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Debito emergente, il valore aggiunto di un approccio total return

Per investire con successo nel debito emergente occorre adottare un approccio total return svincolato dagli indici tradizionali per scegliere singoli paesi ed emissioni.

27 Settembre 2016 09:00

financialounge -  fitch mercati emergenti mercati obbligazionari Steve Ellis strategie Total Return
La società di rating Fitch ha calcolato che il calo dei tassi sui 38 mila miliardi di dollari di debito sovrano con rating investment grade sta costando agli investitori quasi 500 miliardi di dollari all’anno di minori interessi. I titoli di stato che offrono un rendimento negativo (un fenomeno che riguarda buona parte delle emissioni con scadenza fino a sette anni), ammontano ormai a quasi 11 mila miliardi di dollari, quasi un terzo del totale. Il fenomeno comincia ad allargarsi anche alle emissioni societarie (corporate bond): recentemente la francese Sanofi e la tedesca Henkel hanno collocato sul mercato i primi bond societari con rendimento negativo.

Nella caccia ai rendimenti c’è un’asset class che da inizio anno sta realizzando ottime performance ed è il debito dei paesi emergenti. Gli investitori sono tornati a scoprire questa classe di attivo che aveva per un lungo periodo di tempo registrato performance inferiori al mercato. L’investimento nelle attività finanziarie dei paesi emergenti infatti non sembrava più appetibile: il differenziale di crescita tra queste economie e i paesi sviluppati si era ridotto in misura marcata, il volume delle esportazioni, il principale motore di crescita per queste economie, è calato, e si è assistito a un consistente deflusso di capitali. Anche il dollaro statunitense ha avuto un ruolo in questo scenario sfavorevole: dopo il primo rialzo dei tassi d’interesse ufficiali sul finire dello scorso anno, l’attesa di ulteriori aumenti ha determinato un rafforzamento della divisa USA e un dollaro forte rischiava di rendere più oneroso il debito dei paesi emergenti, sia sovrano che societario, che è prevalentemente denominato in dollari.
Tutti questi elementi negativi si sono attenuati: i dati macro non segnalano particolari tensioni, la Fed è cauta e il dollaro è meno forte. Gli investitori hanno iniziato a guardare con interesse ai rendimenti del reddito fisso dei paesi emergenti, i cui rendimenti elevati attirano i flussi di investimento internazionali.

Investire su questi mercati è, tuttavia, più complesso rispetto all’operare sul reddito fisso dell’area euro o USA. Le variabili da considerare sono più numerose.
Per cominciare, c’è la scelta dei paesi in cui investire, i mercati emergenti spaziano dall’America Latina al sud est asiatico, dall’Europa dell’Est all’Africa, al Medio Oriente. Poi si deve scegliere tra titoli sovrani e titoli societari e, per entrambe le tipologie di emittenti, va considerato il merito creditizio, il rating investment grade o l’alto rendimento (high yield). Inoltre, come per ogni altro investimento obbligazionario, è necessario compiere scelte di duration, ossia su quale scadenza posizionarsi, e, aspetto particolarmente rilevante, occorre gestire l’aspetto valutario, scegliere se investire in emissioni in valuta forte (quelle denominate in dollari Usa o in Euro) o in titoli denominati in una valuta locale che offrono rendimenti più elevati, ma sono caratterizzati da una maggiore volatilità legata al rischio di cambio.

Per tutte queste ragioni qualcosa sta cambiando nell’approccio a questi mercati. “Vediamo una tendenza ad allontanarsi dai benchmark, in favore di strategie total return (a rendimento assoluto)”, spiega Steve Ellis, gestore di un fondo obbligazionario total return dedicato ai Paesi emergenti: FF Emerging Market Total Return Debt Fund di Fidelity International.
L’approccio total return del fondo consente dunque una grande flessibilità, per adattarsi ai contesti di mercato, cogliendo le migliori opportunità ed evitando le aree ritenute meno promettenti o quelle più incerte. In fasi differenti possono risultare infatti più promettenti le obbligazioni societarie di elevato merito, quelle high yield, il debito governativo, nominale o indicizzato all’inflazione, in valuta forte o locale. Un approccio total return può consentire dunque di spaziare all’interno di un universo di investimento particolarmente interessante nel contesto attuale.

** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge. Una parte di contenuti e dati gentilmente concessi da Fidelity International

 

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