BCE
I rischi di evento in Europa costituiscono un punto critico
Il referendum sul Senato in Italia, la ripetizioni delle presidenziali in Austria e il referendum sui migranti in Ungheria costituiscono i rischi di evento in Europa.
14 Settembre 2016 09:41
Il mercato obbligazionario e quello azionario si sono mossi piuttosto bene (almeno finora) dall’esito della Brexit in poi. In particolare l’indice JPMorgan EMU (rappresentativo dei titoli di stato dei paesi della zona euro) segna un +2,66% dal 23 giugno (vigilia del referendum britannico) al 7 settembre scorso mentre l’indice Stoxx 600 (che riflesse l’andamento delle 600 aziende europee più importanti quotate in Borsa) mostra un +1,19% (dopo essere arrivato a perdere quasi l’11 per cento nella prima settimana post Brexit).
Ma da questo mese le cose potrebbero cambiare soprattutto per i rischi di evento che in Europa sono piuttosto elevati e costituiscono un punto critico. Nell’immediato, gli eventi politici principali comprendono il referendum in Italia sulla riforma del Senato, la ripetizione delle elezioni presidenziali in Austria e il referendum in Ungheria sulle quote di migranti: questi ultimi due si dovrebbe tenere entrambi il prossimo 2 ottobre.
Tuttavia, secondo gli esperti sarà il referendum costituzionale in Italia uno degli eventi seguito con la massima attenzione dai mercati. Se al referendum vincesse il fronte dei favorevoli (SI) è probabile che le riforme in Italia potrebbero trovare uno slancio (la finalità dei fautori del SI al referendum è la riduzione della frammentazione politica e la possibilità di garantire l’efficienza del sistema eliminando il bicameralismo perfetto di Camera e Senato). D’altro canto se a vincere fosse il fronte dei contrari (NO), è facile prevedere una nuova ondata di instabilità politica in Europa.
Non solo. Occorre osservare attentamente la prossima riunione della Banca centrale europea (BCE) del 20 ottobre e il successivo vertice della UE del 21 ottobre: sul tavolo restano infatti, ancora tutte da risolvere le problematiche di bilancio e redditività per le banche tedesche e italiane.
Insomma i rischi di evento in Europa sono molteplici e rappresentano un punto critico: anche per questo che sono in molti a prevedere un incremento della volatilità sui mercati.
“Alla luce anche di questi rischi, manteniamo un atteggiamento prudente sugli asset europei verso l’autunno, che riflette la nostra generale posizione di underperform (performance attese inferiori alla media ) sulle azioni europee” fanno sapere Michael O'Sullivan, Chief Investment Officer – International Wealth Management di Credit Suisse, e Marc Häfliger, Investment Strategist – Chief Investment Office IWM di Credit Suisse, che però da un lato ipotizzano un’outperformance (perfomance superiore alla media di mercato) da parte delle azioni francesi e un’underperformance per quanto riguarda le azioni olandesi.
Queste ultime, secondo i due manager, evidenziano valutazioni tirate e sono parecchio esposte ai beni di consumo non ciclici, un settore che dovrebbe registrare un’underperformance.
“In ambito obbligazionario, esprimiamo un giudizio di underperform per i bund tedeschi: i paesi periferici dovrebbero infatti beneficiare in misura maggiore della politica monetaria espansiva della BCE. Infine, in base agli elevati rischi politici e di un indebolimento dei parametri di debito in Italia, preferiamo i titoli di stato spagnoli rispetto a quelli italiani, e restiamo neutrali sull’Italia” concludono Michael O'Sullivan e Marc Häfliger.
Ma da questo mese le cose potrebbero cambiare soprattutto per i rischi di evento che in Europa sono piuttosto elevati e costituiscono un punto critico. Nell’immediato, gli eventi politici principali comprendono il referendum in Italia sulla riforma del Senato, la ripetizione delle elezioni presidenziali in Austria e il referendum in Ungheria sulle quote di migranti: questi ultimi due si dovrebbe tenere entrambi il prossimo 2 ottobre.
Tuttavia, secondo gli esperti sarà il referendum costituzionale in Italia uno degli eventi seguito con la massima attenzione dai mercati. Se al referendum vincesse il fronte dei favorevoli (SI) è probabile che le riforme in Italia potrebbero trovare uno slancio (la finalità dei fautori del SI al referendum è la riduzione della frammentazione politica e la possibilità di garantire l’efficienza del sistema eliminando il bicameralismo perfetto di Camera e Senato). D’altro canto se a vincere fosse il fronte dei contrari (NO), è facile prevedere una nuova ondata di instabilità politica in Europa.
Non solo. Occorre osservare attentamente la prossima riunione della Banca centrale europea (BCE) del 20 ottobre e il successivo vertice della UE del 21 ottobre: sul tavolo restano infatti, ancora tutte da risolvere le problematiche di bilancio e redditività per le banche tedesche e italiane.
Insomma i rischi di evento in Europa sono molteplici e rappresentano un punto critico: anche per questo che sono in molti a prevedere un incremento della volatilità sui mercati.
“Alla luce anche di questi rischi, manteniamo un atteggiamento prudente sugli asset europei verso l’autunno, che riflette la nostra generale posizione di underperform (performance attese inferiori alla media ) sulle azioni europee” fanno sapere Michael O'Sullivan, Chief Investment Officer – International Wealth Management di Credit Suisse, e Marc Häfliger, Investment Strategist – Chief Investment Office IWM di Credit Suisse, che però da un lato ipotizzano un’outperformance (perfomance superiore alla media di mercato) da parte delle azioni francesi e un’underperformance per quanto riguarda le azioni olandesi.
Queste ultime, secondo i due manager, evidenziano valutazioni tirate e sono parecchio esposte ai beni di consumo non ciclici, un settore che dovrebbe registrare un’underperformance.
“In ambito obbligazionario, esprimiamo un giudizio di underperform per i bund tedeschi: i paesi periferici dovrebbero infatti beneficiare in misura maggiore della politica monetaria espansiva della BCE. Infine, in base agli elevati rischi politici e di un indebolimento dei parametri di debito in Italia, preferiamo i titoli di stato spagnoli rispetto a quelli italiani, e restiamo neutrali sull’Italia” concludono Michael O'Sullivan e Marc Häfliger.
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