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Petrolio, offerta di nuovo in aumento ma l’auto elettrica non preoccupa

L’Opec prevede che nel 2017 torni ad aumentare l’offerta di petrolio creando un nuovo squilibrio sul mercato ma l’impatto dell’auto elettrica sulla domanda sarà minimo.

15 Settembre 2016 09:18

financialounge -  GAM OPEC petrolio Roberto Cominotto
Per i più maligni è una mossa strategica messa a punto dall’Opec (l’associazione dei produttori di petrolio) in vista del vertice a fine mese ad Algeri per scongiurare qualsiasi congelamento della produzione di petrolio. Per altri, invece, la risultante di alcuni eventi che avevano giocato a favore nei primi mesi di quest’anno e che ora tornano a remare contro.

Resta il fatto che le stime diffuse lunedì 12 settembre dall’ufficio studi dell’Opec circa un possibile incremento della produzione di greggio al di fuori dell’Associazione nel 2017 ha proiettato nuove ombre sulle quotazioni del petrolio che hanno fatto sentire i loro effetti anche sui listini azionari.

In base a quanto si legge ne rapporto, lo shale oil americano avrebbe ridimensionato la produzione in modo molto meno pronunciato rispetto a quello che la caduta dei prezzi aveva fatto supporre. Inoltre gli scioperi del settore petrolifero, gli incendi e gli attentati nei diversi paesi produttori (Nigeria, Canada, Libia, Norvegia) sono ormai rientrati o circoscritti mentre alcune sorprese hanno fornito nuovi elementi di valutazione: la produzione della Norvegia (che invece di restare inalterata mostra ritmi di crescita ai massimi degli ultimi 5 anni) e il ritorno all’estrazione del maga-giacimento kazako (kashagan) che da solo dovrebbe da ottobre pompare 230 mila barili al giorno per arrivare a 370 mila nei prossimi 12 mesi.

Per gli analisti dell’Opec, quindi, a poco servirebbe (se non ad avvantaggiare ulteriormente i concorrenti extra Opec) la decisione di ridurre la produzione di petrolio perché, nonostante la solida domanda di greggio (+1,2 milioni di barili in più quelli previsti per il prossimo anno), resta un forte squilibrio tra domanda ed offerta stimato tra 530 mila e 760 mila barile al giorno. Squilibrio che sembrerebbe non dover peggiorare ulteriormente per i possibili impatti dell’auto elettrica.

“Se si mettono in relazioni l’impatto delle auto elettriche e le altre componenti che influenzano domanda e offerta di petrolio, possiamo affermare che il fenomeno dovrebbe avere portata ridotta nell’immediato futuro” dichiara Roberto Cominotto, Gestore del fondo [tooltip-fondi codice_isin="LU0363641738"]Julius Baer Multistock – Energy Fund[/tooltip-fondi] di GAM, secondo il quale, nei prossimi tre o quattro anni, l’impatto delle auto elettriche sarà trascurabile.

Le considerazioni del manager poggiano sulla constatazione che il parco mondiale delle auto elettriche si aggira intorno ad un milione di vetture, ovvero meno dello 0,1% delle auto in giro su strada. Alcune stime parlano di una loro possibile incidenza, entro il 2020, dello 0,6% del mercato e, ipotizzando lo stesso tasso di crescita nelle vendite fino al 2025, il 3,3% delle auto totali fra 10 anni.

“Tutti questi calcoli evidenziano che, anche ammettendo le stime più ottimistiche, la quota di auto elettriche sulle strade rimarrà comunque contenuta almeno per i prossimi 10 anni. Tradotto in domanda di petrolio, potrebbe comportare entro il 2020 ad un riduzione dello 0,3% della domanda globale di greggio e dell’1,7% entro il 2025” spiega Roberto Cominotto.

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