Ethenea
Inflazione, ancora bassa in Europa ma pronta a ripartire negli USA
Mentre l’inflazione in Europa dovrebbe restare bassa per almeno due anni, negli USA mostra segnali di crescita anche per effetto dell’aumento delle retribuzioni.
22 Settembre 2016 09:33
L’inflazione rimane ancora bassa nella zona euro, con un dato complessivo dello 0,2 % a luglio (che sale allo 0,9% tenendo conto dei prezzi al consumo ‘core’, ovvero dell’inflazione senza energia, alimentari, alcool e tabacco).
Lo ha ammesso anche il presidente della BCE Mario Draghi nella conferenza stampa post meeting di settembre nel corso della quale ha annunciato che l’istituto centrale europeo ha ridotto le previsioni per l’inflazione attesa nel 2017 all’1,6%: a questo punto, secondo gli addetti ai lavori, è molto probabile che nei prossimi due anni i prezzi al consumo nella zona euro restino bassi e al di sotto del target della Bce (due per cento).
Al contrario, negli Stati Uniti, l’inflazione potrebbe essere pronta a ripartire. “Il ciclo economico viaggia negli Stati Uniti in una fase avanzata, caratterizzata da un graduale rallentamento della crescita e da un aumento progressivo dell’inflazione” fa presente Yves Longchamp, CFA, Head of Research ETHENEA Independent Investors (Schweiz) AG, che motiva questa sua visione anche in base alla ridotta progressione del tasso di disoccupazione.
La decelerazione della crescita è nei numeri: l’incremento del PIL è passato da un +3,6% (su base trimestrale) registrato nel secondo trimestre 2015 al +1,1% segnato nel secondo trimestre di quest’anno: in parallelo, nello stesso arco di tempo, la creazione di posti di lavoro non agricoli si è contratta da una media di 250.000 a 150.000 unità al mese.
Per quanto riguarda invece l’inflazione si è passati da +1,4 % a +1,6% mentre le retribuzioni orarie hanno messo a segno un’accelerazione dal +2% (del 2015) all’attuale +2,6 %.
“Tale quadro di rallentamento della crescita e accelerazione dell’inflazione potrebbe sembrare contro intuitivo, ma è perfettamente in linea con la teoria economica” sottolinea Yves Longchamp che poi spiega: “Quando il ciclo economico si muove nella fase avanzata, la disoccupazione è ridotta ai minimi e per le imprese l’assunzione di nuovi dipendenti avviene riconoscendo necessariamente retribuzioni più elevate. Ciò determina un aumento della base dei costi spingendo al rialzo l’inflazione”.
In pratica, per Yves Longchamp l’inflazione complessiva statunitense dovrebbe crescere più rapidamente nei prossimi trimestri in quanto i fattori che ne hanno mitigato l’escursione al rialzo (la forza del dollaro e la debolezza dei prezzi del petrolio) verranno meno.
Lo ha ammesso anche il presidente della BCE Mario Draghi nella conferenza stampa post meeting di settembre nel corso della quale ha annunciato che l’istituto centrale europeo ha ridotto le previsioni per l’inflazione attesa nel 2017 all’1,6%: a questo punto, secondo gli addetti ai lavori, è molto probabile che nei prossimi due anni i prezzi al consumo nella zona euro restino bassi e al di sotto del target della Bce (due per cento).
Al contrario, negli Stati Uniti, l’inflazione potrebbe essere pronta a ripartire. “Il ciclo economico viaggia negli Stati Uniti in una fase avanzata, caratterizzata da un graduale rallentamento della crescita e da un aumento progressivo dell’inflazione” fa presente Yves Longchamp, CFA, Head of Research ETHENEA Independent Investors (Schweiz) AG, che motiva questa sua visione anche in base alla ridotta progressione del tasso di disoccupazione.
La decelerazione della crescita è nei numeri: l’incremento del PIL è passato da un +3,6% (su base trimestrale) registrato nel secondo trimestre 2015 al +1,1% segnato nel secondo trimestre di quest’anno: in parallelo, nello stesso arco di tempo, la creazione di posti di lavoro non agricoli si è contratta da una media di 250.000 a 150.000 unità al mese.
Per quanto riguarda invece l’inflazione si è passati da +1,4 % a +1,6% mentre le retribuzioni orarie hanno messo a segno un’accelerazione dal +2% (del 2015) all’attuale +2,6 %.
“Tale quadro di rallentamento della crescita e accelerazione dell’inflazione potrebbe sembrare contro intuitivo, ma è perfettamente in linea con la teoria economica” sottolinea Yves Longchamp che poi spiega: “Quando il ciclo economico si muove nella fase avanzata, la disoccupazione è ridotta ai minimi e per le imprese l’assunzione di nuovi dipendenti avviene riconoscendo necessariamente retribuzioni più elevate. Ciò determina un aumento della base dei costi spingendo al rialzo l’inflazione”.
In pratica, per Yves Longchamp l’inflazione complessiva statunitense dovrebbe crescere più rapidamente nei prossimi trimestri in quanto i fattori che ne hanno mitigato l’escursione al rialzo (la forza del dollaro e la debolezza dei prezzi del petrolio) verranno meno.
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