile rallentamento della crescita economica mondiale e, in tale contesto, fattori difensivi come “low volatility” e “high dividend” si sono rivelati quelli con le migliori performance. Più di recente, in presenza di un miglioramento dei dati macro e con il ridursi delle preoccupazioni degli effetti della "Brexit", sono i fattori più dinamici, come il “Value” e il “Mid-cap” che stanno mostrando le performance più brillanti. Se, tuttavia, le prospettive dovessero peggiorare e una recessione dovesse apparire probabile, dovrebbero essere presi in considerazione i fattori “low volatility” e “quality”, mentre se si ritenesse imminente una ripresa economica, il rendimento del portafoglio dovrebbe migliorare spostandosi su “small cap” e “value”. Se poi la crescita economica iniziasse ad accelerare, le maggiori probabilità di registrare performance superiori alla media le avrebbero i titoli “momentum”.

È evidente come questi strumenti possono essere efficaci in relazione proprio all’andamento dei mercati. Pertanto, le considerazioni appena viste confermano che l’uso degli ETF Smart Beta e un approccio di tipo ‘Factor investing’ possono si migliorare l’efficienza del portafoglio del risparmiatore ma occorre saper valutare molto bene la fase del ciclo economico e le aspettative di mercato. La raccomandazione quindi è di evitare il fai da te. Infatti, vista la loro particolarità, gli investimenti negli strumenti considerati è da valutare attentamente affidandosi ad un consulente di fiducia tramite il quale verificarne l’utilizzo più appropriato.

** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge. Una parte di contenuti e dati gentilmente concessi da Amundi Asset Management


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