idee di investimento
Idee di investimento – Obbligazioni – 19 settembre 2016
19 Settembre 2016 09:01
ngo periodo, l’orizzonte ideale per investire nei mercati emergenti, il punto critico che fa la differenza resta quello di scegliere un bravo gestore attivo. “Non abbiamo mai abbandonato la predisposizione favorevole nei confronti dell’investimento nelle economie emergenti in un orizzonte di lungo termine, che, peraltro, è quello raccomandato per l’investitore più attento” sottolinea Carlo Benetti, Head of Market Research and Business Innovation di GAM (Italia) SGR nell’articolo “Mercati emergenti, il punto critico resta sempre sul come investire”, che poi però precisa: “Tuttavia, pur non mettendo mai in discussione il ‘se’, abbiamo sempre molto da puntualizzare sul ‘come’ investirvi’: le diverse fasi del rebalancing (ovvero il processo di graduale assorbimento degli eccessi del debito, ndr) tra i vari paesi esigono capacità di analisi delle condizioni dell’attività economica tra i diversi paesi”.
Anche Western Asset e Brandywine Global (entrambe case d’investimento del gruppo Legg Mason) continuano a esprimersi a favore dei mercati emergenti alla luce del supporto della Fed (che ha mostrato maggiore prudenza sul possibile nuovo rialzo dei tassi USA), che dovrebbe persistere anche nei prossimi mesi, e dei fattori di supporto interni ai mercati emergenti. Per le due società di gestione il debito emergente rappresenta, in questo momento, un’asset class molto interessante, sia sotto il profilo delle valutazioni che dei fondamentali. In particolare, come fanno presente nell’articolo “Debito emergente, valutazioni e fondamentali restano ancora attraenti” gli esperti di Brandywine Global, le pressioni al ribasso sulle divise dei paesi in via di sviluppo che, a cascata, tendevano a far aumentare i rendimenti degli emittenti emergenti anche per le preoccupazioni di una potenziale inflazione fuori controllo, sembrano adesso essersi affievolite.
Affievolite ma non del tutto azzerate. Secondo Stephen Green, Economista con sede a Hong Kong di Capital Group, il renminbi cinese, che è diminuito di valore rispetto al dollaro americano del 3% tra aprile e giungo, ora potrebbe calare di un altro 4% nella seconda parte del 2016. L’economista, come spiega nell’articolo “Renminbi, potrebbe svalutarsi di un 4% nella seconda parte dell’anno”, ritiene tuttavia improbabile prossime mosse a sorpresa da parte della People’s Bank of China (la banca centrale cinese), dopo le due svalutazioni monetarie dello scorso anno, particolarmente sgradite ai mercati.
Edoardo Ugolini, Portfolio manager di Zest Asset Management, volge invece la propria attenzione agli Stati Uniti dove prevede un aumento delle aspettative di inflazione e per questo punta sui TIPS (Treasury inflation-protected securities, i titoli del Tesoro USA protetti dall’inflazione). Inoltre assume una ‘Short duration’ (esposizione negativa ai tassi di interesse). “Tramite strumenti derivati porta la scadenza media dei titoli in portafoglio in negativo in modo tale da trarre vantaggio da un rialzo dei tassi di interesse di mercato” spiega nell’articolo “Meeting BCE, ecco come i gestori analizzano le parole di Draghi” Edoardo Ugolini. Che poi aggiunge: “E’ inoltre probabile che il dollaro americano possa rafforzarsi dal momento che la Federal Reserve dovrebbe essere la prima banca centrale quantomeno a parlare di un aumento (sebbene limitato) dei tassi a dicembre, mentre le altre banche centrali non toccheranno i tassi”.
Intanto, per gli investitori alla ricerca di opportunità in ambito obbligazionario c’è una interessante novità: il PowerShares US High Yield Fallen Angels UCITS ETF quotato sulla Borsa Italiana. Si tratta di un ETF che replica l’Indice Citi Time-Weighted US Fallen Angel Bond Select, sviluppato sulla base dell’Indice Citi US High-Yield Market, con gli stessi requisiti di composizione in termini di qualità creditizia, scadenza e dimensione delle emissioni: più in particolare i titoli che rientrano nell’indice devono essere compresi nella fascia di rating tra ‘C’ e ‘BB+’ di S&P, e tra ‘Ca’ e ‘Ba11di Moody’s. Si ricorda che le ‘fallen angels’ sono le obbligazioni di emittenti inizialmente classificati con rating investment grade e che, in seguito, sono declassate a high yield. La particolarità di questo etf, come argomentato nell’articolo “Un nuovo ETF obbligazionario con due caratteristiche distintive” consiste nel puntare sugli emittenti obbligazionari appena declassati utilizzando un indice dinamico che sfrutta le obbligazioni declassate più di recente.
Infine, una riflessione sull’oro come asset class di investimento. Tra coloro che hanno di recente modificato la propria view su ruolo dell’oro nei portafogli finanziari, si segnala Yves Longchamp, CFA, Head of Research ETHENEA Independent Investors (Schweiz) AG. “L’oro rappresenta un modo concreto per trasferire un patrimonio da un regime valutario a un altro. L’oro infatti, a differenza di immobili e terreni, si può nascondere. Per investitori come noi, tuttavia, in questo contesto l’oro svolge una funzione di protezione” dice nell’articolo “Tassi negativi, oro e liquidità acquisiscono un nuovo ruolo” Yves Longchamp secondo il quale il metallo giallo garantisce una ottimale diversificazione di portafoglio in virtù della sua bassa correlazione con l’evoluzione dei corsi azionari e dei tassi d’interesse nominali. “In passato questo aspetto non era per noi sufficientemente importante dal momento che la liquidità offriva un interesse. Ma in questo contesto, nel quale le consistenze liquide sono soggette al pagamento di interessi di mora pareggiando quindi i costi da sostenere per detenere un ETF in oro, il team di gestione del portafoglio di ETHENEA ha deciso di inserire l’oro nel portafoglio di Ethna-AKTIV” conclude Yves Longchamp.
Anche Western Asset e Brandywine Global (entrambe case d’investimento del gruppo Legg Mason) continuano a esprimersi a favore dei mercati emergenti alla luce del supporto della Fed (che ha mostrato maggiore prudenza sul possibile nuovo rialzo dei tassi USA), che dovrebbe persistere anche nei prossimi mesi, e dei fattori di supporto interni ai mercati emergenti. Per le due società di gestione il debito emergente rappresenta, in questo momento, un’asset class molto interessante, sia sotto il profilo delle valutazioni che dei fondamentali. In particolare, come fanno presente nell’articolo “Debito emergente, valutazioni e fondamentali restano ancora attraenti” gli esperti di Brandywine Global, le pressioni al ribasso sulle divise dei paesi in via di sviluppo che, a cascata, tendevano a far aumentare i rendimenti degli emittenti emergenti anche per le preoccupazioni di una potenziale inflazione fuori controllo, sembrano adesso essersi affievolite.
Affievolite ma non del tutto azzerate. Secondo Stephen Green, Economista con sede a Hong Kong di Capital Group, il renminbi cinese, che è diminuito di valore rispetto al dollaro americano del 3% tra aprile e giungo, ora potrebbe calare di un altro 4% nella seconda parte del 2016. L’economista, come spiega nell’articolo “Renminbi, potrebbe svalutarsi di un 4% nella seconda parte dell’anno”, ritiene tuttavia improbabile prossime mosse a sorpresa da parte della People’s Bank of China (la banca centrale cinese), dopo le due svalutazioni monetarie dello scorso anno, particolarmente sgradite ai mercati.
Edoardo Ugolini, Portfolio manager di Zest Asset Management, volge invece la propria attenzione agli Stati Uniti dove prevede un aumento delle aspettative di inflazione e per questo punta sui TIPS (Treasury inflation-protected securities, i titoli del Tesoro USA protetti dall’inflazione). Inoltre assume una ‘Short duration’ (esposizione negativa ai tassi di interesse). “Tramite strumenti derivati porta la scadenza media dei titoli in portafoglio in negativo in modo tale da trarre vantaggio da un rialzo dei tassi di interesse di mercato” spiega nell’articolo “Meeting BCE, ecco come i gestori analizzano le parole di Draghi” Edoardo Ugolini. Che poi aggiunge: “E’ inoltre probabile che il dollaro americano possa rafforzarsi dal momento che la Federal Reserve dovrebbe essere la prima banca centrale quantomeno a parlare di un aumento (sebbene limitato) dei tassi a dicembre, mentre le altre banche centrali non toccheranno i tassi”.
Intanto, per gli investitori alla ricerca di opportunità in ambito obbligazionario c’è una interessante novità: il PowerShares US High Yield Fallen Angels UCITS ETF quotato sulla Borsa Italiana. Si tratta di un ETF che replica l’Indice Citi Time-Weighted US Fallen Angel Bond Select, sviluppato sulla base dell’Indice Citi US High-Yield Market, con gli stessi requisiti di composizione in termini di qualità creditizia, scadenza e dimensione delle emissioni: più in particolare i titoli che rientrano nell’indice devono essere compresi nella fascia di rating tra ‘C’ e ‘BB+’ di S&P, e tra ‘Ca’ e ‘Ba11di Moody’s. Si ricorda che le ‘fallen angels’ sono le obbligazioni di emittenti inizialmente classificati con rating investment grade e che, in seguito, sono declassate a high yield. La particolarità di questo etf, come argomentato nell’articolo “Un nuovo ETF obbligazionario con due caratteristiche distintive” consiste nel puntare sugli emittenti obbligazionari appena declassati utilizzando un indice dinamico che sfrutta le obbligazioni declassate più di recente.
Infine, una riflessione sull’oro come asset class di investimento. Tra coloro che hanno di recente modificato la propria view su ruolo dell’oro nei portafogli finanziari, si segnala Yves Longchamp, CFA, Head of Research ETHENEA Independent Investors (Schweiz) AG. “L’oro rappresenta un modo concreto per trasferire un patrimonio da un regime valutario a un altro. L’oro infatti, a differenza di immobili e terreni, si può nascondere. Per investitori come noi, tuttavia, in questo contesto l’oro svolge una funzione di protezione” dice nell’articolo “Tassi negativi, oro e liquidità acquisiscono un nuovo ruolo” Yves Longchamp secondo il quale il metallo giallo garantisce una ottimale diversificazione di portafoglio in virtù della sua bassa correlazione con l’evoluzione dei corsi azionari e dei tassi d’interesse nominali. “In passato questo aspetto non era per noi sufficientemente importante dal momento che la liquidità offriva un interesse. Ma in questo contesto, nel quale le consistenze liquide sono soggette al pagamento di interessi di mora pareggiando quindi i costi da sostenere per detenere un ETF in oro, il team di gestione del portafoglio di ETHENEA ha deciso di inserire l’oro nel portafoglio di Ethna-AKTIV” conclude Yves Longchamp.
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